||𝔩𝔞 𝔪𝔦𝔞 𝔰𝔱𝔢𝔩𝔩𝔞 𝔭𝔯𝔦𝔳𝔞𝔱𝔞||

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{𝐫𝐞𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐚}

Jasper pov 

Per la mia prima volta andai ad osservare Emma. 

Sapevo che era pericoloso, il patto stava per essere infranto. Uscii dalla mia camera attraverso la finestra, con due grandi balzi saltai su un'albero.

Sapevo più o meno la strada, arrivai spostandomi da un ramo all'altro. Cercai di lasciare meno tracce possibili.

La vidi, dalla piccola inquadratura, incorniciata dal legno rovinato e dal davanzale.

Era bellissima, i suoi capelli cadevano sulle spalle in onde leggere, lucidi come la seta. La sua pelle pallida sembrava la neve intatta e candida di prima mattina. I suoi occhi erano due perle, il loro color cioccolato era venato da qualche pagliuzza dorata. Assolutamente perfetta.

Era seduta su un lato del letto, si lasciò cadere all'indietro, questo ultimo gesto le fece svolazzare la larga maglietta bucherellata che aveva indosso. 

Sbuffò facendomi ridere. Era così divertente, bizzarra......ed unica. Unica al mondo.

Si rialzò di scatto, come se si fosse ricordata qualcosa di molto importante.

Prese il computer ed iniziò a digitare sui tasti di plastica.

Passarono dieci minuti in cui il ticchettio sonoro dei tasti riecheggiava per tutta la stanza, le sue strane espressioni variarono spesso, il volto pareva ancor più pallido davanti allo schermo luminoso.

Appoggiò il PC sulla scrivania e spense la luce, la stanza era illuminata solamente dalla luna. Si sdraiò.

Il suo dolce respiro divenne lento, il suo cuore si rilassò.

<Jasper> mormorò, Come poteva sapere della mia presenza? mi aveva visto? non era possibile che stesse ancora dormendo, la sua voce era così nitida e chiara.

<Jasper> ripeté, si girò verso di me, perfetta e dormiente. Mi stava sognando.

Sulle sue labbra si formo un sorriso. Non era un incubo.

Rimasi a fissare impietrito la ragazza addormentata. 

I quel momento desideravo avere il dono di Edward, sapere ogni suo singolo pensiero.

Emma pov

Mi alzai ed andai direttamente in bagno, non guardai neanche l'ora.

Con mio stupore lo specchio rifletteva una ragazza diversa, le sue guance erano un po' più rosee i suoi occhi più vispi, non più circondati da occhiaie. 

Mi pettinai i capelli e li lasciai sciolti.

Andai in cucina <di buon umore oggi?> chiese Billy <già> risposi addentando una brioche.

Presi il cappotto e corsi fuori accompagnata da Jacob. Mi accompagnò a scuola in silenzio.

<ciao Jacob> lo salutai una volta scesa dall'auto <ciao Emma> partì.

Vidi la sagoma perfetta  di Jasper, mi avvicinai <ciao> gli sorrisi <ciao Emma> mi mostrò le fossette.

<mi domandavo se ti andasse di incontrare la mia famiglia....> propose speranzoso <ehm si, certo> accettai ansiosa <hai paura?> s'incupì <se non gli piaccio?> chiesi, lui scoppiò a ridere <gli piacerai, tranquilla.> mi calmò mostrandomi una schiera di denti perfetti.

<Credo sia ora di andare> mormorai dopo il suono metallico della campanella <già> annuì lui.

Alzò lentamente la mano tremante, mi accarezzò la guancia con il dorso.

Mi lasciò tante piccole scosse bollenti.

Arretrò di un passo e se ne andò.

Corsi nell'aula e mi sedetti accanto a Bella.

<ciao> sussurrai mentre il prof spiegava <ciao> bisbigliò lei.

Le lezioni della mattinata passarono lentamente.

Suonò la campanella che segnò la pausa pranzo, mi alzai di scatto ed uscii dall'aula. Lui era li. Appoggiato allo stipite della porta. Un dio greco che mi aspettava sorridendo. Un Michelangelo perfetto mi mostrava le fossette.

Senza dire nulla mia affiancò per andare in mensa. Probabilmente tutti ci stavano guardando, non me ne accorsi. Osservavo il suo volto, era meglio di qualsiasi altra cosa,  i tratti dolci erano meglio di quelli degli angeli dipinti da artisti. Il suo sorriso era una stella, la mia stella privata. 

<Emma> mi risvegliò dai miei sogni trattenendo una risata <cosa prendi?> domandò indicando il bancone del cibo, sbattei più volte le palpebre <Non ho molta fame, prendo una panino e una bottiglia d'acqua> raccolsi le cibarie su un vassoio.

Lo segui fino ad un tavolo più isolato degli altri.

<A cosa stavi pensando prima?> chiese incuriosito <nulla di importante mentii malamente, mi sorrise <come no>

Iniziai a mordicchiare il panino, lui mi interrogò su tutto: mia mamma, i miei fiori preferiti ed altre domande innocenti.

<Qual'è il tuo colore preferito?> domandò inaspettatamente, arrossii <oggi l'oro, fra una settimana probabilmente il nero> facile capire il perché. mi sorrise e continuò con l'interrogatorio.

Anche a biologia continuò con le domande. 

Il suono della campanella ci fece scattare in piedi. Uscimmo dall'aula in silenzio <A domani> salutò fermandosi <a domani> mormorai triste, mi sorrise e mi accarezzò lo zigomo con il polpastrello.


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𝓬𝓲𝓪𝓸 𝓪 𝓽𝓾𝓽𝓽𝓲 ♡

vorrei ringraziarvi per le 60 visualizzazioni, per me sono un grosso traguardo!

ecco qui il capitolo, spero vi piaccia!

𝓾𝓷  𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮  𝓬𝓸𝓷  𝓬𝓪𝓷𝓲𝓷𝓲 || Jasper CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora