2. "Hey daddy."

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Liam.

Io e Louis amavamo divertirci. Divertirci in locali di ogni genere, discoteche, per strada, a casa.. insomma, dappertutto.

Eravamo come fratelli. Ci conoscevamo da quando eravamo piccoli, mia mamma mi raccontò un giorno dell'amicizia che aveva con la madre di Lou, anche loro migliori amiche. Avevamo sempre il permesso di fare tutto perché si sa, quando le mamme vanno d'accordo tra loro, puoi stare sicuro di passare il resto della tua vita spensierato e felice con lui/lei.

Ovviamente la parola 'felice' era a volte una metafora per il mio carattere. Ammettevo di essere lunatico, di cambiare umore anche a distanza di ore, magari passando dalla gentilezza e dalla disponibilità alla più profonda acidità. Diciamo che io e lui eravamo un po' come il diavolo e l'acqua santa: al contrario suo, a me non me ne fregava niente delle conseguenze delle azioni.

Io e Louis non litigavamo mai, se non per qualche stupida scommessa. Con me valeva il proverbio ''L'apparenza inganna'': sembravo un bravo ragazzo, (laureato)..gentile, garbato ma in realtà ero tutt'altra cosa. Bè sì, forse un po' lo ero, ma come ho detto prima, credevo di avere due facce, una da bravo ragazzo e l'altra da cattivo ragazzo.

Molti erano i demoni che mi tormentavano e mi portavo con me ogni giorno, demoni del passato, nati da traumi infantili e adolescenziali, che in parte riuscii a superare ma l'altra parte -come la chiamavo io, la mia parte oscura- era sempre lì, pronta a dominare la mia anima rendendomi violento.

Io e Louis non avevamo proprio lo stesso carattere. Louis era calmo, a volte anche timido e introverso, con un anima e dei pensieri davvero molto profondi.

Me ne accorsi quando iniziammo a frequentare il liceo, quando commentava le poesie degli antichi greci come si commenta un quadro pieno di entusiasmo, di vita, di gioia e di passione, usando termini con dei significati molto profondi. Ovviamente prendeva voti molto più alti dei miei, anche se me la cavavo bene anch'io. L'unica cosa che ci accomunava era il divertimento. Ad entrambi piaceva divertirsi e non era forse questo uno degli elementi fondamentali in un'amicizia? Finito il college decidemmo entrambi di spassarcela per qualche anno, per poi diventare adulti e seri e trovarci un lavoro decente. Louis aveva in mente di insegnare filosofia, date le sue capacità intellettive e razionali. Io invece non sapevo ancora cosa fare, cosa diventare. Quegli anni che chiamavamo ''anni d'oro'' non erano ancora finiti del tutto, anzi.

Una sera infatti decidemmo di andare in un bordello molto famoso di Los Angeles, il nostro preferito: il ''Blues''. Non avevamo mai avuto relazioni davvero serie nella nostra adolescenza. Avevamo sempre quelle generi di relazioni che duravano si e no un paio di mesi, niente di più. Volevamo solo divertirci, vivere la vita in tutte le sue sfumature e, almeno io, il vero amore non l'avevo ancora incontrato. Una parte di me voleva incontrarlo ma la mia parte oscura voleva solo sveltine in quel periodo. Io ero profondamente etero mentre Louis si era accorto all'età di quattordici o quindici anni di avere un debole anche per i ragazzi.

Ci preparammo per uscire, era mezzanotte inoltrata. Louis, come al solito si vestì in modo molto semplice e pulito, con una maglia nera, dei blue jeans attillati e delle vans scure ai piedi. Io invece amavo attirare le persone con un solo sguardo o all'apparenza, il tipico colpo di fulmine. Quindi mi vestii di una canotta bianca con una scollatura notevole, dei jeans a vita bassa, un cappellino e delle nike bianche che si abbinavano perfettamente alla canotta.

Andammo a piedi, dato che il posto era molto vicino da casa di Louis. Quando entrammo, come sempre rabbrividii, un po' per l'eccitazione e un po' per la paura, dato che quel luogo e tutto ciò che si faceva lì dentro era ovviamente illegale. Anche Louis aveva un certo tipo di paura ogni volta che entravamo in quel posto, perché comunque nessun membro della nostra famiglia era al corrente di questo posto e del fatto che noi lo frequentavamo. Ci avvicinammo alla bacheca dove erano appese le foto della maggior parte delle ragazze che lavoravano lì. La mia attenzione fu attirata subito da una ragazza piuttosto minuta, con occhi verdi e capelli scuri e nella foto sorrideva in modo leggermente provocatorio.

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