Waterfront

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Quella mattina la sveglia era suonata presto, per non perdere l'abitudine.

Trattandosi di un lunedì di una settimana senza gran premi, Phoebe aveva ecceduto concedendosi per colazione un panino con la nutella, dal momento che non riusciva a muoversi senza aver prima mangiato. Poi aveva fatto il suo solito giro di corsa sulla spiaggia di Montecarlo, con il solo rumore delle onde ad accompagnare il ritmo dei suoi passi sulla battigia. A tutto ciò era seguita la sua rituale sessione mattutina di yoga, per risvegliare tutti i suoi muscoli e per allenare la concentrazione e la respirazione.

Ma ora, alle sole nove di mattina di un lunedì soleggiato, Phoebe aveva già esaurito le cose da fare.

Si distese sul grande divano, prendendo il cellulare per distrarsi. Scrollò annoiata il feed di Instagram, guardando qualche tutorial di trucco che non avrebbe mai realizzato. Le piaceva informarsi su ciò di cui non sapeva nulla, ma solo per poterla spuntare in caso di discussione con qualcuno. Perché Phoebe Evans doveva conoscere sempre tutto. E aver sempre ragione.

Dopo l'ennesima linea di eyeliner messa correttamente, la ragazza si stufò anche di guardare quel genere di video, provando a ripiegare sulla televisione. Scorse brevemente la lista dei canali monegaschi, non trovando nulla che le interessasse. Optò quindi per passare alla rete internazionale, collegandosi tramite satellitare al palinsesto italiano. Solitamente su Rai Sport c'era sempre qualche documentario sportivo interessante.

Sorrise lievemente quando vide che in effetti trasmettevano un omaggio ad Ayrton Senna. Trascorse la seguente mezz'ora a criticare il modo in cui il giornalista narrava la storia del campione brasiliano, ma si ammutolì davanti alle immagini del suo incidente mortale. Era un rituale che metteva in atto sempre, come rispetto per il pilota che aveva perso la vita inseguendo il suo sogno dietro il volante di una monoposto. Ma quella volta si zittì anche per un'altra ragione.

Tra i soccorritori accorsi al Tamburello, Phoebe individuò immediatamente alcuni uomini con una divisa rossa con il marchio CEA stampato sulla schiena. Furono i primi ad intervenire e li vide chiaramente alzare le braccia ed agitarle verso la postazione dei commissari, il segno convenuto per avvertire che il problema era grave e che si richiedeva immediatamente l'intervento medico.

Afferrò il cellulare, cercando quasi in trance i video su Youtube dell'incidente di Roland Ratzenberger, avvenuto il giorno precedente rispetto a quello di Ayrton Senna. Stessa scena, sempre gli uomini dell'antincendio che raggiungevano la monoposto in pochissimi secondi attraversando la pista e che davano l'allarme. Phoebe rimase sconvolta dal fatto di non essersi mai accorta prima della loro presenza in quegli attimi fondamentali, li aveva sempre confusi con il resto dei commissari di pista. Invece ora riconosceva il loro ruolo.

Tutto ciò la spinse a ripensare ad Aidan. E al fatto che avessero un conto in sospeso.

Si alzò dal divano, accendendo il Mac che riposava sul tavolo del soggiorno. Navigò rapidamente nel sito della CEA squadra corse, cercando di individuare un contatto o qualcosa di simile. Quando aprì la schermata corretta sorrise sentendosi una idiota. Le chiedevano di indicare il suo nome e cognome insieme alla e-mail personale, mentre più sotto doveva scrivere il messaggio che voleva recapitare alla società.

Digitò velocemente i suoi dati anagrafici chiedendosi se l'avrebbero mai presa sul serio. Poi scrisse di getto 'Ciao idioti. Pensavo fosse palese ma forse devo scriverlo per farmi capire meglio. Riprendete Aidan Serafini.'

Rilesse il tutto, accorgendosi di essere stata troppo diretta e forse vagamente offensiva.

Si rimise all'opera, correggendo 'Sono Phoebe Evans, ma non credo serva una mia presentazione. Licenziate quel fastidioso Mattia e riassumete al suo posto Aidan.'

Fire is my elementDove le storie prendono vita. Scoprilo ora