Do you belive in Santa...?

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Storia di Mina_Shine*
# Creepypasta Natale

# 1° posto nella classifica del concorso

*Tutti i diritti vanno all'autrice

Amy stava preparando i pacchetti assieme a suo marito, immaginando la felicità dei suoi bambini davanti a tutti quei bellissimi regali. Mary, sua figlia più piccola, decorava l'albero mentre Jack ,suo fratello maggiore aiutava in cucina. Avevano spiegato ai bambini, fin dalla tenera età che non è Babbo Natale a portare i regali ma bensì è opera loro. Quindi hanno sempre incoraggiato i loro bambini a non credere a tutte quelle sciocchezze.

È la settimana prima di Natale e sono tutti felici. Ignorano gli strani eventi che iniziano ad accadere ai loro vicini. Tutti i loro figli avevano strani incubi e si risvegliavano con brutte ferite. Amy non se ne preoccupava molto, alcuni di loro erano iperattivi e adoravano attirare l'attenzione. Quindi non ci pensò molto, fin quando gli eventi non precipitarono.

Un urlo la svegliò. Era sua figlia Mary. La trovò legata al letto da una stringa di luci natalizie talmente affilate che le stavano tagliando la carne, inzuppando le lenzuola di liquido rosso cremisi. La bambina piangeva per il dolore e la paura, mentre il papà cercava di tagliare le stringhe. Un altro grido provenne dalla stanza accanto e diversi tonfi, come se qualcuno stesse lottando. Amy si precipitò da suo figlio maggiore. Lo trovò steso atterra, inchiodato da un essere orribile. Indossava quello che doveva essere un vestitino verde, ma era talmente lacero e pieno di sangue rappreso che era quasi indistinguibile dalla sua pelle. Era nero e deforme, con i piccoli occhi rossi luccicanti e la bocca enorme piena di piccolissimi denti affilati distorta in un orribile sorriso prima che stesse per chiudersi sulla spalla del ragazzo. La madre urlò e l'essere si accorse di non essere più da solo, fissò la donna con uno sguardo malvagio, con quel suo sorriso distorto. Svanì in una nuvola di fumo, che fece riecheggiare la sua orribile risata.

Cercarono di dimenticare l'accaduto, ma i bambini erano sempre tesi e i genitori scattavano per ogni minimo rumore. Al telegiornale iniziarono ad esserci notizie di bambini scomparsi dalle loro case, in piena notte, e al loro posto vi erano degli orribili messaggi che le famiglie non avevano voluto divulgare. Amy sapeva che erano stati quegli esseri e che presto o tardi sarebbe toccato di nuovo ai suoi figli, e ne ebbe presto conferma.

Quella sera stessa, mentre erano tutti in cucina, sentirono dei rumori provenienti dal piano di sopra, tonfi seguiti da risate orribili. I bambini iniziarono a tremare stringendosi ai genitori. Ma Amy si staccò dalla presa di sua figlia, impugnò un coltello da cucina e si diresse al piano di sopra. Quella storia doveva finire.

Salì le scale e si precipitò nella stanza della figlia ma era totalmente vuota, come la stanza di suo figlio. Quando iniziò a pensare che fosse tutto un orribile scherzo vide del fumo uscire dalla sua camera, accompagnato da quelle orribili risate. Aprì lentamente la porta e quello che vide fu orribile.

C'erano due bambole appese al soffitto. Erano a grandezza naturale e raffiguravano lei e suo marito. Avevano i visi contorti in un'espressione di dolore, gli occhi rossi per la pressione e il sangue che colava da diversi punti. Erano legati al soffitto con quella che sembrava una pianta nera, che stringeva loro il collo in una morsa d'acciaio. Quando Amy, terrorizzata, chiamò suo marito iniziarono a gridare e contorcersi, accompagnati dalle urla della donna. Suo marito si precipitò nella stanza e ciò che vide lo fece sbiancare. Le due bambole continuavano ad urlare "DATECI I BAMBINI!!.... DATECI I BAMBINI!!"

Ma quando le loro urla si placarono e sui loro volti comparve un ghigno orribile Amy capì.

Scese al piano di sotto chiamando a gran voce i suoi figli, ma non c'erano da nessuna parte. Continuò a chiamarli, piangendo, ma sapeva ormai che non poteva fare più nulla. A causa sua i suoi figli erano stati presi.

I bambini piangevano, chiamavano i genitori e chiedevano aiuto. "Sono davvero fastidiosi..." pensò l'uomo affilando il suo grosso coltello, "..ma tra pochi secondi saranno silenziosi e immobili. I loro genitori impareranno la lezione. È solo colpa loro se ora devo fargli questo" sorrise come un folle attraverso la folta barba incrostata di sangue.

Si avvicinò alla porta e i bambini si zittirono, i suoi stivali lo tradirono, facendo il solito rumore scricchiolante. Non indossò il grembiule prima di entrare, tanto sul suo vestito rosso le macchie di sangue non si sarebbero viste. Spalancò la porta e la sua enorme figura venne incorniciata da essa. Inizialmente vedendolo i bambini esultarono, facevano sempre così appena lo vedevano, ma quando il suo viso fu illuminato meglio dalla luce proveniente da fuori iniziarono ad urlare e a piangere.

C'era stato un tempo in cui amava i bambini, li riempiva di regali, li amava davvero. Ma poi col tempo avevano iniziato a dire che lui era solo fantasia, che non esisteva. Era colpa dei loro genitori. Gli avevano insegnato che credere in lui è sbagliato. Lui non esisteva per loro. Ma ora avrebbe provato a tutti che era reale, con i suoi bellissimi regali.

Strinse con forza il coltello mentre la lama passava da parte a parte nei loro teneri corpicini. Alcuni alla vista del sangue e degli altri morti svennero, facilitando il suo lavoro. Continuò ad uccidere bambini, straziando i loro corpicini. Quando arrivò alla fine della stanza ce n'erano altri due, un ragazzino bruno che faceva da scudo ad una bambina più piccola, bionda, che piangeva. Lui si avvicinò al ragazzino che guardandolo spavaldo disse

"Fammi ciò che vuoi. Ma non ucciderla. Non....."

La sete di sangue dell'uomo era molto più forte della compassione. Quando la lama trapassò il petto del ragazzo lasciandolo con un espressione stupita e addolorata, gioì. Questo era ciò che si meritavano. È la loro punizione. Loro non credono.

Sentì l'urlo della bambina e si ricordò di lei. La prese in braccio per non farla scappare, accarezzandole i soffici capelli biondi e sporcandoglieli di sangue. La piccola emise un grido disgustato, stava quasi per svenire, ma lui voleva guardarla negli occhi mentre moriva.

"Come ti chiami piccola?" chiese, ma la ragazzina non rispose. Era troppo spaventata.

"Te lo richiederò un'altra volta, se non mi rispondi ti succederà qualcosa di molto brutto. Allora, come ti chiami piccola?" ma la bambina non rispose.

"Bene. Avrai anche tu la tua punizione..." disse mentre la lama trapassava il petto della bambina, lacerandole il pigiamino e mostrando un ciondolino sul quale era inciso il suo nome, Mary.

La mattina di Natale tutti genitori a cui erano stati rapiti i bambini ricevettero un macabro regalo. Nei pacchi che avevano trovato sotto gli alberi c'erano i corpicini senza vita dei loro figli, e accanto ad essi un unico messaggio identico per tutti:

"Ohohoh, Buon Natale a tutti voi... spero che abbiate imparato la lezione. Io sono REALE."

Buonasera a tutti.
Queste sono le storie più belle che mi avete inviato, e quindi mi sembra giusto pubblicarle.
E si ragazze, avete vinto il concorso come miglior creepypasta di Natale ♥♥♡♡♡ Yeeeee
Mi dispiace per le altre, ma sono davvero troppe...anche volendo non riuscirei a pubblicarle tutte.
Ma bando alle ciance, voglio tantissimi commenti per queste splendide ragazze che ci hanno messo anima, corpo e tempo (Soprattutto tempo...) per creeare queste creepy.
Riguardo agli aggiornamenti di legends2...ci vediamo a Gennaio :)
MI RACCOMANDO, FATE I COMPLIMENTI A QUESTE RAGAZZE ,CHE SU 65 CREEPYPASTA SONO ARRIVATE AL PRIMO POSTO.

Buone feste e che Jeff sia con voi,
Amen.

-Alexis

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