“Grazie per il tuo aiuto. Lo accetteremo con gioia. Per favore, coprici finché non raggiungiamo l’uscita.” Queste furono le prime parole che il leader dei «Gatti Neri della Luna Piena», Keita, mi rivolse. Erano passati ben cinque mesi da quando era iniziato SAO. Per poter recuperare materiali per forgiare armi, mi ero avventurato per i labirinti a dieci piani sotto la linea del fronte dell’epoca. Come Beater, mi ero dato da fare sin dall’inizio, sfruttando l’esperienza accumulata come beta tester. Adottando un approccio da solo player, mi aveva permesso di accumulare punti esperienza in maniera molto efficiente. Avevo raggiunto il punto di poter sconfiggere i mostri del fronte anche tutto da solo. D conseguenza, cacciare ad un livello più basso era diventata una cosa semplice e noiosa per me. Lungo la strada per uscire dal labirinto, avevo incontrato un party che scappava, inseguito da un’orda di mostri. Come solo player, mi resi conto immediatamente che si trattava di un team non bilanciato. In una squadra di cinque elementi, l’unico che poteva combattere da ariete era un tizio con una mazza e uno scudo. Poi c’era un ladro armato solo con una daga, uno con una staffa a due mani e due lancieri. Tuttavia, non appena il tipo con la mazza subiva troppi danni, non c’era nessuno che potesse dargli il cambio. Come risultato, questo tipo di squadra poteva solo arretrare lentamente. Per determinare le loro capacità, controllai gli hit points di ognuno di loro. Sembravano più che sufficienti per permettergli di raggiungere in sicurezza l’uscita. Ma sarebbero stati spacciati se avessero trovato un altro gruppo di mostri lungo la strada. Dopo aver atteso esitante per un po’, sbucai dal mio nascondiglio e parlai al tipo con la staffa che sembrava essere il leader. “Vuoi che vi dia una mano?” Il tipo con la staffa mi osservò confuso e sorpreso, e dopo un attimo di esitazione annuì. “Scusa per il disturbo, ma se avverti pericolo scappa immediatamente.” Annuii e poi estrassi la spada che portavo dietro la schiena, mandando un grido al tipo con la mazza per dargli il cambio. Poi partii all’assalto contro i mostri. Il nemico era un gruppo di goblin che avevo sconfitto a vagonate mentre cacciavo per conto mio. Avrei potuto sconfiggerli facilmente se avessi dato fondo alle mie abilità. Anche se non fossi riuscito a difendermi da un attacco, sarei durato per un sacco di tempo grazie alla mia abilità «battle healing» che mi permetteva di recuperare gradualmente gli HP. Però ero preoccupato. Non dei goblin, ma dei giocatori che stavo aiutando. In genere, era considerato scortese se un giocatore di alto livello scendesse a cacciare e fare casino ai livelli inferiori. Se la cosa andava avanti per parecchio, il giocatore veniva ammonito e veniva mandata un’istanza per prendere provvedimenti alle gilde dei piani alti. Il giocatore sarebbe finito quindi nella lista di quelli dal comportamento indecoroso e sarebbe stato sottoposto ad una vasta gamma di punizioni. Anche se questa poteva essere vista come una situazione d’emergenza, ero comunque preoccupato. Se non avessi fatto attenzione, mi avrebbero bollato come Beater invece di mostrare gratitudine. Quindi rallentai di proposito i miei movimenti, impiegando più tempo del necessario per abbattere i mostri. All’epoca non potevo sapere che la mia decisione avrebbe condotto ad un errore irreparabile. Il gruppo di goblin venne finalmente sconfitto dopo aver fatto più volte a cambio con il tipo con la mazza, dopo che ebbe ripristinato i suoi HP con delle pozioni. Quando questo party di cinque persone si mise ad esultare rimasi sconcertato. Si scambiarono tutti il cinque per celebrare la vittoria. Anche se imbarazzato, sorrisi e strinsi le mani di tutti quelli che me le porgevano. L’unica ragazza del party, una ragazza dai capelli neri e dalla lunga lancia, mi strinse la mano con entrambe le sue mentre ripeteva tra le lacrime: “Grazie...... Grazie mille. Avevo tanta paura...... quando sei venuto ad aiutarci, sono stata molto felice. Grazie infinite.” Sentire quelle parole da una ragazza che stava piangendo mi fece sentire un’emozione indescrivibile. In quel momento fui felice di essere stato abbastanza forte da poterli aiutare. Anche se ero un solo player dall’inizio del gioco, quella non era la prima volta che aiutavo qualcuno nei guai. Tuttavia, durante gli attacchi organizzati lungo la linea del fronte, era una regola tacita aiutarsi a vicenda. Dato che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei avuto bisogno di aiuto, aiutavo tutti quelli che potevo senza pretendere nulla in cambio. E poi di solito chi veniva aiutato, ringraziava al massimo a parole. Era il modo migliore per gestire il prezioso silenzio tra una battaglia appena conclusa e quella che sarebbe iniziata subito dopo. Però, loro – i «Gatti Neri della Luna Piena» erano diversi. Il party era sopraffatto dalla gioia persino dopo aver vinto un round di una battaglia, e ognuno si complimentava con l’altro per gli sforzi. Quando mi proposi di accompagnarli all’uscita, per loro fu come se fosse partita una di quelle ridicole fanfare della vittoria dei vecchi RPG a giocatore singolo. Probabilmente erano un po’ come una famiglia. In effetti, erano le persone come loro, quelle che stavano affrontando nel migliore dei modi la follia pura chiamata SAO. “Ero preoccupato per le poche pozioni rimaste...... Se non è un problema, possiamo tornare insieme all’uscita.” Keita annuì e poi rise verso di me. “Grazie mille per il tuo aiuto.” No, quando finalmente compresi che l’unico a trovarla un’esperienza rinfrancate ero io, erano ormai passati sei mesi dalla scomparsa dei «Gatti Neri della Luna Piena». Come giocatore che aveva scelto la strada del solo player per accumulare potere, difendere qualcuno molto più debole di me donava l’impagabile sensazione di soddisfazione che si prova quando sai che tutti dipendono da te.. Lungo la strada del ritorno accettai l’invito di Keita ad un pub per bere qualcosa. Così brindammo per l’occasione, con del vino rosso che loro consideravano costoso. Quando le mie presentazioni furono terminate, Keita mi chiese esitante informazioni sul mio livello quando l’atmosfera si fu calmata. Mi aspettavo questa domanda. Perciò avevo pensato ad un numero fasullo piuttosto probabile. Il numero che avevo pensato era tre livelli sopra il loro livello medio...... ma era anche venti livelli al di sotto del mio vero livello. “Huh! Puoi giocare da solo da queste parti al tuo livello attuale?” La mia espressione triste quando risposi a Keita lo sorprese. “Non c'è bisogno di parlare in questi termini...... Gioco da solo, ma attacco solo i nemici isolati evitando il loro campo visivo. Però non è un metodo molto efficace.” “Oh...... Ho capito, allora...... Anche se potrà sembrare improvviso...... ma credo che molte gilde ti inviteranno ad unirti molto presto...... Quindi, ti andrebbe di unirti alla nostra gilda?” “Eh......?” Vedendo che non sapevo cosa rispondere, il volto di Keita, che era tutto rosso per l’emozione, si mosse per parlare di nuovo. “Guarda, al nostro livello attuale possiamo esplorare tranquillamente il labirinto in cui eravamo prima. Per quanto riguarda le abilità per salire sopra...... dovresti aver compreso le nostre circostanze. L’unica persona che può fungere da ariete è Tetsuo. Ma la sua ripresa non è in grado di tenere testa ai danni che subisce. Quindi le battaglie diventano man mano più impossibili. Se avessimo un altro compagno che si unisse a noi, le cose si semplificherebbero di non poco. Poi...... Sachi, vieni qui un momento.” Keita a lzò la mano e chiamò ad alta voce la ragazza corvina che usava la lancia. La piccola ragazza chiamata Sachi si avvicinò timidamente reggendo un bicchiere di vino rosso e annuì quando la guardai. Keita poggiò una mano sulla fronte di Sachi prima di continuare e poi disse: “L’abilità primaria di questa ragazza, come puoi vedere, è di usare la lancia lunga a due mani. Ma la sua abilità è inferiore rispetto a quella dell’altro utilizzatore di lance del nostro gruppo. Quindi vorrei sfruttare quest’occasione per convertirla in un’utilizzatrice di spada e scudo. Finora non ne abbiamo mai avuto l’occasione. E poi non abbiamo molta familiarità con le spade ad . Ti va di farle da insegnante?” “Ehi! Mi stai trattando come una ragazzina!” Sachi fece una linguaccia e sorrise, prima di aggiungere: “Questo è dovuto tutto al fatto che finora attaccavo il nemico dalla distanza. Se fosse sorta improvvisamente la necessità di ingaggiare il nemico dalla corta distanza, è ovvio che mi sarei sentita spaventata.” “Finché ti riparerai con lo scudo sarai al sicuro. Quante volte devo ripeterlo per fartelo capire...... sul serio. Hai sempre avuto troppa paura.” Io conoscevo solo la tragica situazione del fronte, dove molti morivano miseramente. No, secondo la mia opinione, in qualsiasi MMORPG i giocatori competevano incessantemente per le risorse. Quindi, il loro modo di fare era allo stesso tempo atipico ed affascinante. Quando Keita si accorse che lo stavo osservando, arrossì timido e aggiunse: “Ah...... I membri della nostra gilda in realtà sono tutti membri del club di informatica dello steso istituto scolastico. Infatti lei vive molto vicino a casa mia...... Ah, non preoccuparti se qui sono tutti troppo gentili a volte. Riuscirai ad integrarti alla perfezione.” Tutti in quel gruppo, Keita incluso, erano bravi ragazzi. Era una cosa che avevo capito fin dal viaggio di ritorno fatto insieme. Mi sentii in colpa quando ingannai quei ragazzi e forzai un sorriso. “Allora...... Permettetemi di unirmi a voi. E inoltre, prendetevi cura di me, per favore.” Con un secondo ariete, l’equilibrio del team dei Gatti Neri aumentò drasticamente. No, se qualcuno di loro avesse avuto dei dubbi alla mia unione, avrebbero scoperto che per qualche strano motivo, i miei HP non calavano mai. Tuttavia, questi ragazzi avevano creduto a quello che gli avevo detto, e cioè che questo mio cappotto aveva status difensivi e di recupero formidabili, una vera bugia—e non hanno mai dubitato di me. Durante le battaglie, io dovevo occuparmi solo di difendere il gruppo, lasciando che i miei compagni abbattessero i mostri per guadagnare punti. Keita e gli altri livellarono in fretta, e dopo appena una settimana che mi ero unito a loro, ci stavamo allenando al piano di sopra. Eravamo seduti in una zona sicura del dungeon. Keita stava mangiando un bento che Sachi gli aveva preparato mentre mi raccontava il suo sogno tutto eccitato, “Ovviamente la sicurezza dei nostri alleati è la cosa più importante per noi. Però...se la sicurezza fosse stata l’unica cosa che ci interessava, avremmo potuto barricarci nella città iniziale. Dato che ci stiamo allenando così duramente, speriamo di poter entrare tra i clearer un giorno. La linea del fronte è così fuori la nostra portata che possiamo lasciarla solo alle gilde più forti come i Cavalieri del Sangue e alla Divina Alleanza dei Draghi...eh, Kirito, qual è la differenza tra noi e loro?” “Eh...un, le informazioni. Ricevono continuamente informazioni sulle aree in cui l’allenamento è più efficiente, come ottenere le migliori armi, e così via.” Questo era il motivo per cui mi trovavo nella squadra d’attacco, ma Keita non sembrava contento della mia risposta. “Questa...è chiaramente una motivazione. Ma pensavo si trattasse di forza di volontà. Il loro desiderio di proteggere i loro compagni e gli altri giocatori insomma. E che fosse a causa di questo desiderio che riuscissero a vincere le battaglie contro i boss. Noi siamo quelli che vengono protetti, ma i nostri sentimenti non sono da meno dei loro. Quindi...Sento che se continuiamo ad impegnarci duramente, riusciremo a raggiungere il loro livello un giorno.” “Si…Hai ragione.” Anche se dissi così, non credevo che le motivazioni di cui parlava fossero poi tanto nobili. Il motivo per cui i clearer spiccavano tra tutti gli altri è che avevano sempre degli spadaccini che spiccavano tra migliaia di giocatori. Se davvero volessero completare SAO per proteggere gli altri, avrebbero dovuto condividere informazioni e tutto il resto con i giocatori meno forti. In questo modo avrebbero fatto aumentare facilmente il livello degli altri, così da far aumentare il numero di persone che si sarebbero unite alle loro file. Il motivo per cui non agivano in quel modo è perché speravano di essere i più forti. Ovviamente questo valeva anche per me. Infatti, avevo l’abitudine di sgusciare via silenziosamente di notte per andare ad allenarmi da solo lungo la linea del fronte. Questo mi permise di mantenere le distanze con il livello degli altri membri dei Gatti Neri. Anche se sapevo come sarebbe andata a finire, continuai a tradirli. Comunque sia, ero convinto che se il loro livello fosse continuato ad aumentare, saremmo stati in grado di lottare lungo le il fronte. E pensavo che l’idealismo di Keita avrebbe potuto cambiare gli altri clearers. Infatti, i Gatti Neri stavano migliorando con quella che si poteva definire una velocità anomala. Ci allenavamo in un posto che utilizzavano anche quelli che combattevano al fronte ormai. Sapevo tutto di quel luogo, sia i posti più pericolosi che quelli più proficui. Continuavo a guidarli con maestria, scegliendo sempre le soluzioni migliori, facendo salire il livello medio dei Gatti Neri molto al di sopra di quello della maggior parte degli altri giocatori. Quando mi ero unito eravamo a dieci piani dalla linea del fronte, ma il distacco era sceso rapidamente a cinque. Continuammo a guadagnare esperienza e col, e presto riuscimmo a risparmiare abbastanza da costruirci una base. Tuttavia c’era un problema. La trasformazione in spadaccina di Sachi non poteva andare oltre. Non c’era nulla da fare. Quando si affrontava un gruppo di mostri selvaggi, una delle cose più importanti era mantenere la calma ed il coraggio per resistere fino alla fine. Fin da quando era cominciato SAO, molti giocatori erano morti proprio perché si erano spaventati ed erano andati nel panico. Se proprio dovevo dirlo, Sachi era la tipica ragazza impaurita che nessuno si sarebbe sognato di sfruttare come ariete in battaglia. Non c’era alcun bisogno che Sachi combattesse in quel modo, dato che i miei status superavano di gran lunga le difese che potevano darle i suo scudo. Ma gli altri membri non erano d’accordo. O piuttosto, non volevano che io fossi l’unico ariete e che mi stancassi troppo. Anche se non diceva niente poiché il morale della truppa era ottimo, io sapevo che Sachi cominciava a non sopportare oltre quella pressione. Poi una notte, Sachi sparì dal nostro accampamento. Tutti pensavano che il motivo per il quale non riuscivamo a localizzarla sulla mappa era perché fosse entrata da sola in un dungeon. Questo fece preoccupare tutti i membri che si misero subito a cercarla. Io ero l’unico ad insistere nel cercarla fuori dai dungeon. Il motivo era che esistevano vari luoghi in cui non era possibile rintracciarla. In realtà possedevo già l’abilità di alto livello 'Tracciatura' che permetteva di rintracciare persino i nemici. Ma ovviamente non potevo dirlo ai miei amici. Mentre Keita e gli altri correvano verso il dungeon di quel livello, Io andai nella stanza di Sachi, attivai la mia abilità, e seguii le orme verde chiaro che erano apparse. Le piccole impronte si dirigevano in una direzione che tutti, me compreso, non si aspettavano. Era sparita nei pressi di una fogna abbastanza distante dalla strada principale. Abbassai la testa e ci entrai, e vidi che in un angolo buio in cui non ci sarebbe dovuto essere altro che acqua, Sachi era accovacciata con indosso un mantello nuovo, uno di quelli che rendevano invisibili. “...Sachi.” Quando la chiamai, ebbe un sussulto e alzò la testa mormorando, “Kirito...come sapevi che ero qui?” Esitai su cosa risponderle e alla fine decisi. “Istinto.” “...Capisco.” Sachi sorrise e poi affondò la faccia tra le ginocchia. Mi sforzai per pensare a qualcosa di adeguato da dire, e dissi qualcosa che mancava terribilmente di creatività, “...Sono tutti preoccupati per te. Hanno persino mandato delle persone nel dungeon per cercarti. Sbrighiamoci e torniamo dai.” Stavolta calò un lungo silenzio. Dopo qualche minuto, stavo per ripetere le stesse cosa, ma la voce flebile di Sachi mi raggiunse per prima, “Ehi, Kirito, scappiamo via.” Risposi d’istinto, “Scappare...da cosa?” “Da questa città, dai Gatti Neri, dai mostri...da SAO.” Non ero abituato a trattare con le ragazze—o altre persone in generale, quindi ci misi un po’ ad afferrare. Dopo averci pensato su per bene, risposi timidamente, “Vorresti...che commettessimo un doppio suicidio?” Dopo un breve silenzio, Sachi sorrise. “Fufu...si, potrebbe andare bene...no, scusa. Ho mentito. Se avessi avuto il coraggio di suicidarmi non mi sarei mai nascosta in questa città...né sarei scesa in battaglia. Siedi anche tu.” Non sapendo cosa fare, mi sedetti accanto a Sachi sul pavimento di pietra. Dall’entrata semicircolare potevo vedere le luci della città come se fossero delle stelle. “...Ho paura della morte. Ho così tanta paura da non riuscire più a dormire la notte.” Alla fine Sachi ammise la realtà. “Perché è successa una cosa del genere? Perché non possiamo lasciare il gioco? Perché rischiamo la vita anche se è solo un gioco? Cosa potrebbe guadagnarci quel Kayaba da tutto questo? Che senso ha tutto questo...” Potevo dare una risposta a ciascuna di quelle cinque domande. Ma sapevo che Sachi non voleva realmente sapere la realtà. Feci del mio meglio per pensare e dissi, “Probabilmente non c’è alcun senso...e nessuno potrebbe guadagnarci qualcosa. Quando le cose sono diventate così, tutti abbiamo perso le cose a noi più care.” Trattenni le lacrime mentre raccontavo un’enorme bugia alla ragazza. Avevo mentito a me stesso per essere più forte, e avevo goduto della soddisfazione di questo segreto quando ero entrato nei Gatti Neri. In un certo senso, li avevo solo usati. In quel momento, avrei dovuto dire tutto a Sachi. Se solo avessi avuto un briciolo di sincerità, avrei dovuto rivelarle la mia terribile vera natura. In quel modo avrei potuto davvero alleviare un po’ del suo dolore, e si sarebbe potuta anche rilassare. Tuttavia, l’unica cosa che feci fu mentirle ancora, per difendere solo me stesso. “...Tu non morirai.” “Perché dici questo?” “...Anche allo stato attuale, i Gatti Neri sono una gilda potente. Abbiamo anche raggiunto un livello piuttosto altro. Se rimani nella gilda, sarai al sicuro. E poi non devi per forza diventare una spadaccina.” Sachi alzò lo sguardo e mi mostrò un espressione fiduciosa. Ma non riuscii a guardarla dritto negli occhi e spostai lo sguardo. “...Sul serio? Pensi che possa sopravvivere fino alla fine? E tornare alla realtà?” “Ahh...non morirai. Sopravviverai fino al giorno in cui il gioco verrà completato.” Erano parole vuote e non avrebbero convinto nessuno. Eppure Sachi si avvicinò a me, adagiò la testa contro la mia spalla e pianse. Dopo un po’ mandai un messaggio a Keita e gli altri e riportai Sachi al nostro hotel. Sachi andò in camera sua per riposare, ed io scesi al bar al primo piano per aspettare il ritorno degli altri. Dissi loro un paio di cose—Sachi aveva bisogno di molto più tempo per diventare una spadaccina, e se possibile avrebbe preferito continuare ad usare la lancia. L’ariete avrei continuato a farlo io. Keita e gli altri si chiedevano cosa fosse successo tra me e Sachi, ma poi accettarono allegramente la mia proposta. Sospirai per il sollievo, ma questo non risolveva la questione principale. Dalla notte successiva, Sachi venne a dormire in camera mia. Disse che se fosse rimasta insieme a me non sarebbe morta, e sarebbe stata in grado di dormire. Così facendo non potevo più sgattaiolare via nottetempo per allenarmi. E il mio senso di colpa per aver mentito a Sachi e gli altri non diminuiva affatto. Per qualche motivo, questi ricordi sono compressi come una palla di neve nella mia mente, quindi non riesco a ricordare molto bene. Una cosa di cui ero certo è che io e Sachi non abbiamo avuto una relazione. Non abbiamo mai dormito insieme nello stesso letto, non ci siamo mai accoccolati, non abbiamo mai parlato d’amore né ci siamo mai guardati. Eravamo più come due gatti randagi che si leccavano le ferite. Sachi si dimenticava delle sue paure quando stava con me, ed io mi affidavo a lei per affogare i miei sensi di colpa. Esatto—Fu grazie a Sachi se per la prima volta mi resi conto in prima persona di questo tipo di problemi relativi a SAO. Prima di allora non avevo compreso la portata del terrore suscitato dal gioco. Mi limitavo ad abbattere sistematicamente i mostri come avevo fatto durante il beta test, e mi premuravo di livellare a dovere. Io non ero il Paladino Heathcliff, ma da quel che potevo ricordare, i miei HP non erano mai finiti nella zona rossa. Mi affidavo facilmente alle mie vaste risorse. Una volta capito che c’erano così tante persone terrorizzate a morte da questo gioco, mi sentii come sollevato dai miei sensi dio colpa. Ovviamente fu tutto merito del difendere Sachi e gli altri Gatti Neri. Per mia stessa soddisfazione, dimenticai di aver nascosto il mio livello per entrare nella gilda, dimenticai di essere stato io a salvarli, facendogli credere che sarebbero potuti diventare una gilda di alto livello. Tutte le notti, prima di addormentarmi avrei consolato Sachi, dicendole ‘non morirai, non morirai, ce la farai’ come un mantra. Ogni volta, Sachi mi faceva un sorriso e si addormentava tranquilla. Ma alla fine, anche Sachi morì. Meno di un mese dopo quella notte in cui la trovai, fu uccisa da un mostro avanti ai miei occhi, ed il suo corpo e la sua anima andarono in frantumi. Quel giorno, Keita voleva comprare una casetta e farne la nostra base, prese il denaro che avevamo messo da parte e andò a parlare con i giocatori che ne erano proprietari. Sachi, Io e gli altri membri stavamo ridendo mentre osservavamo che la lista degli oggetti comuni ai membri della gilda era praticamente vuota. Ma dopo un po’, Tetsuo, il tipo con la mazza disse, “Andiamo nel dungeon nel frattempo, proviamo la funzione e facciamo prendere un colpo a quel tipo.” Andammo in un dungeon in cui non eravamo mai entrato, che si trovava a soli 3 piani dal fronte. Ovviamente avevo già combattuto in quel posto, sapevo che si potevano guadagnare tanti soldi e in fretta, ma anche che era pieno di trappole. Ma non dissi niente a loro. I nostri livelli erano adeguati, quindi la caccia stava proseguendo bene. Dopo un’ora avevamo guadagnato la cifra che ci eravamo prefissati, e proprio quando stavamo per tornare e fare acquisti per rifornirci, il membro della gilda che fungeva da ladro scovò una cesta del tesoro. Gli dissi di ignorarla. Ma quando mi chiese il perché, non potevo di certo rispondere che da questo piano in poi le trappole erano quasi impossibili da disinnescare, e quindi potei solo scrollare le spalle e dire che il mio istinto non si fidava. L’allarme suonò violento, e i mostri si riversarono in quella stanza come un’onda impetuosa. Capendo immediatamente che le cose si stavano mettendo male, dissi a tutti di usare i cristalli di emergenza e di scappare. Ma quella era un’area in cui non si potevano utilizzare cristalli—fu allora che tutti quanti, me compreso, caddero nel panico. Il primo a morire fu il ladro che aveva attivato l’allarme. Poi toccò a Tetsuo, e l’uomo con la lancia lo seguì subito dopo. Io usai tutte le abilità che avevo tenuto nascoste, sbaragliando ondate di mostri alla volta. Ma ce n’erano troppi e non riuscii a distruggere la cesta che continuava a suonare. Quando gli HP di Sachi calarono a zero, lei allungò la mano come se avesse voluto dirmi qualcosa. Nei suoi occhi lucidi c’era ancora tutta la fiducia che aveva in me, come se non stesse succedendo per davvero. Non ricordo come sono sopravvissuto. Quando mi ripresi, nella stanza non c’erano più mostri né i miei 4 alleati. Ma anche in quella situazione avevo perso solo circa la metà dei miei HP. Incapace di pensare, tornai all’hotel. Keita, che aveva poggiato sul tavolo la chiave della nostra nuova casa, ci stava aspettando, ascoltò la mia storia—di come erano morti i 4 compagni, di come ero sopravvissuto, e rimase in silenzio. Disse qualcosa riguardo come i “beater” come me non avevano il diritto di unirsi a loro. Scappò via da quella città, e io lo seguii, e lo vidi saltare giù dalla balaustra del piano, nel vuoto infinito in cui galleggiava Aincrad. Quello che aveva detto Keita era vero. Senza appello. Fu la mia arroganza a causare la morte dei 4 membri dei Gatti Neri della Luna Piena—no, di tutti e 5. Se non mi avessero mai incontrato sarebbero rimasti nelle zone sicure, e non avrebbero mai attivato quella trappola. Per sopravvivere in SAO, non bisognava affidarsi a statistiche numeriche e livelli, ma avere informazioni utili. Io avevo fatto aumentare a dismisura i loro livelli ma avevo taciuto sulle informazioni. Era una tragedia che avevo causato con le mie mani, e avevo ucciso io stesso Sachi, proprio io che avevo giurato di proteggerla. Se mi ha maledetto alla fine, non posso certo biasimarla. Il motivo per cui cercavo l’oggetto di resurrezione, era per poter sentire le ultime parole che non aveva potuto dirmi.
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