Twinkle

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Phoebe rientrò in casa, sbattendo la porta dietro di sé.

Vi si appoggiò contro, cercando di riprendere fiato. La testa le girava, non capiva per quale motivo avesse agito in quel modo. Forse Mick non si era comportato in nessun modo strano, era lei che voleva solo fuggire. Probabilmente la spaventava l'idea di gettarsi in una relazione, ma iniziava anche ad insinuarsi nel suo cervello il timore che non fosse poi così innamorata di Mick. Forse lo aveva idealizzato troppo e ora che poteva averlo per sé, non le piaceva più.

Sicuramente il suo comportamento però era stato esagerato e si era posta in ridicolo davanti a Mick. Però si aspettava tutto fuorché quell'argomento. Decise di spegnere il cellulare. Era certa che in ogni caso lui non l'avrebbe contattata quel giorno, ma non voleva correre rischi inutili. Appoggiò il telefono silente sul mobile dell'entrata e si diresse in salotto. Crollò seduta accanto all'acquario. "Dimmi, Niki- sospirò rivolta al pesce che nuotava tranquillo- sono forse destinata a fuggire da ogni calore umano? Forse quello del fuoco mi ha bruciata talmente tanto che ora ho esaurito le possibilità che il mio cuore si scaldi di fronte a qualche persona?".

In risposta Niki arrestò il suo movimento e si voltò verso di lei, avvicinandosi al vetro. Phoebe accennò un sorriso, appoggiando un dito in prossimità del pesce e muovendolo in circolo. Niki seguì con il corpo il movimento che lei aveva tracciato sul vetro. Phoebe ridacchiò. A volte le sembrava che lui la potesse veramente sentire e capire, ma probabilmente era sempre abituato al grande silenzio della casa e lei era l'unica vibrazione che lui potesse percepire in quell'appartamento, per cui sicuramente la riconosceva. Phoebe era felice di essersi comprata quel pesce, qualche anno prima. Per la maggior parte delle persone non era minimamente paragonabile ad un animale da compagnia, ma per una come lei, principalmente solitaria e fredda, era perfetto. Quando non aveva voglia di averlo attorno lo poteva ignorare facilmente, a differenza di quanto avrebbe potuto fare con un gatto o un cane. E quando invece aveva voglia di compagnia, lui era disponibile a fare un po' di spettacolo, come in quel momento.

All'improvviso Phoebe venne distratta da un trillo proveniente dal Mac appoggiato sul tavolo. Dalla fretta di uscire con Mick si era completamente dimenticata di spegnerlo. Si alzò dal pavimento pensando che si trattasse di una e-mail. E sinceramente sperava in cuor suo che si trattasse di qualche aggiornamento di Paul o addirittura di Helmut Marko in persona che la contattava.

Quando però afferrò il computer il suo cuore perse un battito nel leggere il mittente della e-mail.

Subito si affrettò ad aprirla, curiosa di leggere cosa contenesse

Ciao Fenice,

non avrei mai immaginato di arrivare a scriverti una e-mail, ma mi costringi a farlo.

Devo davvero ringraziarti per tutto quello che hai fatto. La CEA mi ha contattato qualche minuto fa dicendomi che avevi interceduto per me e che non poteva non ascoltarti. Quindi mi hanno assunto di nuovo. E io ho chiesto il tuo indirizzo di posta elettronica per poter almeno dirti che ti sono riconoscente.

È incredibile, non ci speravo più. Soprattutto non pensavo che tu ti ricordassi di me e che soprattutto impegnassi parte del tuo tempo a scrivere qualche riga in mia difesa.

È evidente però che le promesse le sai mantenere. E che sotto quello strato duro e grigio, sei una ragazza dal cuore d'oro, anzi, di fuoco.

Grazie.

Aidan, ovvero l'unico uomo che sa spegnere una fenice

Phoebe si lasciò sfuggire una risatina divertita, soprattutto leggendo l'ultima riga. Quell'Aidan era davvero una risorsa inesauribile di sorprese. Abbassò lo schermo del computer per spegnerlo, poi si bloccò. Se il ragazzo le aveva risollevato così tanto l'umore, forse era il caso di rispondergli. Sì, solo una piccola risposta. Poi basta, si sarebbe dimenticata di lui e quel capitolo si sarebbe finalmente concluso.

Fire is my elementDove le storie prendono vita. Scoprilo ora