5.NOAH

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Arriviamo tutti a casa di Kie e lei si dirige subito in bagno per prendere il Kit di pronto soccorso.

" Ti sei preso un bel pugno in faccia" dice Sarah rivolgendosi al suo ragazzo. Nella rissa gli avevano tirato un colpo sul naso, quindi aveva il viso pieno di sangue.

Kie torna con il Kit e subito mette del disinfettante su del cotone per curare la ferita che JJ aveva sul labbro e sulla guancia.

Io aiuto Pope e stendo della crema sul livido che aveva sul braccio.

Kie: "Ragazzi potevate evitare di fare rissa"

" Topper si è comportato da stronzo e qualcuno doveva farglielo capire" risponde JJ mentre stringe i denti per il bruciore dell'alcool.

"A proposito ragazzi, volevo ringraziarvi per avermi difeso. La prossima volta evitate di azzuffarvi magari, ma comunque ve ne sono grata" dico con tono gentile

John B: " Figurati Ren. Che poi Topper cerca sempre un pretesto per provocare, semplicemente questa volta ha usato te"

" Beh comunque grazie" rispondo con un sorriso

Sarah e Kie mi guardano cercando di capire se stavo bene. Io cerco di rassicurarle facendo ironicamente una linguaccia.

Finiamo di curare i ragazzi, dopodiché decidiamo di andare a dormire e ci dividiamo nelle varie stanze. Sarh e JB ovviamente, decidono di dormire insieme, io e Kie andiamo in camera sua mentre JJ e Pope stanno sul divano in salotto.

Dopo esserci sistemate Kie spegne la luce.
Passano poche ore e io continuo a girarmi nel letto. Tutto quello che avevo sentito alla festa mi ronzava ripetutamente in testa, impedendomi di dormire.

Decido di alzarmi per andare a prendere una boccata d'aria. Esco dalla camera e vado fuori.
La casa di Kie si affaccia direttamente sul mare e nel giardino sul retro si può vedere la spiaggia.
Mi siedo sulla panchina vicino alla portafinestra e inizio a fissare l'orizzonte. Poi sento dei passi.

"Ehi, non riesci a dormire?" chiede qualcuno uscendo dalla porta

Immediatamente capisco dalla voce che è JJ.

"Si, troppi pensieri e tu invece?" dico girandomi leggermente per poi tornare con lo sguardo sul paesaggio

"Mi fa troppo male la faccia. Pensieri, del tipo?" chiede tirando fuori un pacchetto di sigarette e iniziando a fumare

"Mah, sai mio fratello. Tutti lo consideravano solo un tossico depresso, ma lui era il mio migliore amico. È sempre stato un punto di riferimento, dato che i miei non c'erano mai... e loro lo avevano scoperto... hanno provato ad aiutarlo ma ormai era troppo tardi..." cerco di spiegare interrompendomi ogni tanto perché mi sento un nodo in gola

"Vuoi?" domanda offrendomi una sigaretta

Scuoto la testa e cerco di tranquillizzarmi, ma mi scende una lacrima e immediatamente la asciugo.

"Ren, tuo fratello era molto più di quello che le persone credono. Non devi ascoltarli, l'importante è ciò che pensavi tu di lui. Il resto non conta. In questa città credono tutti di poter giudicare la vita altrui, senza riflettere sulle conseguenze di ciò che dicono" dice per consolarmi mentre mi guarda

Annuisco e non riuscendo più a trattenere le lacrime inizio a singhiozzare.

Lui spegne la sigaretta e mi abbraccia. Appoggio il mio viso sulla sua spalla e lo stringo forte in un abbraccio dal basso.
Finita la crisi, mi stacco e mi asciugo la faccia con un fazzoletto che mi passa.

"Scusa haha, non credevo di reagire così "dico imbarazzata

JJ: "Non preoccuparti, avevi bisogno di sfogarti. Fa bene ogni tanto parlare di queste cose"

"Si, forse hai ragione. Non ne avevo mai parlato con nessuno, tranne che con Sarh e Kie"

JJ: "E con i tuoi?"

"In realtà è come se non fosse mai successo niente. Sentono di aver fallito e non vogliono affrontare la cosa con me e mia sorella. In più il lavoro li tiene sempre occupati, quindi non li vedo quasi mai" spiego

Avevo sentito discutere i miei riguardo mio fratello solo una volta, cioè la sera che lo portarono in ospedale.
Si incolpavano a vicenda per capire di chi fosse la colpa. Non riuscivano a capire come era riuscito a ridursi così.

La realtà è che la colpa non era di nessuno, almeno non fino in fondo.
Noah, mio fratello, faceva uso di droghe pesanti da quando aveva diciotto anni. Aveva iniziato perché lo facevano tutti i suoi amici, ma poi era diventato dipendente.
I miei lo avevano pure beccato e lo avevano messo in una casa di cura, ma una volta uscito la disintossicazione era come sparita.

Arrivato a ventun anni era diventato depresso a causa della dipendenza e diciamo che i miei non aiutavano. Mio padre lo pressava di continuo e mia madre non lo ascoltava mai.
Io cercavo di stargli vicino ma evidentemente non gli bastava. Al suo compleanno esagerò con i festeggiamenti.

Fece un gran miscuglio di droga e alcool e quando arrivò all'ospedale ormai non c'era più niente da fare.

"Mi dispiace" dice con tono triste

"Comunque adesso mi è venuto sonno. Grazie per avermi ascoltato"

"E di che" risponde come se si aspettasse qualcos'altro.

Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia. Lui mi sorride e torniamo dentro insieme.
Ci diamo la buonanotte. Torno nel letto e finalmente mi addormento.
JJ mi aveva sorpreso dopo quella conversazione.

When the night is overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora