||𝔞𝔯𝔯𝔦𝔳𝔬 𝔱𝔲𝔯𝔟𝔬𝔩𝔢𝔫𝔱𝔬||

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{𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐚}

<signorina siamo arrivati a Seattle> un suono professionale e dolce mi svegliò <si, grazie>. Mi alzai non del tutto cosciente e presi lo zaino dalla cappelliera.

Tentai di sciogliere con le dita il groviglio di nodi nei miei capelli, mi arresi poco dopo.

Passai tutti i controlli e mi diressi fuori dall'aeroporto.

Un ragazzo dalla pelle olivastra e i capelli lunghi e scuri legati sulla nuca si avvicinò trascinando la carrozzina di un  uomo dai stessi tratti di suo figlio, con il volto rugoso e gli occhi saggi.

<Emma!> mi salutarono <Zio Billy, Jacob> ricambiai il saluto <aspetta ti aiuto> il ragazzo mi sfilò di mano uno dei due borsoni prima che potessi fiatare <grazie> mormorai.

Mi accompagnarono su un furgoncino scuro, caricai i le valigie nel bagagliaio.

<allora com'è l'Arizona?> chiese Billy, probabilmente stupito del mio silenzio <assolata e calda> risposi guardando fuori dal finestrino, Jacob rise <l'in contrario di Forks insomma> <si> mi sforzai di ridere.

Passò un'ora e mezza di viaggio, durante la quale risposi a tutte le sporadiche domande.

<Eccoci arrivati> annunciò Billy in vista di una casetta piccola e rossiccia, scesi dall'auto goffamente, Jacob mi prese prima che cadessi a terra <qua il terreno non è asciutto come in Arizona> scherzò, inutile dire che la poltiglia fangosa a terra non centrava nulla con i miei problemi di equilibrio.

Si ostinò a portare una delle mie due valigie.

<Ecco qui la tua nuova casa> presentò con un gesto teatrale appoggiando la borsa a terra.

<porto in camera i bagagli> si offrì <grazie> seguendolo fino ad una piccola scalinata, mi portò in una stanza; aveva il soffitto spiovente, un letto molto grosso pieno di cuscini, una di quelle sedie-amaca e una scrivania di lato al letto.

<ti lascio disfare le tue cose> uscì dalla stanza impacciato.

Colsi l'opportunità di ordinare la camera, misi i capi d'abbigliamento nell'armadio e i libri su una mensola vuota, quelli in più li appoggiai sul comodino. 

I quaderni della mia nuova scuola erano già sulla scrivania, decisi di dare un'occhiata al programma di studi, avevo già fatto quasi tutto.

Sentii qualcuno bussare alla porta.

<Avanti> dissi <ciao Emma, mi domandavo se ti andava di andare al cinema con due miei amici> propose, decisi di accettare per pura cortesia <certo> mi sorrise <beh allora usciamo alle 5:30, andiamo a Port Angeles> <fantastico> mi sforzai di ricambiare il sorriso.

Decisi di andare in bagno per sistemarmi un po', mi piazzai davanti allo specchio con il Beauty Case in mano.

Il mio volto già di norma pallido sembrava più giallastro del solito, gli occhi nocciola erano circondati da occhiaie scure e i capelli castani sembravano alghe aggrovigliate poggiate sulle spalle.

Presi una spazzola e li pettinai con foga, con il solo risultato di ritrovarmi le setole piene di capelli.

<Emma è ora di andare!> urlò Jacob <arrivo> corsi all'entrata con il portafogli in mano <che fai? offro io> prese la pochette e la lanciò sul divano <va bene, grazie> mi sorrise e aprì la porta porgendomi il mio cappotto.

Salii  sul furgone <che film c'è?> domandai <un film d'azione> di sicuro meglio di una commedia romantica. annuii in silenzio. 

Dopo poco più di mezz'ora di viaggio arrivammo davanti ad locale, sull'insegna luminosa c'era scritto CINEMA in caratteri cubitali.

<Aspettiamo Quil ed Embry>  si appoggiò alla vetrina <va bene> <Jacob!> esclamarono due ragazzi <Quil, Embry vi presento Emma. mia cugina> con un gesto mi indicò.

<Piacere io sono Quil> mi porse la mano <Emma, piacere mio> ricambiai la stretta, <io sono Embry, piacere di conoscerti> mi sorrise <piacere di conoscerti>

<Entriamo, ho già i biglietti> 

Il Film era un bagno di sangue senza fine con morti impossibili ed insensate.

<beh, faceva proprio schifo> commentai una volta fuori dalla sala, scoppiammo tutti a ridere <si> concordarono ridendo.

Quando ci calmammo Jacob propose <torniamo a casa, ciao Quil, Embry> <ciao> risposero sorridendo.

Tornammo  a casa in  silenzio, il ritorno sembrò durare molto più dell'andata.

Parcheggiò affianco all'abitazione.

Scesi impacciata ed andai direttamente in camera. Mi liberai del cappotto e mi sdraiai sul letto ancora vestita.

Non so quanto tempo restai così, ma dopo un po' mi alzai e presi il computer.

Aprii la posta elettronica: 

"Emma scrivimi quando arrivi" 

Era mia mamma, decisi di inviare subito un messaggio:

"mamma tranquilla, sono arrivata stamattina.

oggi fortunatamente non piove, ma non c'è neanche il sole. La mia camera è bellissima, anche se un po' piccola"

premetti il tasto invia.

Andai in cucina e guardai in frigo, non c'era molto quindi decisi che il giorno dopo sarei andata a fare la spesa. Presi un pacco di spaghetti e misi l'acqua a bollire.

<se vuoi cucino io> offrì Jacob <no, sono convinta che faresti disastri> 

Apparecchiai la tavola e chiamai tutti a mangiare <complimenti, erano davvero buoni> commentò Billy <grazie> 

Salii in camera e dopo essermi preparata andai a letto esausta. 



                                                                                  SPAZIO   AUTRICE

𝓬𝓲𝓪𝓸 𝓪 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓲, questo è il primo capitolo spero vi piaccia, se è così mettete una stellina.

mentre se avete consigli ho avete notato degli errori non preoccupatevi e segnalateli nei commenti.


𝓾𝓷  𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮  𝓬𝓸𝓷  𝓬𝓪𝓷𝓲𝓷𝓲 || Jasper CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora