"Prendete un solo pezzo di pane a testa!" "Ehi, lo farai cadere se non fai attenzione!" "Aah, maestra! Ginn ha rubato il mio uovo all’occhio di bue!" "Ti ho dato le mie carote in cambio!" "Ma è... sensazionale" "Già..." Asuna e Kirito osservavano stupiti quella colazione, che sembrava più una battaglia campale, e rimasero sconvolti. Erano nella chiesa del distretto sette della Starting City. Su dei grossi tavoli erano allineati grandi piatti pieni di uova, pane, salsicce, verdure e altre cose buone, e una ventina di ragazzini li stavano aggredendo famelici. "Però pare che si divertano tutti un mondo." Ad un tavolo circolare poco più lontano, erano seduti Asuna, Kirito, Yui e Sasha, che sorrideva mentre sorseggiava un tè. "Ogni giorno è sempre così. Ed è inutile dirgli di fare i bravi e di non fare chiasso." Sasha guardava quei bambini con espressione amorevole. "Ti piacciono proprio i bambini, vero?" Chiese Asuna, e Sasha sorrise imbarazzata. "D’altro canto, studiavo per diventare insegnante, all’università. Il caos in classe è sempre stato un problema, no? La possibilità di essere una guida per i giovani mi ha sempre entusiasmato. Ma quando sono giunta qui e ho cominciato a vivere con i bambini, ho capito che era diverso da come lo immaginavo... Sembra che sia io a dipendere da loro; come se loro facessero molto di più per me che viceversa. Ma forse non è del tutto un male... Ho cominciato a pensare che sia solo un esito naturale." "Credo di capire." Asuna annuì accarezzando la testa di Yui, che stava mangiando da un cucchiaio accanto a lei. Il calore portatole dall’esistenza di Yui l’aveva stupita. Era diverso dal sentimento d’amore che le provocava Kirito; era come sentirsi toccare da delle piume leggerissime; dava una serenità misteriosa. Il giorno prima era svenuta per un malore misterioso, ma fortunatamente si era riavuta pochi minuti dopo. Asuna però non aveva voluto intraprendere subito il viaggio di ritorno, e aveva accettato l’invito di Sasha per rimanere in una stanza vuota della chiesa. Le condizioni di Yui sembravano ottime, quindi Asuna e Kirito non erano preoccupati, ma la sua condizione originaria non era cambiata. Secondo i pochi ricordi recuperati il giorno prima, Yui non era mai stata alla Starting City, e non viveva con alcun guardiano. In questo caso, l’origine dell’amnesia di Yui, il sintomo della sua regressione mentale all’età infantile, rimanevano entrambi sconosciuti, e non sapevano cosa fare. Ma Asuna aveva capito di provare un affetto sincero per la bambina. Da quel giorno avrebbe vissuto con Yui fin quando non le sarebbero tornati i ricordi. Anche se presto sarebbe dovuta tornare al fronte, ci doveva essere un modo per— Mentre Asuna si perdeva nei suoi pensieri accarezzando i capelli di Yui, Kirito posò la sua tazza e cominciò a parlare. "Sasha-san..." "Sì?" "...Riguarda l’Armata. Per quanto ne so io, a parte la prepotenza dei tipi di ieri, so che l’organizzazione ci tiene a mantenere l’ordine pubblico. Ma guardando i tipi di ieri, pare che siano diventati loro i criminali... Da quanto le cose sono diventate così?" Sasha rispose dopo un po’. "Le cose sono cambiate circa sei mesi fa... Ci sono stati alcuni che hanno cominciato ad estorcere denaro ed altri che reprimevano tali condotte. Ho anche sorpreso molte volte membri dell’Armata a discutere piuttosto animatamente. Secondo indiscrezioni, ci sono state aspre lotte ai vertici dell’organizzazione..." "Certo... Sono ancora una potente organizzazione di più di mille membri. E capisco che non tutti abbiano gli stessi ideali... Ma se quello che è successo ieri è una cosa che capita tutti i giorni, allora vuol dire che sono marci anche i vertici ormai... Asuna." "Sì?" "Quel tipo sa di questa situazione?" Asuna capì subito chi intendeva Kirito con le riluttanti parole, "quel tipo," e rispose trattenendo un sorriso. "Penso proprio di sì... Il Leader Heathcliff è informato anche dei movimenti dell’Armata, dopotutto. Ma lui, come posso dire, non ha molto interesse per i giocatori che non siano clearers di alto livello... Ha chiesto molte cose su di te, Kirito-kun, in merito alla soggiogazione della gilda di criminali «Bara Ghignante», ma ha commentato il tutto con una sola frase, "Lascio fare a te". Quindi non penso che mobiliterebbe i CdS solo per dare una lezione all’Armata." "Beh se parliamo di lui mi sembra fattibile... Ma noi due da soli non possiamo fare granché." Inarcando le sopracciglia, Kirito alzò immediatamente lo sguardo per osservare l’entrata della chiesa. "C’è qualcuno. Una sola persona..." "Eh... Che sia un altro ospite..?" Come a sottolineare i pensieri di Sasha, si sentì un bussare alle porte. La persona che trovarono Sasha e Kirito quando andarono ad aprire fu una giocatrice di alta statura, con una daga che le pendeva dal fianco. Lunghi capelli argentei legati in una coda di cavallo— Il suo aspetto emanava un’area di intelligenza, e i suoi occhi blu brillavano luminosi incorniciati da lineamenti fini e ben fatti. Capigliatura, colore dei capelli e persino il colore degli occhi potevano essere modificati a piacimento in SAO, ma dato che la maggioranza dell’utenza era Giapponese, giocatori che usavano tali tonalità erano piuttosto rari. Anche Asuna una volta provò a cambiare il colore dei capelli in rosa; decise di tornare immediatamente al castano, delusa dal risultato. Era una bella ragazza, ed Asuna invidiava l’aura di maturità che emanava. Asuna diede uno sguardo all’equipaggiamento della donna e si irrigidì istintivamente. Sebbene indossasse un mantello grigio ferro, sotto si vedeva una giacca verde acceso e un paio di leggins che le donavano particolarmente; l’armatura metallica con quel bagliore cupo era il segno distintivo de «L’Armata». Sul fianco destro aveva una spada corta, e sul sinistro una frusta annodata. I bambini che si erano accorti della sua presenza rimasero in silenzio e la tenevano d’occhio. Tuttavia, Sasha sorrise davanti ai bambini per rasserenarli. "Va tutto bene, non preoccupatevi per la signora. Continuate pure a mangiare." I ragazzi le mandarono sguardi incuriositi, ma dato che si fidavano ciecamente di Sasha, ritornarono al loro pasto e presero ben presto a fare baccano. La donna nel frattempo aveva raggiunto il tavolo circolare, e dopo un breve inchino si sedette su una sedia indicatale da Sasha. Non comprendendo la situazione, Asuna guardò Kirito interrogativa, e lui inclinò la testa di lato per parlare. "Ehm, ecco, lei è Yulier-san. Sembra che abbia qualcosa da dirci." La donna dai capelli argentei e con la frusta, di nome Yulier, guardò fisso Asuna per un momento, prima di fare un breve cenno col capo e parlare. "Piacere di conoscervi, sono Yulier. Appartengo alla gilda FLA." "FLA?" Chiese Asuna che non aveva mai sentito quel nome, provocando l’immediata risposta da parte di Yulier. "Ah, perdonatemi. Sarebbe un diminutivo per Forza di Liberazione di Aincrad. Non mi piace molto il nome ufficiale, perciò..." La sua voce era calma e profonda. Asuna diventava sempre più invidiosa, dato che considerava la sua fin troppo infantile. "Piacere mio. Io sono della gilda dei Cavalieri del Sangue— ah, no, al momento sono in congedo temporaneo, quindi puoi chiamarmi solo Asuna. E questa bambina è Yui." Avendo finito la sua zuppa e approcciando un succo di frutta, Yui alzò lo sguardo, guardando Yulier. Poi fece un sorriso e spostò lo sguardo. Non appena udì il nome "Cavalieri del Sangue", Yulier spalancò i suoi profondi occhi blu. "CdB... Allora non mi meraviglia che quei tipi siano finiti male." Asuna, che poteva ben immaginare chi erano "quei tipi", si mise sulla difensiva e rispose nervosa. "...In altre parole, sei qui per interrogarci sui fatti di ieri?" "No, no, non è affatto così. E’ l’opposto; diciamo che voglio congratularmi con voi per l’ottimo lavoro che avete fatto." "..." Rivolta ad Asuna e Kirito che cercavano di capire che diamine stesse succedendo, Yulier si irrigidì lievemente. "Oggi, sono venuta fin qui per farvi una richiesta." "U-Una richiesta...?" Annuendo mentre la sua coda di cavallo ondeggiava, la spadaccina dell’Armata continuò. "Sì. Allora, è meglio iniziare dall’inizio. Quella che conoscete come Armata non si chiama più così... Il motivo per il quale adesso l’Armata si chiama FLA è che un ex luogotenente, un uomo chiamato Kibaou, ne ha preso il controllo. Inizialmente si chiamava, MTD... Ne avete mai sentito parlare?" Asuna non ricordava, ma Kirito rispose subito. "Probabilmente sta per «MMO Today». Quando è partito SAO, era il sito più famoso nella raccolta di informazioni sui giochi on-line. Il fondatore di questo gruppo dovrebbe essere l’admin di quel forum. Se ben ricordo, il suo nome era..." "Thinker." Nello stesso momento in cui disse il nome, Yulier si incupì leggermente. "Lui... non voleva certo creare l’organizzazione prepotente che è adesso. Tutto quello che voleva era distribuire equamente informazioni e risorse tra quanti più giocatori possibile..." Persino Asuna sapeva degli ideali e del collasso della «Armata». Gli ideali di cacciare mostri con un gran numero di giocatori, correre meno rischi possibili, con i quali potevano guadagnare molte risorse e dividerle equamente. Ma l’essenza degli MMORPG era proprio la lotta tra giocatori per aggiudicarsi le risorse e le informazioni, e quello non era cambiato neppure sotto le rigide e terribili implicazioni dettate da SAO. No, anzi, si poteva vedere chiaramente come tali circostanze avessero solo acuito tale lotta. Quindi era necessario un approccio molto pragmatico ed una forte leadership per raggiungere tale scopo, e come se non bastasse, l’Armata era troppo numerosa. Si litigava spesso per la spartizione dei bottini, e le rivolte si moltiplicavano, e i leader persero gradualmente il controllo della gilda. "E a quel punto il potere finì nelle mani di Kibaou." Yulier lo disse con tono disgustato. "Supportò lo stesso concetto di individualismo di Thinker, cominciò a rafforzare l’ossatura della gilda con i giocatori di livello più elevato, e ne cambiò il nome in Forza di Liberazione di Aincrad. Inoltre diede inizio alla caccia ai criminali e monopolizzò la caccia nei campi. All’inizio pensò di condividere la caccia con altre gilde, ma poi cominciò a monopolizzarla con vere e proprie dimostrazioni di forza, aumentando di molto i guadagni della gilda, e l’ala di Kibaou guadagnò ben presto il potere. Recentemente, Thinker è stato relegato al rango di mero rappresentante... mentre i lacché di Kibaou si sono lasciati trasportare e hanno cominciato ad estorcere soldi con la scusa di raccogliere tasse…. Ieri, quelli che vi hanno dato noia facevano parte di tale fazione." Yulier fece un sospiro, bevve il tè offertole da Sasha e continuò. "Tuttavia, anche il gruppo di Kibaou aveva una debolezza. Pensavano solo a far cassa e a fare la bella vita, ormai non si interessavano più a completare il gioco. Alla fine il resto della gilda cominciò a pensare che si stesse perdendo di vista l’obiettivo originale della gilda... Per contenere tale scontento, Kibaou ha fatto una scommessa molto azzardata poco tempo fa. Tra i suoi subordinati, ha composto un party con i dieci migliori combattenti, mandandoli a combattere contro il boss più potente." Asuna si scambiò uno sguardo con Kirito. Stava parlando di quel giocatore dell’Armata, Colbert, che aveva sfidato il boss al settantaquattresimo livello, «Il Gleameyes», senza la giusta preparazione ed era morto miseramente. "Indipendentemente da quanto fossero alti i loro livelli, se comparati a quelli dei veri clearers oggigiorno, non possiamo che ammettere la nostra mancanza di competenze. ...Alla fine il party è stato annientato, e peggio ancora con la morte del comandante. Kibaou è stato enormemente criticato per la sua mancanza di giudizio. Eravamo ad un passo dall’esiliarlo, però..." Yulier si morse il labbro e sul naso si formarono delle rughe. "Tre giorni fa, Kibaou ha preso una decisione drastica dopo essere stato messo alle corde da Thinker. Ha usato un cristallo per scappare nei pressi di un dungeon, ma al suo posto ci è finito Thinker, disarmato, e in tali condizioni nessuno può attraversare indenne le orde di mostri e tornare vivo. Sembra che non avesse neppure un cristallo del teletrasporto con sé..." "S-Sono già passati tre giorni...!? Ma allora, Thinker-san è...?" Yulier rispose alla domanda di Asuna con un breve cenno di assenso. "Il suo nome sul «Monumento della Vita» è ancora inalterato, quindi in qualche modo deve aver raggiunto la zona sicura del dungeon. Tuttavia, dato che si trova nelle profondità di un dungeon molto pericoloso, riteniamo di non essere nella condizione di fare alcunché... Come sapete, non si possono mandare messaggi dai dungeon, né si può accedere all’inventario della gilda, e non possiamo spedirgli cristalli." Dato che usare un cristallo per liberarsi di qualcuno era una prassi molto comune, nota come «Portale PK», Thinker avrebbe dovuto capire la situazione in cui si trovava. Evidentemente non aveva considerato che il suo luogotenente arrivasse a tanto, persino con i contrasti tra loro due. O magari non voleva credere che sarebbe arrivato a tanto. Come se avesse letto nei pensieri di Asuna, Yulier aggiunse "Lui è una persona troppo buona", e continuò con un sospiro. "...Gli unici a poter usare la prova che garantisce di essere i leader della gilda, cioè la «Pergamena dei Contratti», sono Thinker e Kibaou, e se Thinker non torna, l’unico a poter gestire tutte le operazioni della gilda, persino le sue finanze; sarà solo Kibaou. La responsabilità di evitare che Thinker non finisse in trappola spettava alla sua assistente, cioè io, quindi non ho altra scelta che andare a salvarlo. Ma col mio livello non ho speranze di farcela da sola; e nemmeno posso chiedere aiuto agli altri membri della «Armata»." Si morse forte il labbro e poi guardo prima Asuna e poi Kirito. "E proprio allora ho saputo che una coppia di spadaccini potentissimi era apparsa in città, e quindi sono venuta con l’intenzione di chiedere aiuto, dato che so che non ignorerete tale situazione. Kirito-san— Asuna-san." Yulier fece un profondo inchino e parlò. "So che è da maleducati chiederlo ora che ci siamo appena conosciuti, ma vi andrebbe di aiutarmi a salvare Thinker?" Asuna fissò immediatamente Yulier, che aveva terminato la sua lunga storia e ora taceva. Poteva sembrare deprimente, ma in SAO non ci si poteva fidare tanto facilmente delle parole di qualcuno. Anche in una tale circostanza, la probabilità di voler attirare Kirito e Asuna fuori dalla città, per poi far loro del male, non era da escludere. Normalmente, se qualcuno conosceva per bene il gioco, avrebbe facilmente scoperto qualche cosa che non andava nelle storielle messe su dai malintenzionati, ma sfortunatamente Asuna e gli altri non sapevano niente di cosa succedesse tra le fila della «Armata». Scambiando uno sguardo con Kirito, Asuna rispose con cautela. "—Se c’è qualcosa che possiamo fare, dovremmo prestare la nostra forza— così la penso io. Ma dovresti permetterci di fare delle ricerche, per confermare la tua versione..." "Questo— è comprensibile, immagino..." Yulier annuì brevemente. "Capisco che sia una richiesta irragionevole... Tuttavia niente ci garantisce che in questo momento il nome di Thinker non sia attraversato da una linea orizzontale sul Monumento della Vita..." Gli occhi acuti della spadaccina grigia sembrarono incupirsi, confermando i sentimenti di Asuna. Lei voleva tanto crederle. Ma allo stesso tempo l’esperienza accumulata in quei due anni la metteva in guardia, impedendole di prendere decisioni troppo a cuor leggero. Anche Kirito sembrava perso nei suoi pensieri. Quegli occhi neri brillavano e riflettevano il suo tormento interiore, ossia scegliere tra l’aiutare Yulier e proteggere Asuna. —Fu allora. Yui, che era rimasta in silenzio finora, sollevò lo sguardo dalla sua tazza e parlò. "Va tutto bene, Mamma. Quella signora non sta mentendo." Asuna fu presa alla sprovvista e fissò Yui. Mettendo da parte il contenuto della sua affermazione, aveva parlato in un Giapponese corretto, come se il modo in cui avesse farfugliato fino al giorno prima fosse tutto una finzione. "Yu... Yui-chan, sei capace di comprendere una cosa del genere...?" Alla domanda e all’espressione interrogativa di Asuna, Yui rispose annuendo. "Un. Io… non so come spiegarlo a parole, ma posso..." Sentendo quelle parole, Kirito scarmigliò i capelli di Yui con la mano destra. Poi osservò Asuna e sorrise. "Meglio rimpiangerle di averle creduto, che rimpiangere di aver dubitato di lei. Andiamo. Ce la caveremo." "Spericolato come sempre, eh." Scuotendo la testa, anche Asuna prese ad accarezzare Yui. "Scusaci, Yui-chan. Per un po’ non potremo cercare i tuoi amici, ma adesso dobbiamo aiutare questa signora." Sussurrò a bassa voce, ma non sapeva se la piccola potesse capirla. Yui fece un gran sorriso e annuì. Accarezzando di nuovo quei luminosi capelli corvini, Asuna tornò a guardare Yulier e disse, sorridendo. "...Magari non saremo di grande aiuto, ma permettici di aiutarti. Il desiderio di aiutare una persona importante per te; conosco anch’io questo sentimento..." Yulier fece un inchino con gli occhi umidi. "Grazie... Grazie infinite..." "Ci ringrazierai dopo aver salvato Thinker-san." Asuna fece un altro sorriso, e Sasha, che finora era rimasta in silenzio, batté le mani allegra. "In questo caso, io penserò ai vostri stomaci! E’ rimasto ancora qualcosa, quindi mangia anche tu, Yulier-san." La flebile luce dell’autunno appena iniziato filtrava attraverso i rami degli alberi con una tonalità cremisi, disegnando ombre sul pavimento di pietra. Pochissime persone camminavano per i vicoli della Starting City, e insieme alla poca luce e al senso di vuoto, non si poteva negare che la città era piuttosto cupa. Asuna, armata ed equipaggiata a dovere, si affrettò per le strade insieme a Kirito, portando in braccio Yui, seguendo la guida di Yulier. Asuna aveva provato a lasciare Yui alle cure di Sasha, ma dato che la ragazzina aveva fatto storie, alla fine avevano dovuto portarla con sé. Ovviamente, aveva un cristallo del teletrasporto pronto per lei nel taschino. Se le cose si fossero messe male—anche se questo aveva preoccupato non poco Sasha—avevano preparato tutto affinché il cristallo la riportasse in chiesa. "Ah, ora che ci penso, non ci hai ancora detto una cosa molto importante." Kirito si era rivolto a Yulier, che guidava il gruppo. "Su che piano si trova il dungeon in questione?" Yulier diede una semplice risposta. "E’ qui." "...?" Asuna chinò istintivamente la testa di lato. "Qui... eh?" "Ecco, su questo piano... c’è un grande dungeon proprio sotto la città. Thinker è... probabilmente, nella parte più profonda..." "Seriamente?" Chiese Kirito con voce lamentosa. "Ma durante il beta test non c’era niente del genere. Guarda cosa mi sono perso..." "L’entrata di questo dungeon è nel Castello di Ferro Nero— in altre parole, è al quartier generale dell’Armata. Sembra essere uno di quei dungeon che si sbloccano solo quando vengono completati livelli molto più in alto, ed è stato scoperto quando Kibaou è salito al potere, e lui l’ha esplorato insieme ai suoi leccapiedi. Per un bel po’ di tempo è stato tenuto nascosto anche a me e Thinker..." "Ah, capisco. Ci sono un sacco di oggetti rari che si possono trovare nei dungeon segreti, dopotutto. Devono averne tratto profitto insomma." "Beh, le cose non stanno proprio così." Il tono di voce di Yulier sembrava stranamente divertito. "Sebbene sia al primo piano, il livello di difficoltà di questo dungeon è spaventoso... Il livello dei mostri è vicino a quelli del settantesimo piano. Sembra che persino Kibaou e i suoi tirapiedi sono dovuti scappare e si sono salvati a malapena usando dei cristalli. E grazie a quei cristalli abbiamo scoperto anche noi quel dungeon." "Hahaha, capisco." Yulier rispose con un sorriso alla risata di Kirito, ma tornò presto ad essere triste. "Questa è anche la ragione per la quale salvare Thinker è così difficile. Il cristallo che ha usato Kibaou ha spedito Thinker proprio nel bel mezzo del labirinto... Thinker probabilmente è nello stesso punto da cui si teletrasportò Kibaou quando fu rincorso dai mostri. Per me non è difficile affrontare i mostri uno contro uno, ma se sono troppi non posso farcela. —Mi spiace tanto, ma voi due dovrete..." "Ah, beh, se il livello è quello del settantesimo piano..." "Dovremmo farcela." Asuna annuì alle parole di Kirito. Per poter combattere al settantesimo piano, bisognava essere almeno al livello 70, e Asuna attualmente aveva raggiunto il livello 87, mentre Kirito aveva già sorpassato il 90. Per questo sarebbero stati in grado di proteggere Yulier e Yui. Ma Yulier continuò a parlare senza mostrare sollievo. "...Inoltre, c’è anche un problema. Il gruppo che ha esplorato il dungeon ha riferito che nelle profondità del dungeon... è stato avvistato un mostro terribile; qualcosa simile ad un boss..." "..." Asuna e Kirito si guardarono. "Il boss potrebbe essere lo stesso del settantesimo piano... Com’era fatto, quello?" "Eh, se ben ricordo... era qualcosa simile ad un guerriero di pietra." "Ah, quello, eh. ...Se non ricordo male non era molto difficile..." Osservando Yulier, lei annuì nuovamente "Se è così, allora dovremmo cavarcela facilmente." "In questo caso sono sollevata!" Yulier finalmente sembrò rilassarsi, anche se c’era qualcosa che la metteva ancora in agitazione. "A proposito... Voi due avete già combattuto numerosi boss... Mi spiace avervi sottratto ai piani alti..." "No, in questo momento siamo in pausa." Asuna agitò la mano per far capire che non c’era problema. Mentre camminavano e chiacchieravano, apparve la sagoma di un enorme edificio nero e lucido. Si trattava del più grande edificio della Starting City, il «Castello di Ferro Nero». Nella hall a destra subito dopo l’entrata, c’era il «Monumento della Vita», sul quale erano incisi i nomi di tutti i giocatori, ed era l’unico punto accessibile ai visitatori, dato che il resto era controllato dall’Armata. Yulier non si diresse all’entrata anteriore, bensì a quella sul retro. Le alte mura e il fossato che le circondavano sembravano infinite, e tenevano alla larga qualsiasi visitatore. Non c’era comunque nessuno intenzionato ad avvicinarsi. Il punto in cui si stava dirigendo Yulier era una scala che scendeva dalla strada fino ad un punto vicinissimo alla superficie dell’acqua del fossato. Osservando bene, c’era un passaggio buio seminascosto. "Entreremo nelle fogne del castello ed usciremo nei pressi dell’entrata. Sarà un po’ buio e stretto..." Yulier fissò Yui con aria preoccupata. Yui la guardò stizzita e disse. "Yui non ha paura!" Ed insistette a voler proseguire. Asuna sorrise a quella scena. A Yulier aveva spiegato solo che "Vivevano insieme". Non aveva voluto impicciarsi dei loro affari, ma era chiaro che aveva delle riserve a farla venire con loro. Asuna decise di dire qualcosa per farla tranquillizzare. "Va tutto bene, questa bambina non è inerme come sembra." "Già. In futuro diventerà un’ottima spadaccina." Alla risposta di Kirito, Asuna sorrise radiosa, e anche Yulier annuì. "Bene allora, andiamo!" "Nuooooo" E la spada affondò nel mostro con un colpo solo. "Ryaaaaaaa" Mentre la spada sinistra lo spazzò via. Equipaggiando due spade per la prima volta dopo tanto tempo, Kirito rilasciò tutta l’energia tenuta a bada durante le vacanze, spazzando via un mostro dopo l’altro. Asuna, tenendo Yui per mano, e Yulier che aveva estratto la sua frusta di metallo, non avevano dovuto fare niente finora. Ogni volta che appariva un gruppo di mostri, cioè enormi rane ricoperte di muco, Kirito li assaliva con furia e li spazzava via dal campo. Asuna cominciò a pensare, "Oh, uffa", mentre Yulier osservava ammirata lo stile barbarico di Kirito, con la bocca spalancata. Probabilmente combatteva in un modo assai diverso a quello a cui era abituata lei. Yui invece faceva il tifo: "Papà, metticela tutta", e la tensione si sciolse fin da subito. Erano passati molti minuti da quando avevano messo piede in quel labirinto di acqua e pietra. Era decisamente più grande e infestato di mostri di quanto credessero, ma la presenza di Kirito e delle sue due spade aveva fatto sì che la traversata fosse decisamente agevole. "Beh... Beh, mi spiace lasciare tutto a te..." Osservando lo sguardo mortificato di Yulier, con il capo chino, Asuna rispose con un sorriso. "No, ormai quel tipo si è fatto prendere la mano... E’ più che felice di fare tutto lui." "Ehi, ma che dici, è una cosa brutta da dire." Kirito aveva sentito Asuna, e si era sinceramente offeso. "Allora vogliamo fare a cambio?" "...T-Tra poco." Asuna e Yulier sorrisero scambiandosi uno sguardo. Dopo che la ragazza con la frusta ebbe richiamato la mappa con un cenno della mano, indicò un punto luminoso che marcava la presenza del compagno. Siccome nessuno aveva ancora esplorato tutto il dungeon, la strada fino a quel punto luminoso era oscurata, ma avevano già percorso circa il settanta per cento della strada. "Thinker non si è spostato per un paio di giorni. Probabilmente si trova in una zona sicura. Se riusciamo a raggiungerlo, possiamo usare i cristalli per scappare poi... Scusatemi ancora, mi servirà il vostro aiuto solo per un altro po’." Yulier fece un inchino, e Kirito agitò la mano allarmato. "N-No, lo stiamo facendo per nostra scelta, e poi sto anche trovando tanti begli oggetti, quindi..." "Oh?" Asuna chiese sinceramente interessata. "I mostri hanno droppato qualcosa di interessante?" "Già." Kirito operò un menù ed apparve della carne rosso scuro con un suono umidiccio. Asuna rimase imbambolata alla vista di quella roba. "Ma cos’è quella?" "Carne di rana! Il suo sapore è paragonabile solo alla sua stramberia, quindi devi assolutamente cucinarla più tardi." "Te lo puoi anche sognare!!" Gridò Asuna, ed aprì anche lei il menù. Entrò nel menù che condivideva con il ragazzo e cercò l’oggetto incriminato, «Carne di Scavenger x24», e la gettò senza pietà nel cestino. "Ah! Aaaaaa..." Kirito reagì malissimo e cominciò a piagnucolare, a quella vista Yulier scoppiò a ridere reggendosi lo stomaco. Poi successe qualcosa, "Sorellona, finalmente stai ridendo!" Disse Yui tutta contenta. A quella scena, Asuna ripensò a quello che era successo il giorno prima. Il giorno prima, Yui si era sentita male dopo che aveva iniziato a divertirsi insieme agli altri bambini, dopo aver spazzato via i delinquenti dell’Armata. Sembrava che la bambina possedesse un’insolita sensibilità ai sorrisi della gente intorno a lei. Che fosse la sua personalità originaria, o che fosse dovuto ai suoi patimenti— Asuna sentiva il bisogno di stringere Yui a sé. Aveva giurato a sé stessa che non avrebbe mai abbandonato quella piccolina. "Bene, andiamo!" Alle parole di Asuna, il gruppo si rimise in marcia. I mostri di tipo acquatico lasciarono presto il campo a quelli di tipo non-morto, come zombie e spettri, spaventando seriamente Asuna, ma Kirito continuò a trucidare mostri dopo mostri senza mostrare la minima esitazione. Normalmente se un giocatore dei piani alti scendeva per combattere i mostri di un piano di basso livello era considerato da maleducati, ma vista la situazione non c’era da preoccuparsi, e poi non c’era nessun altro nei paraggi. Piuttosto, era una buona chance per far livellare Yulier, ma lei era interessata solo a salvare Thinker al momento. Due ore erano passate in un batter di ciglia, e la strada tra il gruppo e la presunta posizione di Thinker si era ridotta parecchio. Non era possibile tenere il conto di quanti mostri avessero abbattuto, quando finalmente videro un bagliore davanti a loro. "Ah, è la zona sicura!" Alle parole di Asuna, anche Kirito annuì, avendo controllato con la sua abilità di scansione. "C’è un solo giocatore dentro. Ed è vivo." "Thinker!" Yulier gridò e prese a correre, incapace di aspettare oltre, con l’armatura che cigolava ad ogni passo. Kirito abbassò le spade e la seguì insieme ad Asuna che reggeva Yui. Corsero verso la luce. Ad un certo punto raggiunsero un bivio, e dopo di esso raggiunsero presto una piccola stanza. Ai loro occhi ormai abituati all’oscurità, quella flebile luce era dolorosissima per gli occhi, e c’era un solo uomo lì dentro. Il suo volto era sfalsato dalla luce, ma stava agitando la mano verso di loro. "Yurieeel!!" Non appena si fu accertato di chi fossero i visitatori, urlò il nome della compagna. Yulier agitò la mano a sua volta, riprendendo a correre. "Thinkeeer!!" Con la voce rotta dal pianto, l’uomo gridò— "Non avvicinateviiii!! Quella strada è...!!" A quell’avvertimento, Asuna si fermò allarmata. Ma Yulier non sembrò farci caso e continuò imperterrita a correre. In quel momento. Alcuni metri a destra rispetto all’apertura della stanza, nel buio comparve un cursore giallo. Asuna controllò in fretta il nome. L’etichetta recitava «La Falce Fatale»— La falce simboleggiava il fato, e poi c’era l’articolo prima del nome. La prova che si trattava di un boss. "Nooo!! Yulier-san, stai indietro!!" Asuna gridò. Il cursore giallo si mosse in fretta, frapponendosi tra la stanza e il gruppo. Di quel passo Yulier se lo sarebbe ritrovato davanti. Non c’era più molto tempo. "Ku-!!" All’improvviso, Kirito sparì dal fianco di Asuna. In realtà era scattato a gran velocità. Tutt’intorno risuonò il suono di un impatto. Era schizzato di molti metri in avanti in un istante, aveva afferrato Yulier con un braccio e aveva affondato una spada in un muro con tutte le sue forze. Un terribile suono metallico. Innumerevole scintille si sparsero intorno. Una frenata d’emergenza per niente piacevole, Nello spazio di fronte a loro, si parò ben presto un’ombra tutt’altro che amichevole. Il cursore giallo era sì e no a dieci metri da loro. Il mostro, dalle dimensioni sconosciute, sembrò prepararsi a caricare. Kirito lasciò andare Yulier, e ritraendo la spada conficcata, saltò nel passaggio a sinistra. Asuna lo seguì. Scuotendo Yulier per farla riavere dallo shock, si sporse dall’apertura in cui si erano nascosti. Posando Yui accanto a Yulier, Asuna disse. "Per favore, corri nella zona sicura con la bambina!" La ragazza con la frusta annuì, e controllando che portasse Yui con sé, Asuna estrasse il suo stocco e si voltò a sinistra. C’era Kirito, con le spade sguainate. Più avanti invece— c’era una creatura umanoide di due metri e mezzo, avvolta in un manto svolazzante. Dalle pieghe spuntavano mani rattrappite e nere. La faccia scarna era occupata in gran parte da due occhi enormi ed iniettati di sangue, fissi sulla coppia. Nella mano destra reggeva un’enorme falce nera. Sull’estremità di quella lama crudele colavano viscidi rivoli rossi, goccia dopo goccia. Il suo aspetto era del tutto simile al classico cupo mietitore. Gli occhi del mietitore puntarono dritto su Asuna. In quel momento lei si sentì montare una paura tremenda, e sentì brividi freddi lungo la schiena. Ma il suo livello non doveva essere molto alto. Con quel pensiero brandì di nuovo la sua lama, ma Kirito parlò visibilmente turbato. "Asuna, vai nella zona sicura, porta con te tutti e scappate con un cristallo, adesso." "Eh...?" "Questo qui è forte. Persino la mia abilità non mi fornisce alcuna informazione su di lui. In termini di potenza, dev’essere equiparabile ai mostri del novantesimo livello." "...?" Asuna rimase senza parole. Il mietitore intanto continuava ad avanzare verso di loro, levitando. "Io lo trattengo per un po’, quindi vai!!" "Ki-Kirito devi venire anche tu..." "Verrò dopo di te! Presto...!!" Sebbene il cristallo fosse una manna dal cielo, non era certo onnipotente. Tra il prendere il cristallo, scegliere la destinazione, ed usarlo c’era un tempo di attesa di diversi secondi. Se qualcuno venisse attaccato durante quell’intervallo di tempo, il teletrasporto verrebbe annullato. Era per questo che quando in un party veniva meno la linea di comando, e i membri si davano alla fuga usando i cristalli, le vittime solitamente erano sempre quelli che non avevano il tempo di usare i cristalli. Asuna non sapeva cosa fare. Kirito era abbastanza forte da sopravvivere e scappare. Tuttavia la velocità mostrata dal boss si era rivelata terrificante. Se lei fosse scappata, e lui non sarebbe comparso poi. Non se lo sarebbe mai perdonato. Asuna diede un’occhiata in fondo alla strada a destra. —Perdonami, Yui-chan. Avevo detto che saremmo stati insieme... Lo disse sussurrando, poi gridò. "Yulier-san, lascio a te Yui! Voi tre scappate tutti insieme!" Yulier scosse la testa, la sua espressione gelida. "Non permetterò mai una cosa del genere..." "Presto!!" Fu allora. Il mietitore caricò con la falce alzata, con i miasmi che spuntavano dal suo manto. Kirito incrociò le lame e si impose di fronte ad Asuna. Lei afferrò disperata la sua schiena, unendo la sua lama a quella di Kirito. Il mietitore, per niente intimorito dalle loro tre spade, calò la sua falce. Un lampo rosso. Un impatto. Asuna si sentì girare la testa. Prima venne spinta per terra, poi rimbalzò e ricadde per terra. Il suo respiro si fermò, e la sua vista si fece buia. Controllò la sua barra degli HP e quella di Kirito, ed entrambe erano ridotte a metà con quel singolo colpo. Non sarebbero sopravvissuti al prossimo attacco. Doveva alzarsi al più presto. Ma non riusciva a muoversi— —E in quel momento. Sentì un passo dopo l’altro venire verso di lei. Impietrita, riconobbe i passi infantili che correvano verso di lei, noncuranti del pericolo. Braccia e gambe sottili. Lunghi capelli neri. Era Yui, che era scappata dalla zona sicura. Per niente spaventata, stava correndo verso il mietitore. "Idiota!! Scappa via!!" Gridò Kirito cercando di tirarsi su. Il mostro sollevò di nuovo la falce, pronto a colpire. Se fosse stata colpita, gli HP di Yui sarebbero certamente calati a zero. Anche Asuna provò a parlare. Ma non riuscì a dire una sola parola. Ma in quel momento, accadde qualcosa di incredibile. "Va tutto bene, Mamma, Papà." Yui cominciò a galleggiare delicatamente. Non aveva saltato. Muovendosi come se avesse le ali, si fermò a due metri circa da terra. Poi stese in avanti il suo braccio destro fin troppo corto. "Nooo...! Togliti di lì!! Scappa, Yui-chan!!" Come a voler zittire le grida di Asuna, la falce calò sul corpicino di Yui. L’atroce punta della falce colpì il palmo di Yui— Poco prima di colpirlo, apparve una barriera violacea e la falce fu respinta. L’avviso di sistema che spuntò intorno a Yui fece rimanere Asuna a bocca aperta. [Oggetto Indistruttibile], c’era scritto. Indistruttibile— un attributo che non poteva possedere nessun giocatore. Il mietitore fissò Yui visibilmente confuso. Subito dopo accadde qualcos'altro che sorprese Asuna. "Gouu!!". Insieme a quel suono, un’ondata di fiamme si avvolse nel palmo aperto della mano di Yui. Le fiamme si unirono e si allungarono, e infine presero una forma familiare. Guardando, era impossibile non notare una spada enorme di fiamme. Una lama che sembrava estendersi all’infinito. Quella spada enorme era parecchie volte più lunga della stessa Yui. Il metallo incandescente di cui era fatta illuminava l’intero corridoio. A contatto con il tremendo calore della lama, i vestiti di Yui cominciarono a bruciare all’istante. Al di sotto di essi apparve di nuovo il completo intero bianco che la bambina indossava il primo giorno. Stranamente però, le fiamme non sembravano avere alcun effetto sul vestito, sui capelli o sulla stessa Yui. Mosse appena appena la spada che aveva evocato— E senza esitare, Yui sfidò il mostro di fronte a sé. Sebbene le sue azioni non fossero altro che il frutto degli algoritmi del sistema, Asuna poté giurare di vedere la paura negli occhi del mietitore. Avvolta dalle fiamme, Yui caricò la bestia con un rumore assordante. Il mostro alzò la falce per difendersi, come se fosse spaventato dalla bambina, molto più piccola di lui. E avanzando, Yui agitò la spada con tutte le sue forze. La spada colpì la falce proprio nel mezzo, e per un istante, il mondo sembrò fermarsi. Poi la spada di Yui prese ad avanzare lentamente, ma inarrestabile, facendo uno stridio terribile. Le fiamme polverizzavano qualsiasi cosa a parte Yui e il mietitore stesso. Non ci volle molto per— Insieme ad un suono tremendo, la falce del mostro si spezzò finalmente a metà. Immediatamente dopo, la spada si trasformò in un turbine di fiamme che colpì il mostro dritto in faccia. " —h...!!" Asuna e Kirito sobbalzarono istintivamente, reagendo all’impressionante spettacolo che si stava parando di fronte ai loro occhi. In quel momento, risuonò un terribile grido di agonia per tutto il corridoio. Quando riaprirono gli occhi, dovettero riabituarsi a tutta quella luce. Il boss non c’era più. Piccoli fuochi continuavano a bruciare qua e là, con un suono crepitante. E al centro di tutto Yui era sola, e guardava verso il basso. La fiamma cadde dalle sua mani, al suolo, e svanì in un turbine di fiamme proprio come quando era apparsa. Asuna si alzò, usando il suo stocco come sostegno. Anche Kirito si rialzò poco dopo. La coppia si avvicinò a Yui con passi malfermi. "Yui... chan..." Asuna la chiamò con voce roca, e la bambina si voltò senza fare alcun rumore. Le sue labbra sorridevano, ma i suoi occhi erano pieni di lacrime. Yui guardò Asuna e Kirito e parlò. "Papà... Mamma... Adesso mi ricordo tutto..." La zona sicura del labirinto sotto la Starting City era perfettamente quadrata. C’era una sola entrata, e al centro di essa c’era un tavolo di pietra liscio e nero. Asuna e Kirito osservavano Yui seduta su quel tavolo, in silenzio. Yulier e Thinker erano già andati via, e ora erano rimasti solo loro tre. "I miei ricordi sono tornati"; con quelle parole, Yui aveva iniziato a spiegare, ma erano passati diversi minuti senza dire nulla. La sua espressione sembrava esitante e sofferente, ma ben presto Asuna le chiese di continuare. "Yui-chan... Ti ricordi...? Tutto adesso..." Yui teneva ancora lo sguardo basso, ma poi rispose. Parlò con un’espressione a metà strada tra il sorriso e le lacrime. "Sì... Vi spiegherò tutto— Kirito-san, Asuna-san." Nel momento in cui la sentì parlare in maniera tanto formale, Asuna sentì qualcosa rompersi dentro di lei. Sentiva che qualcosa sarebbe finito presto. In quella stanza quadrata, Yui continuò a parlare. "Questo mondo, «Sword Art Online», è controllato da un singolo, enorme programma. Il sistema si chiama «Cardinal». Questo mondo funziona secondo il suo giudizio. In primo luogo, Cardinal è stato concepito in maniera da non necessitare di manutenzione da parte dell’uomo. Con due programmi che correggono in parallelo gli errori dell’altro, ed inoltre innumerevoli programmi minori a sua disposizione regolano questo mondo in toto... L’IA di mostri ed NPC, il bilancio degli oggetti e della valuta, tutto viene controllato dalla serie di programmi sotto il controllo di Cardinal. —Tuttavia, c’era una cosa che doveva per forza essere affidata al controllo umano. Problemi derivanti dagli stati emotivi dei giocatori; si trattava di una cosa che potevano risolvere solo gli umani stessi... e a tale scopo sarebbero dovuti entrare in gioco dozzine di membri dello staff." "GM..." Kirito rispose con un sospiro. "Yui, in pratica, ci stai dicendo che sei un game master...? Un membro dello staff della Argus...?" Yui scosse la testa, rimanendo in silenzio per qualche momento. "...Quando i creatori di Cardinal hanno affidato persino le vite dei giocatori al sistema, hanno lanciato anche un trial di un certo programma. Usando una caratteristica tipica del Nerve Gear, esso ha scansionato in lungo e in largo le emozioni dei giocatori, e si mostrava ai giocatori bisognosi di supporto emotivo con il nome... «Mental Health — Counselling Program», MHCP versione 1, nome in codice, «Yui». Questa sono io." Asuna rimase senza parole per lo shock. Non fu in grado di comprendere subito quello che aveva sentito. "Programma...? Intendi un’IA...?" Chiese con un filo di voce. Yui annuì con un sorriso amaro. "Per poter meglio interagire con i giocatori, mi è stata fornita una personalità molto simile a quella umana. —E’ tutto fasullo però... anche queste lacrime... Mi dispiace, Asuna-san..." Grosse lacrime colavano dagli occhi di Yui, per poi evaporare in lampi di luce. Asuna fece un solo passo verso Yui. Allungò una mano, ma Yui scosse la testa. Era come— come se si sentisse indegna di ricevere ulteriori abbracci da Asuna. Ancora incapace di capire la situazione, Asuna le rivolse una domanda. "Ma... Come hai fatto a perdere i ricordi...? Una cosa del genere può succedere anche ad un’IA...?" "...Due anni fa... Il primo giorno di servizio di SAO..." Yui continuò la sua spiegazione con lo sguardo basso. "Sebbene anche io non conoscevo bene i dettagli, Cardinal mi ha dato un ordine insolito. Il divieto assoluto di interagire con i giocatori... Impossibilitata a stabilire contatti con qualcuno, non mi restava che controllare gli stati mentali dei giocatori." Asuna reagì d’istinto; immaginò che quell’ordine assurdo le fosse stato impartito direttamente dall’unico GM di SAO ancora operativo, Kayaba Akihiko. Yui, che probabilmente era all’oscuro di tutti gli avvenimenti passati, scuoteva la testa tristemente. "Quella situazione— era insostenibile per me... Praticamente tutti i giocatori erano flagellati da tristezza, disperazione e rabbia; a volte, qualcuno cedeva persino alla pazzia. Ho continuato a guardare nei loro cuori. Se avessi potuto, sarei corsa subito da quei giocatori bisognosi, avrei ascoltato i loro problemi e li avrei aiutati... ma mi era stato espressamente vietato... Il conflitto tra il dover intervenire e l’ordine che me lo impediva mi ha ben presto riempito di errori, e il mio sistema è crashato..." Nel cuore di quel labirinto silenzioso, la voce delicata di Yui risuonava argentea. Asuna e Kirito non potevano far altro che ascoltare senza pronunciare una sola parola. "Un giorno, mentre effettuavo il mio solito monitoraggio, ho rilevato due persone i cui parametri mentali erano molto diversi da quelli degli altri giocatori. Finora non avevo mai incontrati simili pattern mentali. Gioia... pace... ma non solo questo... molte emozioni nuove, che mi spingevano a studiarli sempre di più. Dentro di me sono fioriti desideri sconosciuti, mentre osservavo le loro interazioni. Ad un certo punto non stavo più svolgendo la mia funzione... Volevo avvicinarmi di più a loro due... in modo intimo, volevo conversare con loro... Con il desiderio di avvicinarmi a loro, anche solo di poco, ho vagato per giorni, arrivando a trovare la casa in cui vivevano. Credo di essere collassata intorno a quel periodo..." "Ed è successo nella foresta del ventiduesimo piano...?" Yui annuì gentilmente. "Sì. Kirito-san, Asuna-san... Io ho sempre desiderato... incontrare voi due... In quella foresta, nel momento in cui vi ho visti... sono scoppiata di gioia... E’ stato strano, non credevo di poter provare simili emozioni... Io non sono altro che un programma..." Piangendo copiosamente, Yui chiuse la bocca. Asuna era afflitta da sentimenti contrastanti, con le mani giunte al petto. "Yui-chan... sei una vera IA, vero? Quindi possiedi una vera intelligenza... " A quelle parole, Yui reclinò la testa e rispose. "Io.. non capisco... Cosa mi sia successo esattamente..." In quel momento, Kirito fece un passo in avanti rompendo il suo silenzio. "Yui, non sei più un programma sotto il controllo del sistema. Quindi dovresti esprimere liberamente quali sono i tuoi desideri." Disse con voce gentile. "Che cosa desideri, Yui?" "Io... Io voglio..." Yui allungò in avanti le sue braccia sottili. "Stare per sempre insieme... Papà... Mamma...!" Senza neppur degnarsi di asciugarsi le lacrime sul viso, Asuna corse ad abbracciare Yui. "Staremo sempre insieme, Yui-chan." Poco dopo, anche Kirito, strinse tra le braccia sia Yui che Asuna. "Aah... Yui è nostra figlia. Andiamo a casa. Vivremo tutti insieme... per sempre..." Tuttavia, Yui scosse la testa. "Eh..." "E’... troppo tardi..." Kirito chiese sorpreso. "Ma che... Come troppo tardi..." "Il motivo per il quale ho riavuto i miei ricordi... è perché ho trovato quella pietra." Yui indicò il tavolo di pietra liscio al centro della stanza. "Quando prima Asuna-san mi ha spedito in questa stanza, ho toccato quella pietra per caso, e ho capito. Questo non è solo un oggetto decorativo... Si tratta di un pannello di controllo d’emergenza installato per i GM." Come se Yui avesse impartito un ordine silenzioso, la stele di pietra cominciò ad illuminarsi. Con un suono elettronico, comparve una tastiera olografica sulla sua superficie. "Credo che il mostro di prima sia stato messo qui per tenere via i giocatori. Ho avuto accesso al sistema tramite questo pannello e ho eliminato il mostro con «Cancella Oggetti» . In quel momento, Cardinal ha corretto gli errori nel mio registro... ma allo stesso tempo, Cardinal mi ha anche scoperta. In questo momento il sistema sta scansionando il mio programma. Concluderà che sono diventata un’entità estranea, e finirà col cancellarmi. Ormai... non mi rimane molto tempo..." "Ma... Ma è..." "Non c’è nulla che possiamo fare? Se andiamo via da qui..." Yui rivolse un sorriso triste alle parole dei due. Ricominciò a piangere poco dopo. "Papà, Mamma, grazie mille. Credo sia arrivato il momento di salutarci." "Ma no! Io non voglio!!" Asuna strillò disperata. "Questo è solo l’inizio!! D’ora in poi staremo tutti felici e insieme... vivremo in pace..." "In quell’oscurità... Durante quel periodo buio in cui non sapevo neppure chi fossi, Papà e Mamma sono stati la mia unica gioia." Yui guardò Asuna negli occhi. Il suo corpo cominciò ad essere avvolto da una debole luce. "Yui, non andare!!" Kirito prese Yui per le mani. Lei strinse le sue mani con le sue dita sottili. "Quando sono con Mamma e Papà, tutto sembra bello... Questo mi ha resa felice. Questa sarà la mia richiesta d’ora in poi... Quando non ci sarò più... aiutate tutti... portate loro la gioia..." I capelli e il vestito di Yui cominciarono a disintegrarsi in frammenti di luce. Il suo volto sorridente divenne trasparente. La sua presenza stava svanendo. "No! Non voglio!! Se Yui-chan va via non sarò più in grado di sorridere!!" Coperta da quella luce, Yui sorrise. Accarezzò Asuna poco prima di svanire. —Mamma, devi sorridere... Con quelle parole riecheggianti, ci fu un’ultima luce, e poi nulla più; dopo che la luce si fu spenta, non rimaneva niente fra le braccia di Asuna. "Uwaaaaaa!!" Gridando senza trattenersi, Asuna cadde in ginocchio. Inginocchiandosi sul tavolo in pietra, pianse come una bambina. Le lacrime caddero una dopo l’altra, sul terreno dove poco prima stava Yui, mescolandosi alla polvere di dati di cui era composto quel mondo.