Silica è uno dei rari «Domatori di bestie» in SAO, o forse è più corretto dire 'era'. Il suo famiglio femmina, simbolo dei domatori, non c’era più ormai. Domatore non era una classe o un’abilità data dal sistema, piuttosto un termine usato dai giocatori. In rare occasioni, mostri aggressivi potevano mostrare interesse verso i giocatori. Se non ti lasciavi sfuggire l’occasione, potevi addomesticare la bestia con successo dandogli qualcosa da mangiare. A quel punto, il mostro sarebbe diventato il «Famiglio» del giocatore, cioè un valido alleato che avrebbe servito il giocatore in molti modi utili. Chi ci riusciva veniva chiamato domatore, con un misto di ammirazione ed invidia. Ovviamente non tutti i mostri erano adatti; solo una limitatissima varietà di piccoli mostri si prestava allo scopo. Le condizioni per sbloccare l’evento non erano del tutto chiare, ma l’unica condizione sicura era che l’evento non si sarebbe verificato se il giocatore avesse ammazzato troppi mostri dello stesso tipo. Si trattava una condizione molto difficile. Anche se qualcuno provasse ad addomesticarne uno ripetutamente, i mostri erano pur sempre aggressivi e non si poteva evitare di combatterli. In altre parole, se si desiderava diventare un domatore, bisognava continuare ad incontrare il mostro, e se l’evento non si verificava bisognava scappare senza ucciderlo. Non era difficile immaginare quanto fosse seccante l’intera faccenda. Si può dire che Silica era stata molto fortunata a riguardo. Senza alcuna conoscenza di tutto ciò, era entrata in una foresta senza alcuna ragione specifica, in un piano che aveva deciso di esplorare perché le andava. Il primo mostro che aveva incontrato non l’aveva attaccata, anzi, si era a malapena avvicinato. Lei gli diede una nocciolina che aveva comprato il giorno prima senza pensarci troppo, e per caso si trattò di un cibo che piaceva al mostro. Il mostro era un «Drago Piumato». Il suo corpo era coperto interamente da piume blu chiare e soffici, e al posto della coda aveva due lunghe piume. Il piccolo drago era un mostro raro da incontrare. Forse Silica era stata la prima riuscire ad addomesticarlo, dato che divenne immediatamente una celebrità quando ritornò a casa sua a «Friben», all’ottavo piano, con il mostro appollaiato sopra la spalla. Il giorno successivo, innumerevoli giocatori hanno tentato di domare un Drago Piumato dopo aver ascoltato le spiegazioni Silica, ma tutti senza successo. Silica aveva chiamato il piccolo drago «Pina». Era lo stesso nome che aveva dato al gatto che possedeva nel mondo reale. I Famigli erano noti per possedere caratteristiche molto basse per quanto riguardava il combattimento e Pina non faceva eccezione. Però possedevano un sacco di abilità speciali: uno scanner di nemici che allertava il giocatore sulla presenza di mostri, una che permetteva di curare un po’ il giocatore, e così via. Erano tutti molto utili e rendevano la vita quotidiana più sopportabile. Ma la cosa che rendeva Silica felice era il calore ed il conforto che gli portavano la sola esistenza di Pina. L’IA di un famiglio non era un granché. Ovviamente non poteva parlare, e poteva comprendere solo comandi molto semplici. Ma per Silica, che era entrata nel gioco quando aveva solo 12 anni e ne era rimasta schiacciata psicologicamente, Pina era stata una salvatrice nel vero senso della parola. Non era esagerato dire che «L’Avventura» di Silica — che si traduceva in «Vivere» qui — era iniziata insieme a Pina. Dopo un anno, Silica e Pina avevano livellato alla grande e le sue abilità con la daga si erano affinate parecchio. Era diventata famosa come una delle migliori tra i giocatori di medio livello. Ovviamente, era ancora lontana anni luce dai migliori giocatori che combattevano lungo la linea del fronte; ma, in un certo senso, quelle poche migliaia di giocatori che penavano ai piani erano anche più difficili da incontrare rispetto ai domatori. Quindi diventare famoso tra i giocatori di medio livello portava la stessa notorietà che avevano i giocatori migliori. Dato che le giocatrici erano piuttosto rare, specialmente della sua età, non ci volle molto prima che la «Maestra del Drago Silica» diventasse una celebrità con numerosi fan. Ricevette un’infinità di inviti da parte di squadre e gilde che volevano accaparrarsi una mascotte ed era inevitabile che la tredicenne Silica cominciasse a diventare fin troppo fiera di sé. Ma alla fine, il suo orgoglio le fece commettere un errore fatale, e non importa quanto fosse grande il rimorso, indietro non si torna mai. Un semplice litigio fu la causa di tutto. Silica si trovava in una vasta foresta del 35esimo piano, nota come «Foresta della Peregrinazione», con un party che aveva conosciuto due settimane prima. A quel tempo, il fronte era ormai al 55esimo piano, quindi il 35esimo era già stato liberato. Ma ai giocatori di prim’ordine non interessava che liberare i labirinti che collegavano i vari piani, quindi i sotto-dungeon quali la «Foresta della Peregrinazione» erano un target molto ambito dai giocatori di medio livello. Il party da sei giocatori di cui faceva parte Silica era formato da validi elementi, aveva lottato fin dalla mattina trovando un sacco di oggetti interessanti, incluso un buon numero di casse del tesoro. Ma quando il sole cominciò a calare e cominciarono a scarseggiare le pozioni curative, cominciarono a tornare sulla via di casa. A quel punto, una ragazza magra che reggeva una lancia disse qualcosa, forse per stuzzicare Silica. "Una volta tornati ci spartiremo gli oggetti. Ma dato che la tua lucertola può curarti, non avrai bisogno dei cristalli, giusto?" Silica si offese e rispose immediatamente. "Tu nemmeno hai avuto il coraggio di venire in prima linea, quindi i cristalli non serviranno nemmeno a te." Dopodiché la lite si fece sempre più accesa, e ogni tentativo del leader, un tipo con spada e scudo, di farle ragionare venne ignorato. Alla fine, Silica sbottò infuriata: "Non mi servono gli oggetti. Non farò mai più squadra con voi. Tanto è pieno di gente che vuole fare squadra con me!" Ignorando la raccomandazione del leader di rimanere con gli altri almeno fino all’area abitata, abbandonò il gruppo e si diresse per un altro sentiero, senza una meta precisa. Anche se ora era un solo player, ormai aveva padroneggiato il 70% delle sue abilità e aveva Pina con sé, quindi i mostri di quel piano non erano un problema per lei. Sarebbe stata perfettamente in grado di cavarsela da sola fino all’area abitata. O almeno se non si fosse persa. Non la chiamavano «Foresta della Peregrinazione» per nulla. L’immensa boscaglia era composta da alberi alti e torreggianti, ed era divisa in sezioni, come un’immensa scacchiera; entrando in una delle sezioni, questa sarebbe stata collegata a random con una sorta di teletrasporto ad un nuovo set di aree. Se volevi uscire dalla foresta dovevi attraversare ogni area entro un minuto dall’esserci entrato, o comprare una mappa molto costosa nel centro abitato. Ma l’unico a possedere la mappa era il leader. Dato che usare un cristallo del teletrasporto in quella foresta ti avrebbe solamente portato in un’area random invece che a casa, Silica non aveva scelta che provare ad uscire da sola. Ma correre per la foresta si rivelò essere più difficile del previsto. Silica decise di puntare dritto a nord, ma non riusciva mai ad attraversare le aree in meno di un minuto, e quindi vagava in un loop di aree. Presto si ritrovò ad essere troppo stanca per proseguire. La luce del sole era davvero fioca adesso, e l’ansia di non riuscire ad uscire in tempo dalla foresta le calò addosso come una mannaia. Infine, Silica smise di correre e cominciò a camminare lentamente, sperando di arrivare per caso nelle aree al limitare della foresta. Ma non ebbe fortuna, e molti mostri la attaccarono mentre cercava di uscire. Anche con il vantaggio del suo livello, man mano che faceva buio non riusciva più a vedere bene. Sebbene avesse Pina con sé, non riusciva più ad uscire indenne dagli scontri e dovette ricorrere a tutte le pozioni e ai cristalli d’emergenza. Come avvertendo l’ansia di Silica, Pina si strofinò contro la sua guancia per distrarla. Silica si pentì del suo moto d’orgoglio che l’aveva cacciata in quella situazione, mentre accarezzava la sua amica per confortarsi. Mentre camminava pensò: "Mi spiace. Non penserò mai più che sono speciale. Ma ti prego, fa che la prossima area sia anche l’ultima." Entrò in un’altra area distorta dal varco del teletrasporto, pregando. Dopo un lieve moto di confusione, quello che le apparve di fronte fu ancora la stessa foresta di prima. Non c’era nemmeno l’ombra delle pianure tra gli alberi davanti a sé. Una scoraggiata Silica riprese a camminare, mentre Pina sollevò la testa ed emise un grido acuto. Era un allarme. Silica estrasse immediatamente la daga e la puntò nella direzione indicatale da Pina. Poco dopo, si sentì un ringhio basso dietro un albero coperto di muschio. Mentre Silica si preparava, apparve un cursore giallo. Ce n’era più di uno. Due, no... tre. Il nome dei mostri era «Scimmia Ubriaca». Erano tra i mostri più forti della Foresta della Peregrinazione. Silica si morse il labbro. E sia— Dato il loro livello,-- non erano poi molto pericolosi. Quando giocatori di medio livello come Silica scendevano in campo, avevano il buon senso di avere almeno un paio di livelli in più dei mostri che affrontavano. Di norma, c’è bisogno di un livello molto alto per sconfiggere 5 mostri di fila senza aver bisogno di curarti. Il motivo era che a differenza dei giocatori migliori, i giocatori di medio livello combattevano giusto per ottenere abbastanza Col per sopravvivere, guadagnare abbastanza esperienza per rimanere nella media, e infine per spezzare la monotonia. Per nessuna di queste ragioni valeva la pena di rischiare la vita. Infatti c’era ancora un migliaio di persone nella «Starting City» che si rifiutavano di andare avanti per paura di morire. Ma era necessaria una fonte di entrate regolari per poter mangiare e dormire. Quindi, tutti i giocatori di MMORPG avevano questa specie di ossessione che li faceva sentire insicuri se non avevano un livello decente. Per questo motivo, dopo circa un anno e mezzo dall’inizio del gioco, la maggior parte dei giocatori scendeva in campo con un grosso vantaggio in termini di livello per stare sicuri. Quindi, le Scimmie Ubriache, che erano tra i mostri più potenti del 35esimo piano, in realtà non erano niente di che per Silica; o perlomeno così avrebbe dovuto essere. Silica sollevò la daga e cercò di concentrarsi. Pina si preparò anch’essa alla battaglia. I mostri che apparvero erano antropomorfi e coperti da una peluria rossa. Reggevano una clava molto rozza nella mano destra ed una sorta di zucca con una corda legata intorno nella mano sinistra. Mentre le scimmie sollevavano le clave e ruggivano, Silica scattò verso la più vicina per colpire di sorpresa. Colpì velocissima e gli portò via un bel po’ di HP con la mossa «Rapid Bite», un’abilità con la daga di medio livello, e poi partì con una combo velocissima, che era uno dei vantaggi dell’usare una daga. Le Scimmie Ubriache usavano abilità scadenti con le clave, e siccome ogni colpo aveva un potere formidabile, mancavano di velocità e della capacità di fare combo. Silica bombardò il mostro e poi si fece indietro, pronta ad attaccare di nuovo. Dopo averlo fatto diverse volte, gli HP del mostro calarono drasticamente. Di tanto in tanto, utilizzava il suo soffio a bollicine per stordire l’avversario. Ma proprio prima che potesse lanciare la quarta abilità «Fad Edge» ed uccidere la prima scimmia... Arrivò un nuovo avversario da dietro, scambiandosi con l’altra scimmia in un attimo. Silica non ebbe altra scelta che attaccare la nuova scimmia. La prima quindi sollevò la mano sinistra facendo dondolare lo zuccotto— Silica fu scioccata nel vedere la barra degli HP della prima scimmia. Si stava riempiendo di nuovo a gran velocità. Sembrava che la zucca contenesse qualche sostanza curativa. Prima d’ora aveva già combattuto le Scimmie Ubriache ma al massimo due alla volta, e non avevano mai avuto la possibilità di scambiarsi, quindi era all’oscuro di questa loro abilità. Silica strinse i denti e si preparò ad affrontare al meglio la seconda. Ma proprio quando aveva portato gli HP della bestia nella zona rossa e si preparava per una nuova combo, questa si scambiò con un’altra. Era la terza Scimmia Ubriaca. A quel punto la prima aveva quasi riempito la sua barra degli HP. Di questo passo sarebbe stata una lotta interminabile. Per la paura le si seccò la bocca. Silica aveva pochissima esperienza di combattimento in solitario. Anche se aveva un vantaggio di livello schiacciante, alla fine si trattava solo di un numero; l’abilità invece è tutt’altra cosa. L’ansia nella mente di Silica cominciò a diventare confusione. Cominciò a sbagliare sempre più spesso, dando spazio ai contrattacchi nemici. Ad un certo punto, quando aveva portato gli HP della terza scimmia a metà, la sua capacità di mantenere le combo raggiunse il limite. La scimmia non si lasciò sfuggire questa chance e lanciò un colpo critico. La clava di legno era rozza, ma il danno base dovuto al suo peso, combinato con la forza delle Scimmia Ubriaca, fece calare gli HP di Silica del 30%. Sentì un brivido correrle lungo la schiena. Il fatto che non aveva più pozioni la fece diventare ancora più nervosa. Pina le fece riavere circa il 10% di HP, ma non era una cosa che poteva fare molto spesso. Se fosse stata colpita altre tre volte da un attacco simile — sarebbe morta. Morte. Silica si pietrificò quando quella possibilità le balzò alla mente. Il suo braccio era immobile. Così come le sue gambe. Finora combattere era sempre stato eccitante, ma era sempre stata lontanissima dal rischio vero. Non aveva mai pensato di poter essere prossima alla vera «Morte» prima di quel momento— Mentre era immobile di fronte alla Scimmia Ubriaca che ruggiva brandendo di nuovo la sua clava, Silica capì per la prima volta cosa volesse dire combattere i mostri in SAO. Era una contraddizione di termini: SAO era un gioco, ma allo stesso tempo non era qualcosa con cui giocare. Con il suono cupo della clava che tagliava l’aria, venne colpita mentre era ancora immobile. Non riuscì a reggere il colpo e finì distesa per terra. I suoi HP diminuirono ed arrivarono nella zona arancione. Non riusciva più a pensare a niente. Poteva fuggire. Poteva usare un cristallo del teletrasporto. Poteva fare altre scelte, ma si limitò a fissare la clava che la scimmia sollevò per la terza volta. L’arma rozza cominciò a brillare di rosso, e proprio quando lei chiuse gli occhi— Una piccola figura si frappose tra lei e la clava. Risuonò un forte rumore di impatto. Le piume color cielo si sparpagliarono ovunque mentre quella piccola barra degli HP calò rapidamente a 0. Pina osservò Silica con i suoi grandi occhi blu e rotondi mentre crollava al suolo. Emise un debole lamento e poi si frantumò in mille poligoni. Una delle sue lunghe piume caudali fluttuò lentamente al suolo come se stesse danzando. Qualcosa si ruppe dentro Silica. Quello che la manteneva lucida si ruppe. Prima della tristezza, arrivò la rabbia: rabbia verso di sé che non era stata capace di muoversi dopo aver subito un colpo; ma prima di tutto rabbia verso di sé e la sua stupidità, che l’aveva fatta avventurare da sola per la foresta dopo una stupida discussione. Silica fece un passò indietro con leggerezza, per evitare il colpo diretto a lei. Poi caricò con un grido. La daga nella sua mano si illuminò mentre colpiva la Scimmia. Non si preoccupò neppure di schivare la clava della Scimmia che aveva preso il posto della prima quando questa aveva perso troppi HP, piuttosto la bloccò con la mano sinistra, e perse alcuni HP, anche se non molti. Ma lei ignorò la cosa e si diresse verso la scimmia che aveva ucciso Pina. Usò la sua piccola statura a suo vantaggio, caricò la Scimmia, ed affondò la daga nel suo petto con tutte le forze. Con un luminoso effetto di colpo critico, gli HP del nemico calarono a zero. Prima arrivò un urlo e poi il rumore del disfacimento in poligoni. Silica si voltò e caricò il nuovo bersaglio. I suoi HP erano già finiti nella zona rossa, ma a lei non importava più. Ora vedeva solo il prossimo nemico da abbattere, come se si fosse ingrandito fino a riempire tutto il suo campo visivo. Dimenticò pure la paura di morire mentre azzardò una carica fatale contro la clava che si abbassava su di lei. Una luce bianca purissima attraversò le scimmie che si trovavano vicine. In un attimo i loro corpi si divisero a metà; poi finirono in pezzi e svanirono. Silica rimase lì immobile, circondato dai frammenti dei mostri appena morti. Aveva i capelli e il cappotto neri. Non era molto alto, ma emanava una presenza opprimente. Silica fece un passo indietro, vinta da una paura istintiva. I loro occhi si incontrarono. Ma i suoi occhi erano silenziosi e neri come la notte. Il ragazzo rinfoderò la sua spada ad una mano nel fodero che portava dietro la schiena con un rumore secco e poi parlò. "Mi spiace. Non ho potuto salvare il tuo amico." Non appena sentì quelle parole, perse le forze. Non riuscì a frenare le lacrime. Non si accorse nemmeno che la daga che stringeva era caduta per terra. Quando vide la piuma per terra cadde in ginocchio davanti ad essa. L’ira lasciò immediatamente il posto ad una tristezza senza eguali. Prese la forma di lacrimoni rotondi che scesero copiosi lungo le sue guance. I Famigli non erano programmati per sacrificarsi. Pina aveva agito di sua spontanea volontà — poteva essere per l’amore verso Silica, con cui aveva passato un anno. Mentre Silica si stringeva, mormorò. "Per favore... non lasciarmi da sola... Pina..." Ma la piuma azzurro chiaro non diede alcuna risposta.