Undici

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Torno a casa come un automa. Cosa è succcesso? Non capisco. Devo analizzare, e lo faccio.
Analizzo, ri-analizzo, penso, rimugino, ma non riesco a capire dove voglia andare a parare il Presidente con quel comportamento.
Sarebbe troppo banale pensare che voglia solo ribaltare i ruoli, riprendere il suo ruolo di comando, ma c'è qualcosa di inafferrabile, che non comprendo.

Arrivo a casa e mi butto sul letto, poi chiamo Paolo.
"Oh", è il mio saluto.
"Mmmhhh, umore gioioso vedo"
"Che fai, sei con qualcuno?"
"No, sono a casa da solo"
"Allora mettiti molto comodo che ti devo parlare"
Gli racconto tutto, di come l'ho fatto andare via stravolto da casa mia alla sua reazione nel suo studio pieno di ori e stucchi, ma soprattutto gli racconto i miei dubbi, il fatto di non capire cosa stia davvero accadendo.
Sento un sospiro dall'altra parte del telefono che a momenti sposta le tende di casa mia.
"Hai finito di fare vento?"
"Oh figlia mia, ma davvero non capisci?"
"E cosa dovrei capire?"
"Cazzo, Francesca, svegliati, quello ti vuole!"
"A me? Che cazzo dici Paolo, mi vuole morta, al massimo".
"Ohi madonna mia, sei tanto intelligente con tutti i tuoi dottorati, ma di uomini tu non capisci proprio un cazzo", e su questo non aveva proprio torto.
"Sveglia!", continua. "È attratto da te, indubbiamente, e visto che conosce entrambe le tue versioni, non sa come comportarsi. Non posso certo dirti che sia innamorato, ma che vorrebbe ripassare il kamasutra insieme a te ci metto la mano sul fuoco!"
"Non dire stronzate, secondo me si è solo incazzato per l'altra sera e vuole farmela pagare".
"Certo che anche tu potevi fargliela una sega, eh, alla fine", conclude Paolo con una risata.
"Vaffanculo Paolo", e chiudo la comunicazione.

Passo la seconda notte consecutiva competamente in bianco. Questa volta neanche mi metto a letto, ma passo ore alla finestra con le parole del mio migliore amico che rimbalzano nella scatola cranica facendo il frastuono della scimmia che suona i piatti nel cervello di Homer Simpson. Non lo so, non mi sembra verosimile che Massimo Nobile sia attratto da me, io rimango più sulla ripicca dell'orgoglio maschile ferito. Però...

48 ore senza dormire stroncherebbero fisici più forti del mio e infatti la mattina quando vado al lavoro mi gira fortemente la testa.
Cerco di respirare profondamente, oggi abbiamo una plenaria a Palazzo Chigi, sto pensando di darmi malata ma ormai è troppo tardi. Quando siamo tutti nella sala dove si tengono normalmente queste sedute, entra un collaboratore del Presidente che ci informa che Nobile non potrà essere presente e che ci invia le sue scuse.
Tiro un sospiro di sollievo così forte che temo lo possiano aver sentito tutti e immediatamente la tensione scompare. Al suo posto rimane un'enorme stanchezza.

Finita la riunione mi trascino a fatica verso casa. Mi butto sul letto e mi addormento di colpo, dormendo un sonno senza sogni fino al mattino dopo.

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