Sto facendo un casino.
Non sono pronta.
Non sono ancora pronta ad abbandonare i miei sogni.
La scuola era uno stato di stasi positiva in cui il futuro non poteva entrare, perché era ancora da decidere e ogni possibilità era valida.
Fuori la realtà ha il sopravvento.
Ma io non sono pronta.
A scuola potevo permettermi di sognare il futuro ideale.
Fuori le idee non pagano le bollette.
E io non sono pronta ad abbandonare i miei sogni.
Non so chi sono senza i miei sogni.
Cosa dovrei fare?
Lavorare incessantemente fino a quando non mi renderò conto che mi sta uccidendo?
Il problema è che già lo so.
Il mio problema è che conosco la realtà, per questo non voglio entrarci. So quanto schifo faccia. So che i sogni non sono accettati se non hai un modo autonomo per supportarli.
Le persone normali si portano dietro quei sogni con l'illusione che si possano realizzare fino a quando non aprono gli occhi.
Io ho già gli occhi spalancati. Non mi è concessa nemmeno l'illusione.
Non sono pronta.
Come faccio a dire addio ai miei sogni?
Non voglio.
Non sono pronta.
E ho paura. Cosa diventerò senza di loro?
Che senso avrà la mia vita? Che senso potrò darle?
Io non lo so. Non sono pronta. Una bambina in un corpo adulto, ecco cosa sono.
Ho paura.
Sto facendo un casino.
Non sono pronta. Non sarò mai pronta.
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Analisi introspettiva dell'esistenza
Non-FictionIo. Tu. Egli. Tutti. Nessuno. Pochi. Chi lo sa, di cosa parlo? Temo di aver abusato del mio stesso titolo.