||𝔯𝔢𝔤𝔞𝔩𝔬||

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<Dove sono tutti?> chiesi entrata nella casa deserta, <Hanno deciso di farci un regalo, lo faranno anche a Bella ed Edward> mi strinse a se.

<Eccoli> esclamò sentendo delle risate. <Emma, Jasper, venite!> strillò Esme. Uscii incuriosita, la donna mi porse una chiave di ferro battuto con un nastro blu legato attorno <Emh, grazie Esme> mormorai confusa, si mise una mano in fronte con fare teatrale, gli altri ridacchiarono.

<Vieni> mi trascinò nel bosco, una casetta carinissima comparì davanti a me, sembrava venire da una favola. Il tetto rosso era ricoperto di edera, così come i muri di pietra. Il piccolo giardinetto era circondato da uno steccato di legno e da rose. Il vialetto di ghiaia portava ad una porta.

<Oddio Esme è favolosa> saltellai felice. <Ne sono contenta, vi lascio soli> scappò via con un sorriso dolce dipinto in viso.

Jasper mi prese in braccio e mi portò dentro casa, era arredata alla perfezione, rispecchiava i miei gusti e quelli di Jasper nei mobili e decorazioni, tutti eterogenei tra loro, ma rendendola particolare, e per nulla esagerata.

<Che ne dici?> <Dico che è perfetta> sorrise.

<Qui c'è la cabina armadio, qui la cucina, là il bagno...qui la nostra camera>, entrò in una stanza, era sui toni chiari prediletti dei Cullen, un letto a baldacchino occupava il centro del locale, le coperte bianche ricadevano leggiadre sui bordi.

Sentii crescere il desiderio dentro di me, Jasper mi poggiò a terra, i suoi movimenti si erano fatti più cauti e timidi, anche lui provava la mia stessa brama?

Lo stinsi a me, tentando di essere delicata. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò, mi avvinghiai a lui. 

Sentii la stoffa del vestito lacerarsi tra le sue mani, sorrisi sulle sue labbra. Anche la sua camicia non durò molto.

Mi poggiò sulle coperte soffici, il desiderio divenne bisogno mentre la sua bocca si incastrava alla perfezione nella mia, come se fossero fatte apposta. 

Era perfetto, in tutto il suo corpo, centimetro per centimetro.

Una soddisfazione nacque dentro me mentre scoprimmo che non solo le nostre labbra erano fatte per incastrarsi.

Non sentii più nulla, se non il suo tocco delicato sulla mia pelle, se non i suoi baci sul mio collo e sulle mie labbra.

Mi resi conto che la mia vita era perfetta. Non avrei mai potuto sognare di meglio. Ogni piccolo dettaglio sprigionava gioia. Ho ottenuto ciò che non meritavo, ma a quanto pare era da sempre mio. Ed ora ero pronta, felice ed entusiasta di poter vivere per sempre accanto a persone che amavo.

Vidi il sole sorgere, mentre un raggiò entrò nella stanza la pelle di Jasper sfavillò. <Ti amo> mormorai osservando il suo volto, mi sorrise, <Ti amo> rispose, quelle due parole mai come prima sembrarono vere.

<Meglio se andiamo> sussurrò con della delusione nella voce. <Andiamo> acconsentii alzandomi, feci per dirigermi verso la cabina armadio, ma due braccia mi fermarono.

<Stavo pensando ad una cosa> annunciò a bassa voce <Cioè?> <Insomma un giorno in meno non è nulla in confronto a l'eternità, no?>, non risposi, mi unii solo alla sua bocca soffice e dolce.

E come la prima volta il piacere fu esorbitante, la passione divenne onerosa. Era insopportabile, un desiderio smisurato per solo due persone. 

Un altro giorno passò, troppo veloce.

<Ora dovremo andare. E magari devo scoprire dove Esme ha preso la tastiera del letto, la lampada che c'era sul comodino, e anche le coperte...> Mormorai mentre le sue labbra accarezzavano la mia pelle, osservai il legno spezzato, i cavi a terra e i brandelli di tessuto. <Si>ridacchiò, si alzò e prendendomi in braccio mi portò nella cabina armadio. 

Frugai per un po', mi misi dei Jeans larghi ed una maglia di cotone elasticizzato.

Stinsi la sua mano, entrai nel grande salone, tutta la famiglia era lì.

Mi sedetti sul divano, appoggiando la testa sulla spalla di Jasper <Grazie davvero per la casa, è bellissima, Esme tu ci sai fare davvero> commentai, sorrise dolcemente. <Ah ma è ancora in piedi?> chiese ridendo Emmett, Rose trattene una risata. Jasper gli lanciò un'occhiataccia. <Che c'è fratello, non sopporti di essere battuto?> continuò Emmett, Jasper mi guardò dolcemente, gli diedi un bacio. 

<Avete per caso giocato a scacchi? mi dispiace di essermi perso il torneo> Rise ancora. <Smettila> sibilai. <Ok, ok>.

Mi schiarii la voce, <Esme?> chiamai <Si?> <Ti ricordi dove hai comprato la tastiera del letto, la lampada e le coperte?> chiesi, lei sorrise <Le ordinerò questo pomeriggio> <Grazie>. L'espressione di Emmett era un misto di incredulità e divertimento.


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Ciao a tutti, capitolo tanto atteso, eh?

spero vi piaccia.

𝓾𝓷  𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮  𝓬𝓸𝓷  𝓬𝓪𝓷𝓲𝓷𝓲 || Jasper CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora