12.IL GIORNO DELCOMPLEANNO DI NOAH

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È la sera del ventunesimo compleanno di Noah.
Mi guardo allo specchio e mi sistemo il vestito che mia mamma mi aveva comprato il giorno prima.

Cammino verso la camera di Noah per sapere se è pronto

"Noah, ci sei?"

"Si, se escludiamo questa cravatta che non so sistemare" si gira e mi sorride

"Aspetta ti aiuto"
Inizio a sistemargli la cravatta

"Come ti senti?" dico concentrata mentre sistemo il colletto

Lui alza gli occhi al cielo "Mi sento come uno che deve andare ad una festa organizzata dalla madre come quando aveva cinque anni"

"Bhe dai non è male, ci sono tutti i nostri famigliari, il mio ragazzo e i tuoi amici. Tutti quelli che ti vogliono bene insomma"

"Dio Ren... mi sembri la mamma, avrei preferito una cosa più tranquilla, infondo non cambia così tanto da averne venti. E poi c'è anche gente che non conosco come gli amici di mamma che non conosco neanche"

"Eddai non essere cattivo non è così male. Pensa che almeno adesso potrai bere legalmente" dico tirandogli un pungnetto sulla spalla

Sorride.
"Come se prima non lo facessi. In più con queste cazzo di medicine non so neanche se sarò in grado di godermi veramente la festa"

"Mi dispiace Noah, ma è per il tuo bene. Mamma e papà vogliono solo aiutarti a modo loro."

Noah: " Sì, mandandomi da uno psicologo e non chiedendomi neanche cosa voglio io"

"Sai che sono fatti così, ci sono io qui per te se vuoi parlare con una persona diversa da uno strizza cervelli"

Noah: " Non dovrebbe essere così. Io dovrei essere quello grande che si occupa di te."

"Non preoccuparti di questo. Io sto bene, tu devi solo pensare a curarti così potrà tornare ad essere tutto come prima" dico togliendoli un pelucco dalla giacca

Lui alza lo sguardo e inizia a fissare l'angolo della stanza
"Ren, non tornerà mai più niente come prima perché io non sono più lo stesso"

Lo guardo e rimango in silenzio.

Lui prende le mie spalle
"Ascolta, io ormai sono condannato a questa vita. Inizierò a lavorare da papà perché lui è convinto che questo mi aiuterà e probabilmente mi terrà incollato a quella scrivania anche se non è quello che voglio perché papà è fatto così, non capisce. Ma tu... tu non sei come le altre ragazze di queste famiglie ricche, non comportarti come se lo fossi, rompi gli schemi, ti aspetta qualcosa di meglio del mio futuro."

Lo interrompo
"Noah, non dire così . Tu guarirai e potrai fare quello che vuoi e papà capirà, puoi avere ciò che vuoi esattamente come me."

Lui scuote la testa
" Ormai è troppo tardi. Promettimi che tu farai sempre quello che vorrai, segui il cuore: frequenta le persone che vuoi, viaggia, innamorati, fai nuove amicizie e sopratutto non farti condizionare dalle opinioni di mamma e papà come ho fatto io. Se non faccio quello che vogliono loro sarò un fallito, anche se forse sono destinato a esserlo comunque..."

"Ma cosa dici! Dopo ci parlo io con mamma e papà,non esiste che ti facciano sentire così!" esclamo

Noah: " Ren, non serve che tu ti metta in mezzo. Ci penserò io a fine festa a parlare con loro"

Sentiamo dei passi avvicinarsi alla camera

Emma: " Dai lumache! Dobbiamo andare, tutti aspettano il festeggiato" dice correndo verso Noah e lo prende per mano per poi tirarlo fuori dalla stanza.

"Ok, ok andiamo" dico io seguendoli

Arriviamo sulla cima delle scale e tutti gli invitati iniziano a schiamazzare e applaudire

"Era ora!", "Buon compleanno!", " Auguri!" gridano alcuni di loro

Scendiamo tutti e tre dalle scale e io vado subito dal mio ragazzo rubandogli un bacio a stampo.

"Ehi..." dico guardandolo sorridendo

"Ciao... tutto bene con Noah?" dice con tono dolce

"Si si, stavamo parlando un attimo" dico

Tutti iniziano a sistemarsi nei tavoli che mia mamma aveva fatto accuratamente sistemare dal catering. Io sono nel tavolo con Nate e la sua famiglia mentre Noah e tutto il resto della mia famiglia sono insieme in un tavolo più avanti.
Iniziamo a cenare e noto che Noah parla con mio padre.

"No, tu farai quello che ti dico. In questo momento non sei in grado di decidere per te stesso  quindi lo farò io al posto tuo." dice alzando i toni mio padre

Vedo Noah che torna in silenzio e fissa il vuoto. Ad un certo punto si alza e se ne va, mio padre fa per seguirlo ma lo fermo e lo tiro da un lato

"Papà lascialo andare, non puoi soffocarlo in questo modo. È anche il giorno del suo compleanno dovrebbe divertirsi."

Mio padre mi guarda arrabbiato
"Bene, che faccia come vuole. Festeggerà da solo"

La festa prosegue e nonostante i continui messaggi e chiamate verso Noah senza risposta decido di accettare quella situazione per lasciagli spazio.
Finalmente il compleanno si conclude e mi sorprendo di come la maggior parte degli invitati non si sia neanche interessata della scomparsa di Noah.
Saluto tutti dopodiché torno in casa e mi preparo per andare a letto.

Alle due di notte sento qualcuno rientrare a casa e subito penso a Noah così corro al piano di sotto.
Subito però vedo mia mamma e mio padre, dalle loro espressioni avverto che qualcosa non va.

"Mamma che succede?! Avete trovato Noah?" dico preoccupandomi

"Tesoro..." dice mia madre scoppiando a piangere e abbracciandomi

"Mamma... dov'è Noah?!" chiedo nuovamente con le lacrime agli occhi

"Ren, abbiamo portato tuo fratello in ospedale dopo che ci hanno chiamato da un locale perché aveva perso conoscenza"

" E come sta... si riprenderà?"

" È in coma"mi risponde

"E quindi? Può risvegliarsi... lui è forte... c'è la farà" dico speranzosa

"Si, ce la farà ne sono sicuro". mi risponde mio padre per rassicurami

Il giorno dopo ci chiamarono dall'ospedale, era in stato vegetativo, ciò significa che il suo cervello era andato, dovevamo solo dare il via per spegnere le macchine che lo tenevano in vita.
I miei non aspettarono troppo per lasciarlo andare, la sera stessa il corpo di mio fratello era freddo come il ghiaccio e il suo cuore non batteva più.

Il giorno del funerale fu ancora più brutto quando vidi la bara essere ricoperta da terra e ghiaia. Mio fratello non esisteva più e così una parte di me.
Piansi per mesi e iniziai ad andare da uno psicologo. Dopo un mese dall'accaduto Nate e io ci lasciammo dato che lui non riusciva a sostenere la situazione e mi tradì con Elle, come già ho detto.
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So che questo capitolo è un po' triste ma credo che fosse giusto farlo. Fatemi sapere se vi piace la storia con una stellina e lasciate dei commenti per farmi conoscere le vostre opinioni💗.

When the night is overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora