9. "Stray Heart."

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Louis.

Dopo aver fatto una grande ed epica figura di merda con Harry, mi pulii l'addome e mi rialzai i boxer, poi mi lavai le mani e mi sciacquai la faccia per avere un aspetto più presentabile e dare delle spiegazioni al riccio. Uscito dal bagno del primo piano mi diressi in camera per parlargli al più presto.

«Harry? Sei qui dentro? Harry..? Harry? Dove sei finito?»

Notai il mio porta biancheria -nonché il cassetto più colorato del mondo- aperto con alcuni miei boxer mancanti. Harry se n'era andato. Se n'era dopo tutto quello che avevo fatto per lui. Insomma cazzo, non capivo il motivo. L'avermi sgamato a farmi una sega non era la fine del mondo per nessun ragazzo o ragazza, anzi. Okay, fosse stata mia madre l'avrei capito, ma un ragazzo con un età simile alla mia proprio no.
Ero incazzato come non mai, avevo bisogno di un po' d'aria per schiarirmi le idee. Di una cosa ero certo: non lo avrei rivisto mai più, né lo avrei cercato io visto il suo comportamento.
Proprio dopo essermi infilato una canotta grigia e dei pantaloncini da basket sentii la porta di casa aprirsi e un tono gentile si rivolse a me.

«Lou tesoro, ho visto Harry uscire correndo da qui in lacrime con alcune mutande in mano. E' successo qualcosa?»

Mia madre era sempre la solita ficcanaso. Mi dispiacque prendermela con lei ma non ero in me.

«Non sono cazzi tuoi mamma, questa è la mia vita privata e me ne sono andato via di qui per avere della privacy e non essere rotto di coglioni da tutti voi.»

«Bravo! Vattene di casa di nuovo!»

«Sta zitta.»

«Lou!»

«Ancora mamma? Io esco con Daniel, ciao.»

«Lou! Ti ricordo che stai uscendo scalzo..»

«Vaffanculo mà!»

Tornai in casa e presi un paio di ciabatte del mio patrigno e me ne andai sbattendo forte la porta sentendo un lieve "maleducato" dalla soglia.
Ma non mi importava più di niente ormai: l'abbandono di Harry mi aveva reso più forte alle situazioni e non avrei più fatto la femminuccia sdolcinata con nessuno.

«Daniel, sono io, Lou. Sono qui a San Francisco e ho voglia di vederti, ho bisogno di distrarmi. Porta la roba, sto andando al box.»

Daniel era il mio secondo migliore amico dopo Liam: noi tre passavamo tutti i nostri giorni di liceo nel box Mckinley che era perennemente vuoto e in affitto. Daniel era bisessuale ma non l'avevo mai visto con un ragazzo.
Sentivo qualcosa che mi turbava: sentivo di aver dimenticato qualcosa.
Oh cazzo, Liam!
Non lo sentivo dalla sera in cui era ubriaco e stonato. Con tutte il bene che gli volevo, non mi andava di chiamarlo. Dopotutto fare il dolce con lui non sarebbe servito a niente. Così gli inviai un messaggio.

"Liam. Sono Lou. Fatti vivo ogni tanto. Penso di tornare domani ad L.A. ci vediamo alle 7 sotto casa mia."

Dopo nemmeno 5 minuti ecco che arrivò la risposta.

"Sì sta tranquillo, ti devo far conoscere una persona. Ah, mi manchi Lou e scusa per l'altra sera: ero fuori di me.."

"Ne parliamo domani Li, un bacio"

Mentre ero intento a guardare il cellulare una figura maschile e alquanto attraente sobbalzò su di me.

«Lou, finalmente ci rivediamo: non puoi capire quanto ho sentito la tua mancanza in questi due anni!»

«Sei ancora arrabbiato con me per il fatto che me ne sono andato con Liam a L.A.?»

«No, anche se a ripensarci sei stato uno stronzo bello e buono!» e scoppiammo a ridere. Ovviamente mi aveva perdonato.

«Something wrong.»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora