||𝔅𝔞𝔱𝔱𝔞𝔤𝔩𝔦𝔞||

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Il primo di gennaio era arrivato, erano circa le cinque di mattina. Passammo tutto il viaggio a parlare della vita di Nahuel e Huilen.

<Speriamo di arrivare in tempo> commentò il ragazzo, <Manca circa un ora> informò la vampira. <Ce la faremo> dissi, probabilmente stavo tentando di convincere più me stessa.

Jasper mi mancava a morte, almeno l'avrei rivisto...

<Mettiti qui> consigliai, la ragazza parcheggiò. <Nahuel> chiamai chinandomi per far salire il ragazzo sulla mia schiena, si aggrappò.

Raggiunsi correndo la villa dei Cullen, deserta. Seguii le loro scie.

<é molto importante che voi restiate a una decina di metri da me, parlate quando vi faccio segno. Va bene?> <si> acconsentirono con aria seria.

<Grazie> ero agitatissima, se lo scontro fosse già iniziato? se qualcuno si fosse ferito?

Avvolsi i due con lo scudo e camminai. Raggiunsi i margini dell'enorme radura innevata, la mia famiglia era in compagnia di molti altri vampiri sconosciuti, non potevo osservare i loro volti, mi davano le spalle.

Erano circondati da più di una dozzina di lupi. Estesi il mio scudo fino a proteggere tutti.

-Edward! pensai -Edward ci sei?- 

-ok mi sento stupida- 

-Edward ho la soluzione, ho trovato un ibrido come la piccola! non è pericoloso, ed ha  150 anni- continuai.

<Emma> Esultò sottovoce Edward. <Quindi il nodo della questione è la crescita di Renesmee?> chiese <esatto> rispose il sussurro esile ma chiaro di Aro. <Quindi se si potesse prevedere ci lascerete in pace e torneremo amici?> domandò sarcastico.

<Ma certo Edward> la voce di Aro era confusa, non capiva dove volesse arrivare.

<Emma perché non vieni?> chiese ad alta voce, girando un poco il capo.

<Ma certo Edward> uscii dalla vegetazione <Venite, vi proteggo io> dissi più piano.

Mi avvicinai al centro della disputa, passando accanto alla mia famiglia, vidi lo sguardo meravigliato di Jasper, si accese una scintilla nei suoi occhi. <Ti amo> mimai con le labbra.

Due obre scure si avvicinarono, Demetri e Felix.

Mi presero per le braccia strattonandomi, <Levatemi le mani di dosso> ordinai con voce fredda <Se no? che ci farai?> mi prese in giro il più magro dei due. <Questo> li spinsi via di qualche metro con lo scudo, controllando che fosse ben saldo.

<Sono andata a cercare testimoni per conto mio> annunciai, <Avete già abbastanza testimoni, dobbiamo votare> controbatté Caius, il fratello lo zittì con la mano.

<Loro sono Nahuel e Hulien,  perché non raccontate la vostra storia?>  la donna mi guardò nervosa, le sorrisi per incoraggiarla. <Mi chiamo Huilen. Un secolo e mezzo fa abitavo con il mio popolo, i Mapuche. Mia sorella si chiamava Pire. I nostri genitori le avevano dato il nome della neve sulle montagne perché aveva la pelle chiara. Ed era bellissima, fin tropo bella. Un giorno venne a confidarmi il segreto dell'angelo che l'aveva scoperta la andava a trovare di notte. Io la misi in guardia> scosse la testa, addolorata. <Come se non fossero bastati i lividi sulla pelle a metterla in guardia. Sapevo che si trattava del Lobishomen delle nostre leggende, ma lei non voleva ascoltarmi. Era sotto l'effetto di un incantesimo. Quando fu sicura che il figlio dell'angelo oscuro le stava crescendo dentro, me lo disse. Non cercai di scoraggiarla dal suo progetto di fuga: sapevo che persino il nostro padre e nostra madre avrebbero convenuto che quel bambino doveva essere ucciso e Pire assieme a lui. L'accompagnai nelle zone più remote della foresta. Lei cercò il suo angelo demonio, ma non trovò nulla. Mi presi cura di lei e cacciai per lei quando le forze le vennero a meno . Si cibava di animali crudi, beveva il loro sangue. Non avevo più bisogno di conferme su quello che lui portava in ventre. Ma lei amava il bambino che le cresceva dentro. Lo chiamò Nahuel, come il giaguaro, quando diventò forte e le spezzò le ossa; nonostante questo continuava ad amarlo. Non riuscii a salvarla. Il bambino uscì dal grembo facendo a pezzi il corpo della madre, e lei morì presto, mentre supplicava senza sosta di prendermi cura del suo piccolo Nahuel. Fu il suo ultimo desiderio, e accettai di esaudirlo. Però lui mi morse quando cercai di sollevarlo dal corpo della madre. Andai a nascondermi nella giungla a morire. Non mi allontanai di molto perché il dolore era troppo. Ma lui mi trovò: Il neonato si era fatto strada a fatica nel sottobosco fino ad arrivare a me e mi aspettò.  Quando il dolore finì, trovai il piccolo accoccolato vicino a me che dormiva. Mi sono presa cura di lui finché non è stato in grado di cacciare da solo. Cacciavano nei villaggi della nostra foresta, restando in disparte. Non ci siamo mai allontanati da casa, ma Emma è venuta da non in cerca di aiuto.>.

<Nahuel hai 150 anni?> chiese Aro. <Si, decennio in più decennio in meno, non li contiamo. Ho raggiunto la maturità circa sette anni dopo la mia nascita>

<E di cosa ti nutri?> la sua voce si era fatta improvvisamente partecipe. <Sangue, soprattutto, ma anche cibo da umani>.

<Sei stato capace di creare un immortale?> <Si ma nessuna delle altre sa farlo> Aro alzò bruscamente le sopracciglia.

<Qualche anno dopo la morte di mia madre, mio padre è venuto a cercarmi, è stato felice di trovarmi. Aveva due figlie, ma nessun figlio maschio. Si aspettava che mi unissi a lui, come avevano fatto le mie sorelle. Si sorprese di non trovarmi solo. Le mie sorelle non sono velenose, ma non so se dipenda dal sesso o dal caso, chi può dirlo? comunque io avevo già formato una famiglia con Huilen e cambiare non mi interessava>  spiegò

<Tuo padre come si chiama?> chiese Caius, a denti stretti. <Joham>, rispose Nahuel <Si considera uno scienziato. è convinto di creare una nuova razza eletta> non si sforzò di nascondere il disgusto.

<Tua figlia è velenosa?> domandò Caius a Bella <No>

Caius ringhiò. <Prendiamoci cura dell'anomalia che c'è qui e poi proseguiamo verso sud>, incalzò.

<Fratello> disse piano a Caius, <pare che qui non ci sia pericolo. Questo sviluppo è davvero insolito, ma non ci vedo nessuna minaccia. Sembra che questi mezzi vampiri siano uguali a noi>

<Questo è il tuo voto?> chiese Caius <sì>.

Aro si girò, <Miei cari>, gridò <Oggi non si combatte>.

E le ombre piano piano scomparirono all'orizzonte. Ed a quel punto capii; ce l'avevamo fatta.

I miei occhi cercarono solo una persona. E lo vidi, mi sorrideva.

Potevo rimirare i suoi occhi dorati, i suoi capelli biondo miele,  il suo volto perfetto.

Colmai i pochi metri che ci separavano, <Non sai quanto mi sei mancata> sussurrò <Non sai quanto ha fatto male lasciarti>.

Si mise una mano in tasca ed estrasse qualcosa di piccolo, si inginocchiò.

<Emma Scarlet?> i suoi occhi ardevano. <Prometto di amarti per sempre, ogni singolo giorno, per l'eternità. Mi vuoi sposare?> Avrei voluto dire un sacco di cose vergognosamente sdolcinate e romantiche, che forse nemmeno nei suoi sogni mi aveva mai sentito dire. Eppure sussurrai solo: <Sì>.

Aprì la piccola confezione ricoperta di velluto blu scuro, dentro una diamante brillante e per nulla esagerato era incastonato nella montatura sottile oro.

Alzandosi prese l'anello e lo infilò nell'anulare sinistro.

I suoi occhi sfavillavano di gioia.

Mi diede un bacio, tanto dolce.

<Jasper?> chiesi tentando di non rovinare il momento. <Perché avevi l'anello in tasca?> <Ce l'ho da un bel po', aspettavo il momento giusto> ridacchiai e gli diedi un altro bacio.


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𝚌𝚒𝚊𝚘 𝚊 𝚝𝚞𝚝𝚝𝚒, ecco qui il capitolo, spero vi piaccia! 


𝓾𝓷  𝓪𝓶𝓸𝓻𝓮  𝓬𝓸𝓷  𝓬𝓪𝓷𝓲𝓷𝓲 || Jasper CullenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora