Otto

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Come esco dall'ufficio del Presidente mi squilla il telefono. È Paolo.
"Dimmi", dico, secca.
"Ehi, bella, non fare la Mistress con me eh".
Sbuffo. "No, dai, Paolo, sono impegnata"
"E incazzata", mi interrompe.
"E incazzata. Dimmi cosa vuoi".
"Dai, ci vediamo stasera per un aperitivo? Così mi racconti un po' e anche io ti devo raccontare un po' di pettegolezzi".
"Va bene", rispondo di malavoglia. Non ho molta voglia di vederlo ma almeno mi distraggo un po'.

Essendo astemia il mio concetto di aperitivo è piuttosto originale. Aborro quei bicchieroni pieni di ghiaccio e coloranti che spacciano come 'cocktail analcolici', perciò generalmente prendo una spremuta d'arancia, o un caffè. Spesso entrambi.
Stasera con Paolo sto girando il cucchiaino dentro la tazzina da un tempo infinito mentre lui mi parla della sua nuova conquista, decantandomene tutte le doti, soprattutto quelle amatorie. Come ogni suo amor fou durerà lo spazio di qualche settimana, ma lui si illude ogni volta che sia per sempre. Poi quando finirà mi chiamerà, piangerà al telefono, si ubriacherà, piangerà ancora
e poi si alzerà una mattina felice come una pasqua e pronto a ricominciare. Non lo ascolto minimamente.
"Ehi, yoohoo, ground control to major Francesca, c'è nessuno?"
"Scusami", gli rispondo, "sono molto stanca".
"Mh, stai lavorando troppo. O forse è l'ambiente diverso dal tuo fatto di nerd che ti fa male, o sbaglio?"
Paolo è snervante ma non è certo scemo e anzi, sa leggere le persone come libri aperti, a maggior ragione me, che conosce da più di vent'anni.
Sospiro e inizio a raccontargli gli sviluppi che hanno preso i rapporti fra me e il Presidente, e fra la Padrona e il Presidente.
Si butta sullo schienale e mi guarda scuotendo la testa: "Lo sapevo che si stava mettendo male. Cosa hai intenzione di fare?"
"Non lo so. Se non ci fosse di mezzo la parte lavorativa non avrei problemi a portarlo al limite in modo da farlo desistere. Ma cavolo, per una volta che avrei potuto dare un contributo per cercare di migliorare 'sto paese di merda".
Il mio amico mi guarda: "La vedo male", mi dice.
Non sai quanto la vedo male io.

Arrivata a casa prendo lo smartphone e mando un messaggio al Presidente.
<<Fra mezz'ora. A casa mia>> e invio la posizione.
La scritta ...sta scrivendo compare per diversi secondi, e poi ecco il messaggio.
<<Padrona, ti ringrazio per avermi concesso di vederci stasera, ma dalla posizione che mi hai inviato, e data la mia attuale posizione, è fisicamente impossibile per me arrivare nel tempo richiesto. Chiedo quindi umilmente che mi venga concesso un tempo maggiore per arrivare dove hai richiesto la mia presenza.>>
<<Concessione negata. Ti voglio qui entro mezz'ora>>. Sapevo che non ce l'avrebbe fatta, lo volevo punire.

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