"Perchè stai piangendo?"mo chiese una voce,a me familiare.
Girai velocemente il capo facendo alzare i miei lunghi capelli castani all'aria.Fissai la gentile figura per due secondi,per poi porgerle un grande sorriso,strozzato tra le lacrime.
"Uhm...s-sono lacrime di gioia,aspettavo da tanto questo m-momento."balbettai tra i singhiozzi.
"Ohw,piccola cara..."i suoi grandi occhi castani fissavano ancora i miei,poi proseguì"Non devi piangere,ormai sei qui,ti ho preparato la camera,verso le 20:30 ceniamo,hai ancora alcune ore per conoscerli e sistemarti."mi porse un sorriso che ricambiai.
Poi con tranquillità lasciò il bagno,lasciandomi sola.
Decisi di pulirmi la faccia,anche se già avevano visto,credo,il mio viso pieno di lacrime salate.
Avevo paura per Mirko,paura che pensasse che l'odiassi per aver pianto.
Mi misi così davanti al grande specchio con la cornice dorata.
Da lì potevo osservare l'ampio spazio che doveva essere il bagno,pieno di porcellana e mattonelle,incredibile.
Lentamente aprì con cautela l'acqua gelida.
Ritrassi la mano per lo spavento,spostai il manico per riscaldarla.
Aspettai qualche minuto e riprovai a toccarla:andava benissimo.
Con cautela aprì le mani e passai l'acqua sulla mia faccia un po' stanca,chiusi gli occhi all'impatto e subito dopo,presi l'asciugamano alla cieca.
Dopo essermi asciugata per bene,inziai a premere il pulsante che azionava la luce,per spegnerlo,poi con cautela presi la maniglia dorata,disegnata raffinatamente,la spinsi e uscì dal bagno.
Con mia enorme sorpresa trovai Ester che mi invitò,con un cenno della mano,a seguirla.
Probabilmente voleva portarmi in camera mia.
Prima di salire,ovviamente,passammo per il salone,ma i ragazzi non c'erano,così chiesi ad Ester.
"Sai dove sono i ragazzi?"chiesi con incertezza,volevo cervare Mirko per scusarmi,per la mia sfacciataggine.
"Precisamente chi cerchi?"un sorriso malizioso comparve sulle sue labbra,mostrandomi i perfetti denti bianchi che vi erano all'interno.
"M-Mirko,v-volevo scusarmi p-per prima..."dissi io,abbassando lo sguardo,sentivo le guance riscaldarsi.
Forse Ester,comprendendo il mio disagio,non mi chiese nient'altro e mi indicò il luogo in cui si trovava.
"Prima delle scale,vai fuori,sarà sicuramente in giardino a giocare a calcio,tranquilla,è da solo."disse,indicando con la mano la porta enorme in cui si rifletteva il giardino fiorito.
Io la ringraziai,con un cenno del capo,e tutta irrigidita mi diressi verso l'ampio spazio verde.
Ester in effetti aveva ragione,trovai Mirko a giocare sul retro,con un pallone da calcio semplicissimo,tirando i colpi contronil muro,forse era arrbbiato,data la potenza con cui li sferrava.
Ce ne fu uno,che mi fece sobbalzare,sussultai spaventata,non me l'aspettavo.
Si era accorto di me.
"Cazzo." imprecai a bassa voce,a testa bassa,un gemito provenì dal suo stomaco:mi aveva sentita.
"Uhm,Francesca,giusto?"disse,forse rivolgendosi a me,non avevo il coraggio di alzare la testa,mi aveva fatto tremare il fatto che mi avesse rivolto la parola,di nuovo.
"Uhm...sì"risposi io,insicura.
"Daje,ora non sai manco il tuo nome?" mi disse in modo ironico,dopo si mise a ridere.
Lo seguì,in modo leggero,ma lui se ne accorse.
"Dimmi,perchè sei venuta da me?"disse,avvicinandosi di poco.
"Ehm...io..."balbettai,mi stavo innervosendo.
"Basta"pensai tra me e me"Devo prendere coraggio,ci starò vicino per 3 mesi e più,devo farmi forza."
Così decisi di parlare,alzai velocemente la testa,questo movimento lo sorprese,perchè si girò di scatto verso di me.
Le sue iridi castane fissavano le mie,dovevo parlare.
"Io devo,ehm...s-scusarmi con te,p-per prima."dissi in modo sicuro,non pensavo di dirlo con questo coraggio.
Un'espressione sorpresa attraversò il suo volto,poi dopo cominciò a parlare...
~Spazio autrice~
Ciao a tutte!c:
So che non aggiorno da tanto ma ho avuto dei piccoli problemi tra scuola e famiglia.
Continuerò la storia e spero che questo capitolo sia più maturo degli altri,ho fatto del mio meglio.
Vi auguro un buon Natale.
Arigatou.
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Don't let me go||Mirko Trovato
Fanfiction«Me lo prometti?» «Cosa?» «Che non mi lasci andare» «Sì,te lo giuro»