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La magia di Campo Tures

Capitolo 2

Anno: 1360 d. C.

Il sole stava sorgendo lentamente da est, i suoi raggi iniziavano ad illuminare Campo Tures. I contadini uscivano dalle proprie residenze e prima di partire alla volta dei campi, salutavano le mogli e i figli, per poi salire sui carretti trainati dai buoi e dirigersi verso una giornata piena di lavoro.

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Nel mentre le domestiche di corte entravano nella stanza dei regnanti per portare la colazione e preparare il bagno.

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Quando il sole fu alto in cielo, un messaggero entrò nella sala del trono e dopo essersi inchinato esclamò: "Un messaggio urgente per sua maestà!"

"Dimmi.." rispose il re mentre sorseggiava il prestigioso vino proveniente dalle regioni del sud.

"Girano delle voci in città, che ieri notte uno straniero sia entrato nel villaggio senza aver pagato il dazio di passaggio!" Gli occhi del re si aprirono a dismisura e si bloccò nel continuare a bere il suo adorato nettare di vita. Dopo qualche istante entrò un secondo messaggero con il volto pallido e a causa della corsa frenetica cadde per terra, ma egli, tuttavia atterrò già in posizione inchinata.

I presenti lasciarono uscire dalle proprie labbra una breve risata, però il sovrano li zittì battendo con forza il bicchiere sul braciere destro del trono: "Parla messaggero!"

"Le guardie del fronte hanno visto il famoso bandito Agust D addentrarsi prima nei nostri boschi e poi tra le nostre abitazioni!"

"Da solo?" domandò il principe ventenne. Il messaggere annuì e il re esclamò: "E' impossibile, i lupi si muovono in branco! Ma lui è da solo...Bhe meglio.."

"Padre cosa intendete fare?" chiese il ragazzo stringendo i pugni lungo i fianchi.

Il sovrano ultra cinquantenne e dalla pancia visibile per il troppo mangiare e bere, si alzò ed ordinò alle sue fidate guardie: "Fate aumentare i turni di guardia all'entrata della città, nel villaggio, ovunque. Se vedete qualcuno di sospetto portatelo al mio cospetto!"

"Perché così tanta preoccupazione per un misero bandito?!" domandò un nobile presente all'interno della stanza. Il principe precedette il padre e gli rispose con tono freddo e cupo: "Si dice che questo uomo sia a capo di una banda di briganti, e che lui quando combatte contro qualcuno sia più che spietato. Certe leggende narrano di lui...Parlano di aver ucciso a sangue freddo perfino delle guardie più fidate di un signorotto del regno Austro-ungarico."

Di fatti i soldati austro-ungarici erano i migliori, compivano un addestramento talmente duro e feroce che in guerra erano tali a delle macchine assassine, ma a quanto pare qualcuno era al di sopra di loro.

All'interno della stanza calò un silenzio di tomba e in lontananza d'improvviso si sentì il temporale avvicinarsi, le signore aristocratiche si affacciarono alle finestre e videro da una parte il sole e dall'altra l'arrivo di una tempesta. Il re, vedendo i suoi sudditi preoccupati disse: "State tranquilli, finché resteremo nelle nostre residenze costui non ci potrà far del male. Poi pensateci...Egli è solo uno, noi invece siamo in molti di più. Le nostre guardie sono molto meglio di quelle austriache"

I nobili liberarono la sala farfugliando tra di loro commenti poco sicuri, il re, invece, si alzò dal suo trono e si recò nel suo ufficio senza dire una parola e così il figlio preoccupato lo seguì a ruota.

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Yoongi si svegliò più rilassato che mai, aveva fatto una dormita che non aveva mai fatto prima. Aprii lentamente gli occhi e in un primo mento la vista era annebbiata, ma con il passare dei secondi essa andava a migliorare.

Il bandito con molta lentezza e accuratezza osservò la stanza in cui era e vide quanto bella fosse decorata, tentò di alzarsi ma delle corde lo bloccavano al materasso. Agust D sbuffò e quando si voltò verso il comodino vide che vi era posta la sua spada, tentò di togliere la mano sinistra dall'imbracatura, ma non ci riuscì perché essa era ben fatta.

Dopo un po' una voce lo bloccò: "Se continuerai a muoverti le corde segneranno ancora di più le tue braccia"

L'uomo spostò la sua attenzione sulla ragazza e quando i loro occhi si incontrarono qualcosa scattò, egli non aveva mai visto una donna così...così...Pura e naturale. Tutte quelle che aveva incontrato fino a quel momento erano in poche parole solo vogliose di pene e basta.

La fanciulla posò su un tavolino posto vicino al letto un vassoio pieno di prelibatezze, in verità era quasi considerato cibo dei poveri, ma in quel momento andava più che bene per Yoongi.

"E' la mia colazione?" domandò il bandito facendo un feto sguardo di disgusto.

"Si, perché? C'è qualcosa che non lo aggrada?" chiese la giovane non capendo cosa non andasse, si era messa anche d'impegno nel farla.

"Bhe...Ti sembra una colazione da porgermi?!..Ehh?"

SLAP!

"Fantastico schiaffi anche di mattina da una sgualdrina ...Mi ci voleva proprio. Sei un genio Yoongi!" pensò a bassa voce il ragazzo credendo di non farsi sentire, ma l'effetto fu contrario.

"Cosa hai detto presuntuoso?"

"Niente...Ahh Mi potresti slegare?!" domandò irritato il capo dei banditi.

"Che spiritoso che sei!. Intanto punto primo questa è casa mia e quindi mie regole! Punto secondo non sono tua parente è pertanto mi porti rispetto e mi dia del lei. Punto terzo ieri sera l'ho salvata io quando stava cadendo dal cavallo e con ciò-..."

"SUGA!! Come sta il mio destriero?! L'hai trattato bene vero?" domandò il ragazzo improvvisamente preoccupato del suo cavallo. 

T/n in quel momento rimase stupita di tale domanda, ma subito dopo si accorse che costui non le aveva portato rispetto per la seconda volta di fila.

𝐋𝐚 𝐦𝐚𝐠𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐂𝐚𝐦𝐩𝐨 𝐓𝐮𝐫𝐞𝐬 [𝐌.𝐘.𝐆𝐱𝐫𝐞𝐚𝐝𝐞𝐫]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora