«Vorpal Strike» brillò nell’oscurità, e con la sua luce rosso sangue gli HP di due mostri insettiformi andarono a zero. Confermando con la visione laterale che i mostri fossero finiti in frantumi poligonali, riposi la spada subito dopo essermi sbloccato, e mi voltai per bloccare l’attacco di una mandibola grossa e acuminata. Poi usai la medesima «Sword Skill» per finirlo; Emise un Giiii prima di morire e frantumarsi in mille pezzi. Questa potente abilità per le spade a mano singola era apparsa per la prima volta tre giorni fa, Quando la mia «Abilità con le Spade ad una mano» aveva raggiunto il livello 950, e si era dimostrata estremamente utile. Sebbene avesse un tempo di recupero piuttosto lungo, la sua portata era lunga circa il doppio della lunghezza della lama della spada; ed il fatto che sviluppava la stessa potenza di un attacco con una lancia a due mani la rendeva davvero interessante. Ovviamente se l’avessi usata in battaglia contro altri giocatori, loro avrebbero saputo sfruttare il suo punto debole contro di me in un baleno. Ma l’IA dei mostri non poteva competere con cose come questa. Potevo usarla e spazzare via i mostri con la sua luce rossa in tutta sicurezza. Dopo aver lottato per ore sotto la fioca luce delle fiaccole, sentivo che la mia concentrazione stava scemando. Non riuscivo più a contrattaccare a dovere alle loro mandibole o al loro muco acido. Sebbene attaccassero in gruppi numerosi, questi mostri non erano uno scherzo. Questo posto si trovava appena tre piani al di sotto della linea del fronte al 49esimo piano, e questi erano mostri molto potenti. Sebbene fossi a posto con il mio livello, se mi avessero attaccato in gruppo e mi avessero colpito, sarei finito ben presto nella zona gialla. Per affrontare questi rischi e scendere in un livello già conquistato c’era solo una ragione. Questo era il posto migliore per guadagnare punti esperienza tra le aree di allenamento attualmente conosciute. Le formiche giganti che spuntavano dalle cave intorno al crepaccio erano forti, ma i loro HP e le loro difese erano molto bassi. Finché evitavi i loro attacchi potevi spazzarle via con facilità. Ma come avevo detto prima, quest’area brulicava di questi esseri, ed una volta circondato non ci sarebbe voluto molto per morire, quindi non era un’area molto adatta ai solo player. Dato che era un’area molto gettonata per l’allenamento, ad ogni squadra era concessa solo un’ora di allenamento. Ero l’unico solo player presente. Persino ora riconoscevo volti famosi allineati all’entrata del dungeon. C’erano un bel po’ di espressioni annoiate che scrutavano da questa parte. Fosse stata solo impazienza, sarebbe stato normale. Ma quella gente parlava di me come "L’Idiota più Potente" o "Imbroglione" – ma ovviamente io non ne sapevo niente. Il mio timer mostrava 57 minuti. Decisi di concludere spazzando via l’ultima ondata di mostri. Feci un respiro profondo, per attingere alla poca concentrazione che mi era rimasta. Mentre i mostri si avvicinavano sia da destra che da sinistra, lanciai un pugnale a quella a destra per rallentarla e uccisi quella a sinistra con la combo a tre colpi «Sharpnail». Voltandomi verso l’altra, usai «Vorpal Strike» per spazzare via l’altra formica. Durante il periodo di impedimento seguente all’uso di quell’abilità, usai il mio guanto destro per ripulirmi dell’acido che mi aveva colpito. Con un suono elettronico, i miei HP calarono leggermente, poi colpii forte il suolo per saltare. In aria colpii la parte molle del dorso della formica e la uccisi. Per le altre due usai delle catene a sei colpi per eliminarmi. Prima che apparisse il successivo gruppo di formiche dalle loro tane, me la squagliai. Dopo aver percorso i trenta metri di quella vallata in cinque secondi, rotolai fuori dalla piccola entrata prima di riprendere fiato. Annaspando in cerca d’aria, mi chiesi se quel bisogno fosse solo mentale o se anche il mio corpo fosse nelle medesime situazioni. In ogni caso mi sentivo lo stomaco contratto, ed incapace di trattenere i conati, così mi accasciai al suolo come una foglia secca. Mentre ero steso al suolo, sentii molti passi affrettarsi verso di me. Sebbene fossero tutte persone che conoscevo, non riuscii neppure a salutarle. Agitando flebilmente la mano per salutarli, sentii una voce familiare ed infastidita. "Il mio livello ed il vostro sono già alti a sufficienza, quindi oggi non prenderò parte all’azione. Ascoltatemi. Non lasciate che la formazione si disgreghi, e prestate sempre attenzione alle persone intorno a voi. Non vergognatevi se doveste trovarvi nei guai e vi dovesse servire aiuto, gridate e correrò ad aiutarvi. E inoltre, scappate non appena la regina esce allo scoperto." Dopo aver ascoltato le direttive del loro leader, cinque o sei risposero con "Si!" oppure "Ho!", e il rumore di passi si allontanò gradualmente. Respirai pesantemente un paio di volte, e dopo essermi finalmente riposato, mi alzai in piedi e mi poggiai ad un albero con la mano destra. "Prendi!" Afferrai con piacere la pozione curativa, la stappai con il pollice, e la bevvi avido. Sebbene sapesse leggermente di limone amaro, in quel momento per me era deliziosa. Buttai a terra la bottiglietta vuota, la osservai svanire in una tenue luce rossa e alzai lo sguardo. Klein, il leader della gilda «Fuurinkazan» che avevo conosciuto all’inizio di SAO, indossava ancora la sua sudicia bandana, aprì la bocca e parlò con quel suo volto dalla barba sfatta: "Kirito, mettila come ti pare, questo è decisamente assurdo. A che ora sei venuto oggi?" "Eh... alle 8 del mattino." Dopo aver risposto con voce roca, Klein mostrò un’espressione esagerata di disappunto. "Ehi ehi, sono già le due del pomeriggio, sei stato qui per sei ore. In un posto del genere poi, vuoi morire per caso?" "Tranquillo. Durante l’attesa posso riposarmi per due ore." "Quindi se non si presenta nessuno saresti disposto a continuare a combattere!" "Ecco perché ho scelto questo orario per venire. Se fossi venuto durante il giorno avrei dovuto aspettare per cinque o sei ore." Klein rimase scioccato e rispose "Idiota". Si tolse quindi la katana dal fianco e si sedette accanto a me. "...Riguardo la tua forza, mi è bastato vederti il primo giorno qui in SAO per capirlo... a che livello sei adesso?" Mantenere il segreto su certe cose era la chiave per rimanere in vita. Non chiederlo, era quindi una regola non scritta in SAO. Ma finora non c’era mai stato motivo di tenerlo nascosto a Klein, quindi risposi onestamente. "Oggi sono arrivato al livello 69." La mano con cui si grattava il mento si fermò improvvisamente, e gli occhi seminascosti dalla bandana si aprirono per lo stupore. "...Fai sul serio? Da quanto sei a dieci livelli sopra di me – e poi non capisco. Ultimamente stai livellando molto più di prima. Sicuramente ti stai allenando anche nelle ore del giorno in cui qui viene poca gente. Perché ti spingi a tanto? Non voglio sentire una risposta come......"per finire il gioco". Anche se diventi il più forte di tutti, il ritmo di certe cose verrebbe comunque stabilito dalle gilde più potenti come la CdS." "Non badarci; Sono diventato un maniaco dei livelli. Guadagnare punti exp mi fa sentire in pace con me stesso." Guardandomi rispondere con un sorriso sornione, Klein mise su un’espressione molto severa. "Non scherzare... lo so anch’io quanto sia faticosa una vita del genere. Giocare da solo è incredibilmente spossante per la mente...anche se il tuo livello si avvicina a 70, stare da soli in quest’area è decisamente fuori questione. Vuoi correre il rischio, ma avrai un limite anche tu. Che senso ha livellare così tanto se poi rischi di morire per la stanchezza? Fuurinkazan è una gilda composta da Klein e amici che ha conosciuto anche prima di SAO. I suoi membri sono una cricca che detesta gli sforzi non necessari, e come suo leader, Klein, non fa eccezione. E' una brava persona, ma per una persona del genere, preoccuparsi in questo modo per uno come me, temo che sia perché deve, affinché io capisca quali siano le sue ragioni. Per aiutare Klein, che non è molto bravo con le parole, aprii bocca con un sorriso. "Tranquillo, non devi più fingere di essere preoccupato. Vuoi sapere se il mio obiettivo è la Flag Mob, giusto?" Flag Mob è un mostro necessario per completare una quest. Appare sia una volta ogni poche ore che una volta ogni parecchi giorni, ma tende spesso ad apparire vicino al Boss, quindi non è uno scherzo. Quindi per abbatterlo, spesso i giocatori devono approntare squadre molto simili a quelle per sconfiggere i Boss. Klein mostrò un’espressione dura e si grattò la mascella. "...Non che mi interessasse scoprirlo..." "Non devi più nasconderlo. Il fatto che hai pagato per avere informazioni sul Boss di Natale da Argo...anche io ho comprato le stesse informazioni da lei." "Cosa?!" Klein spalancò occhi e bocca. "Quella Argo... il suo soprannome, Ratto, non è solo per scena allora." "Quella ragazza venderebbe qualsiasi tipo di informazione, persino i suoi status. Comunque, sappiamo che il nostro obiettivo è il Boss di Natale, ed io ho comprato tutte le informazioni reperibili da un NPC. Quindi saprai che è per questo che sto accumulando quanti più punti esperienza possibili e non ho intenzione di fermarmi." "Ah... scusami. Ora si che la cosa ha un senso." Klein si grattò la testa e continuò. "Mancano 5 giorni alla vigilia di Natale... tutte le gilde stanno cercando di livellare prima che appaia il Boss di Natale, anche solo di un livello se possibile. Ma gli idioti che si allenano a soli per tutta la notte sono rari. Fortunatamente la mia gilda ha dieci membri, quindi abbiamo buone chance di abbattere il Boss. Sai, dato che è un’occasione da «Una Volta L’Anno» questo Flag Mob, non è ceto una cosa che puoi sperare di cacciare da solo. "......." Incapace di rispondere, mi limitai a fissare l’erba secca e marroncina. Un anno dopo l’inizio di SAO, praticamente intorno al secondo Natale, cominciò a spargersi una voce per tutto Aincrad. Un mese fa, gli NPC su tutti i piani hanno cominciato a parlare tutti della stessa quest. Si mormorava che durante il Mese dell’Agrifoglio, e cioè nella notte del 24 Dicembre, in una foresta, sotto i rami di un albero immenso, il mostro leggendario «Nicholas il Rinnegato» avrebbe fatto la sua comparsa. A chiunque fosse riuscito a sconfiggerlo, sarebbero andati tutti i tesori che portava nella sacca che teneva dietro la schiena. Persino le gilde che si occupavano solo di completare il gioco stavolta si erano interessate. Speravano che i tesori quali soldi, armi ed oggetti li avrebbero aiutato durante le loro cacce ai Boss di livello. Vediamola in questo modo, in un mondo crudele come SAO, questo era visto un po’ come il regalo di Natale, quindi perché non accettarlo? Ma un solo player come me all’inizio non aveva alcun interesse nella faccenda. Non occorreva che me lo dicesse Klein che un avversario del genere era fuori dalla portata di un giocatore solo. E con i soldi che ottenevo con il game clearing, avrei potuto comprarmi una casa se avessi voluto. Ma cosa più importante, non volevo che come risultato del combattimento contro il Flag Mob, fossi diventato famoso e finire sulla bocca di tutti. Ma due settimane fa – presi una decisione a 180 gradi dopo aver sentito le informazioni di un NPC. Da quel giorno, sono venuto qui a livellare come un pazzo, sotto le risate di scherno di tutti gli altri. Klein, che era rimasto in silenzio, alla fine disse: "Quindi ha a che fare con quell’informazione – «L’Oggetto di Resurrezione»." "...Ah." Ora che la conversazione era arrivata a questo punto, non c’era più bisogno di nasconderlo. Sospirai un buon numero di volte e poi risposi. "Capisco quello che provi...Non avrei mai sognato che ci potesse essere un oggetto simile. «La borsa di Nicholas contiene un oggetto leggendario che può riportare i morti alla vita.» ...però...come molte persone, penso fosse solo una bugia. O piuttosto chiamiamola una menzogna, magari si tratta di una frase di quando SAO era ancora un comune VRMMO...e cioè, questo oggetto avrebbe fatto resuscitare i giocatori quanto ancora non c’era la «Pena di Morte». Ma SAO è cambiato. C’è una sola penalità adesso, la morte del giocatore. Non voglio ricordare quei momenti, ma questo è quello che ci disse quel Kayaba." Ricordai l’incidente del tutorial il primo giorno, quando il falso GM Akihiko ci parlò del nostro futuro. Qualsiasi giocatore i cui HP fossero scesi a zero sarebbe sparito dal server e non avrebbe fatto ritorno a casa. Non penso che stesse mentendo...però... "Non c’è nessuno che possa confermare che la morte in questo mondo equivalga alla morte nel mondo reale." Dissi quelle parole. Proprio allora, Klein storse il naso e rimarcò: "Moriamo e torniamo vivi dall’altra parte, e Kayaba ci affronterebbe dicendo «Ho mentito» ? Per favore, questa questione è chiusa da ani ormai. Se si trattasse di un pessimo scherzo sarebbe bastato rimuovere il Nerve Gear ai giocatori e sarebbe tutto finito. Ma non possiamo farlo, quindi è tutto vero. Se gli HP scendono a zero, il Nerve Gear diventa un forno a microonde e ti frigge il cervello. Se così non fosse, tutte le persone che son ostate uccise dai mostri e che gridavano "Non voglio morire" mentre finivano in frantumi, che ne è stato di loro allora?" "Sta zitto!" Interruppi Klein gridando così forte senza neanche rendermene conto. "Se pensi che non capisco nemmeno questo genere di cose, allora non ho niente da dirti... Certo, Kayaba lo ha detto il primo giorno, ma qualche tempo fa il leader dei CdS che combattono al fronte, Heathcliff disse questo: finché c’è anche solo l’un per cento di probabilità di salvare un compagno, dobbiamo fare tutto quello che possiamo per salvarli, e chi non è d’accordo non merita di formare alcun party. Anche se non mi piace quell’uomo, quello che dice è giusto. Sto rincorrendo quella chance. Supponiamo che i morti non siano tornati nel mondo reale, né siano veramente morti, e che invece siano stati trasferiti in una sorte di area riservata, ad attendere il risultato finale di questo gioco. Allora ecco trovata una ragione per cercare «L’Oggetto di Resurrezione»." Con una risoluzione insolita per me, tirai in ballo lo scenario che avevo messo su solo per incoraggiare me stesso. Klein mise da parte la sua rabbia e mi guardò con un misto di pietà e tristezza. "Davvero?" La sua voce adesso era calma e pacata. "Kirito...non l’hai ancora dimenticato, huh, la tua ultima gilda... E sono passati sei mesi ormai da allora..." Voltai lo sguardo e dissi qualcosa per proteggermi. "E come potrei...sono morti tutti tranne me..." "Si chiamava «Gatti Neri della Luna Piena» vero? Non erano una gilda di quelle che cercano di completare il gioco, eppure si avventuravano molto vicino alla linea del fronte, e alla fine qualcuno fece scappare un allarme trappola. Questa non è colpa tua, e nessuno potrebbe biasimarti. Piuttosto dovresti essere grato di essere sopravvissuto." "Non è vero...è stata colpa mia. Che fosse impedirgli di avvicinarsi alla linea del fronte, di non fargli aprire quella cassa o di assicurarmi che fossero scappati; avrei potuto fare una qualsiasi di queste cose." —Se non avessi nascosto le mie abilità ai miei compagni. Il dolore che mi provocava non poter dire questo a Klein mi stava mordendo ferocemente. Prima che potesse dire qualsiasi parola di conforto, mi forzai a finire quello che avevo iniziato a dire: "Ovviamente, potrebbe non esistere neppure quell’un per cento di probabilità. Ma che possa esistere il Boss di Natale, che possa sconfiggerlo da solo, che esiste questo oggetto della Resurrezione, o che le coscienze dei morti siano state conservate...tutte queste speranze sono come granelli di sabbia nel deserto. Però...però non è ancora zero. E per questo devo impegnarmi al massimo. Piuttosto...Klein, non penso che tu ti sia buttato in questa rottura solo per un po’ di soldi no? Quindi anche tu avrai una ragione come me, no?" In risposta alla mia domanda, Klein grugnì, e rispose ponendo il fodero a terra: "Non sono un sognatore come te. E’ solo che...prima, anche io avevo un amico che poi è morto. Se non faccio tutto quello che posso per aiutarlo, non riuscirei a dormire la notte..." Rivolsi a Klein un sorriso. "Allora è lo stesso." "Non è lo stesso. Il nostro obiettivo principale è ancora il tesoro......ma così in pochi sarebbe tremendo se sbucasse una formica gigante o chissà cos’altro. Vado a dare una controllata." "Ah, ah." Annuendo appena, chiusi gli occhi e mi appoggiai con la schiena al tronco dell’albero. Le parole del mio amico sembravano lontane, eppure vivide. "E sono preoccupato per te. Non lo faccio solo per avere informazioni, scemo. Se ti azzardi a morire in un posto del genere, giuro che non userò quell’oggetto per resuscitarti!"