4. "Illusion."

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Niall.

Mi svegliai in una stanza ampia, luminosa, ordinata e di un bianco splendente. Trasmetteva quasi serenità. Sobbalzai quando aprii gli occhi: avevo Josh steso accanto a me che mi stringeva dall'altezza dei fianchi. Allora non era tutto un sogno. Era vero che la notte prima mi aveva invitato a casa sua, che avevamo nuotato nella sua piscina, che ci eravamo baciati sino ad addormentarci. Ebbi un piccolo flashback che mi riportò la memoria: Josh, dopo esserci addormentati sul materassino in piscina, si svegliò per poi prendermi in braccio e portarmi nella sua camera da letto. Ovviamente io era in uno stato di dormiveglia anche perché non mi rendevo conto se tutto quello fosse reale o meno. Era ancora più adorabile quando dormiva, sembrava un cerbiatto. Purtroppo però dovevo andare via, si era fatto tardi e dovevo lasciarlo lì, immerso nel suo sonno e magari anche in probabili sogni. Così mi girai verso di lui accarezzandogli piano gli braccio con cui mi stringeva e cercai di allentare la presa con molto sconforto: adoravo quando qualcuno mi stringeva, mi faceva sentire protetto, sicuro. Gli baciai infine il naso così leggermente da sfiorarlo solamente e scesi dal letto molto molto lentamente per non svegliarlo. Mentre camminavo con passo felpato verso la porta, decisi che non potevo abbandonarlo così, senza nemmeno un segno, un avviso. Così mi diressi verso un mobiletto dove c'era un foglietto ed una penna. Gli scrissi:

''Josh, sono il biondino, Niall. Grazie per la nottata bellissima ma sono dovuto scappare per impegni. Ci sentiamo mh? Chiamami su questo numero: 213-7964370. Spero di rivederti, Niall''

e dopo rientrai per posarglielo sul letto accanto a lui. Lo baciai ancora una volta, le sue labbra erano diventata una piccola dipendenza per me. Era tardi, dovevo scappare. Uscii dalla porta e iniziai a camminare velocemente verso casa mia, non molto distante da lì. Una volta arrivato, mi andai a fare una bella doccia calda per rilassarmi e pensare a tutto ciò che era successo: non ci credevo ancora, era tutto semplicemente perfetto. Volevo chiamarlo, parlare con lui per ore e ore, vederlo di nuovo, baciarlo di nuovo. Non so se lui ricambiava tutte queste emozioni, dato che la sera precedente era ubriaco. Uscito dalla doccia decisi di ascoltare un po' di musica, ovviamente musica dei "Black and red option". In ogni canzone mi immaginavo lui suonare la batteria, dettare il ritmo con cassa e rullante in ogni bit, così come ha fatto nel mio cuore perché sì, ha insegnato al mio cuore a battere con un ritmo diverso, che solo lui può sentire.

Troppo sdolcinato per essere il secondo giorno da quando l'avevo conosciuto? Forse sì, ma era parte del mio carattere affezionarmi velocemente alle persone. Dovevo conoscerlo meglio però,il vero Josh, non quel Josh che leggevo nelle riviste da teenager, il belloccio dei "Black and red option", noto per le sue braccia muscolose e violentabili. Bhe c'era un pizzico di verità in quegli articoli: era davvero a parer mio il più bello della band. Mi assillarono tantissime domande in quel momento: ''Cosa fare?'' ''Dovrei chiamarlo? O forse no?''.

Decisi di andare dall'unica che mi avrebbe consigliato al meglio, che mi avrebbe dato risposte alle mie domande, ai miei dubbi e mi avrebbe sciolto quell'interminabile nodo allo stomaco che avevo da quando avevo lasciato Josh in quel letto: l'unica e inimitabile Chloe Smith. Mi capiva sempre, davvero. Le consigliavo da tantissimi anni di provare ad intraprendere una carriera da psicologa, avrebbe fatto un notevole successo. Solo che era una ragazza con la testa più dura di un masso, quindi non si faceva convincere molto facilmente, soprattutto quando non erano idee che le piacevano. Era una appassionata di arte e design, infatti nel futuro avrebbe voluto diventare una stilista o comunque una persona che lavorasse nel campo della moda. La chiamai prima di andare a casa sua, ero pur sempre un ragazzo educato.Dopo averle fatto un riassunto della situazione in 3 parole (mi, piace, JoshD.) lei non perse nemmeno un minuto prima di gridare:

«Se non sei qui entro mezz'ora, vengo a prenderti con un carroattrezzi.»

Ahh la mia pettegola, ficcanaso e dolce Chloe. Ricordo ancora quando avevamo solo 12 anni quando si innamorò così tanto di un ragazzo da seguirlo per tutto il tempo nei corridoi di scuola. Sembrava una psicopatica, lo giuro. Però non sembrava così agli occhi di quel ragazzo, il suo attuale fidanzato. Cominciai a pensare che le sue idee sul ''come conquistare qualcuno'' funzionavano. Sapevo che potevo contare su di lei sempre, mi avrebbe sempre aiutato a trovare la soluzione giusta ad ogni problema.

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