Come odio quest'uomo non si può davvero capire.
Arrogante, pieno di sé. Con questo sorriso sprezzante, un angolo del labbro superiore perennemente arricciato, come se tutto gli faccia schifo. Il sopracciglio sollevato, cos'è, Professore, mi vuole interrogare? Guarda bello che sono un docente anche io, e sono qui
perché mi hai scelto tu insieme ad altri colleghi per aiutare il tuo Ministro, anzi la tua Ministra, a tirarsi fuori una riforma della scuola che abbia un senso visto che siamo da vent'anni che andiamo di male in peggio. Forse da trenta.
E mi hai scelto per il mio curriculum, mica per le mie tette, visto che il mio curriculum è volontariamente privo di foto.
Laurea a 23 anni col massimo dei voti, dottorato di ricerca in Italia e PhD al MIT. Collaborazioni di ricerca con il CERN.
Eppure, ogni volta che ho preso la parola, oltre a non avermi mai fatto finire di parlare, mi hai apostrofato con signorina.
Signorina? Perché i colleghi uomini sono "dottore", "professore" e io "signorina"? Fammi capire.
La mia laurea vale meno della loro, forse? I miei vent'anni di ricerca, per motivi a me ignoti valgono quanto cinque anni maschili? Le mie pubblicazioni per caso devono essere ridotte ad una certa percentuale?
Oltrettutto nel mio curriculum non compare né l'età, né il mio stato civile, uniche ragioni che avrebbero potuto spiegare quell'appellativo, ma non giustificarne l'uso in un tale contesto.
Te la farò pagare, te l'ho giurato. Ancora non so come, come non so che il destino per una volta mi sta dando una mano, apparecchiandomi su un piatto d'argento una magnifica occasione di riscatto.
Sono ancora in preda alla rabbia quando raggiungo il mio amico Paolo in un bel caffè del centro. Paolo è uno dei pochi amici che ho in quella grande città che non è la mia e dove mi sono trasferita per quell'incarico che sembrava prestigioso. Lo conosco da anni, da altri tempi e altre frequentazioni, infatti è l'unico che conosce l'altra parte di me, quella più segreta ma forse più vera.
Mi accoglie a braccia aperte da lontano: "Tesooooroooo!", e subito dopo: "Chi ti ha fatto incazzare?" Gli racconto quello che è successo e lui mi risponde serio: "Andrebbe punito severamente". Già, ma non è in mio potere.

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Soggezione
Fanfiction"Lo sai cosa si fa ai bambini che disubbidiscono?" "Sì Padrona" "E cosa?" "Devono essere puniti, Padrona". "E tu hai disubbidito?" "Sì Padrona" "Quindi meriti la punizione?" "Sì Padrona" Il quadro in copertina è Night Calls II di Jack Vettriano