15. "I want only you."

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Liam.

Avevo fatto una cazzata ed era solo colpa mia.
Il suo viso rigato dalle lacrime è stata l'immagine più brutta di questo periodo. L'incubo di ogni notte si era avverato: Zayn l'aveva scoperto, aveva scoperto che il suo incidente l'avevo provocato io.

Dopo aver sentito la porta sbattere, mi sentii vuoto, perso.
Louis era rimasto sconvolto, ovviamente non quanto me, però non se l'aspettava e non sapeva cosa dire.
Io ormai non mi sentivo più la voce e nemmeno nessuna parte del corpo. Dopo qualche minuto di assoluto silenzio Louis sussurrò:

«Liam...»

Rimasi ancora in silenzio ma dopo un po':

«Louis, v-voglio stare da solo..»

Lui sospirò e si alzò. Menomale che avevo un migliore amico così: non voleva approfondire quando si trattava di queste cose e non voleva assolutamente mettersi in mezzo.

«Grazie..» sussurrai mentre sentivo la mia voce rompersi leggermente.

«Liam non ringraziarmi. Mi raccomando, sappi che io ci sono quando vuoi. Ciao..»
mi baciò la fronte mentre mi accarezzava lentamente la schiena.

Quando sentii la porta chiudersi, scoppiai a piangere.
Perché dovevo ubriacarmi proprio quel giorno? Perché dovevo per forza essere lo spaccone della situazione della situazione?
Io non ero così, lo facevo solo per ricevere attenzioni.
Ma alla fine, l'unica persona per cui volevo davvero ricevere attenzioni se n'era andata e non aveva tutti i torti. Ma cosa mi era venuto in mente? Creare una relazione sotto un segreto così grave?
Me lo meritavo, fine della storia.
Ma mi mancava già.

Non mangiai nulla, avevo lo stomaco piccolo quanto una nocciolina.
Decisi dopo un po' di andare da lui per scusarmi di tutto e per dirgli definitivamente addio.
Continuai a piangere fino a qualche minuto prima di uscire di casa. Non mi venivano proprio in mente le parole da dirgli quando sarei arrivato a casa sua. Ma non lo potevo lasciare così. O meglio, il Liam Spaccone l'avrebbe fatto alla grande, condizionato dalla parte oscura, ma il Vero Liam no. Ormai il Liam che si scopava persone a casa, si ubriacava era morto. L'avevo ucciso il momento stesso in cui Zayn mi guardò negli occhi la sua prima volta.
Mi aveva cambiato, aveva fatto rinascere il Vero Liam.
Mi incamminai verso casa sua pensando a tutti i pochi ma bellissimi momenti che avevamo passato insieme in quegli ultimi giorni.
Non volevo perderlo ma purtroppo sarebbe andata così: il Liam Spaccone, prima di morire, aveva fatto la sua ultima cazzata. Era andata così, non si può cambiare i passato.

Suonai al campanello ed un brivido mi percosse tutto il corpo. Ero nel panico, non sapevo ancora cosa dirgli precisamente. Suonai di nuovo il campanello e ancora e ancora. Nessuno rispondeva.
Dopo il decimo tentativo mi preoccupai seriamente e cominciai a scrutare dalla finestra. Non vedevo niente, era tutto scuro sebbene fossero solo le sette del pomeriggio.

«Zayn? Zayn!?»

Avevo perso il controllo ed iniziai a pensare a tutte le cose brutte che potrebbe fare una persona così sensibile come Zayn. Non doveva accadergli nulla per causa mia.
Con una spallata sfondai la porta d'ingresso, l'avevo imparato da mio padre, che era un poliziotto.
Conoscendo bene la casa, corsi per cercarlo.
Aprii la porta del bagno quasi trattenendo il respiro e lo trovai lì, all'angolo della stanza con lo sguardo basso.

«Vattene.»

«Voglio parlarti, voglio scusarmi con te su tutto.»

Non continuò la conversazione, si alzò e si diresse in salone. Lo seguii non pronunciando nemmeno una sillaba.
Ci sedemmo, uno di fronte all'altro. Lui continuava ad avere gli occhi bassi come le prime volte in ospedale. Mi feci coraggio.

«Something wrong.»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora