Quattordici

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Passano i giorni, mentre i nostri incontri roventi continuano.
C'è passata anche la scrivania del Presidente, fantasia inconfessata di entrambi. È incredibilmente eccitante far finta di niente, scontrarci anche, quando siamo in contesti ufficiali, per poi toglierci le maschere, insieme ai vestiti, quando siamo soli.
Incredibilmente un pomeriggio è lui che affronta l'argomento, generalmente sono le donne che lanciano la bomba del dobbiamo parlare.
"Francesca"
"Dimmi"
"Cosa siamo noi?"
"Prego?"
"Chi siamo noi due?"
"Due stronzi?"
"È adorabile questo tuo amore per l'umanità in genere", mi dici sarcastico, ributtandoti sul cuscino. "Sul serio, Francesca. Chi siamo? Una coppia? Due amici con benefit? Cosa?"
"Perché ti interessa definire quello che siamo Massimo? Hai qualche rimorso di coscienza? Cosa vuoi che ti risponda, che siamo due destini che si uniscono, stretti in un istante solo?"
"No, perché suppongo che tu detesti i Tiromancino"
"E infatti. Mi chiedo come li conosca tu, però".
Ride e fa un gesto con la mano come a dire lascia stare.
"Nomina sunt consequentia rerum", dici, stropicciandoti la faccia con le mani.
"Oh mio dio Presidente, il latino no. Potevi dirmi qualcosa tipo I'm gonna give you every inch of my love, per esempio, avrei preferito".
Cerco di buttarla in vacca perché è un argomento che non voglio affrontare. Cosa siamo noi? Non lo so. Un tempo ci avrebbero definito con l'appellativo di amanti, che portava in sé lo stigma dello scandalo, e della riprovazione. Del peccato e della lussuria. Ma non so se era
adatto a definirci, perché sì, è vero, tu hai una relazione stabile e io sono l'altra, ma oggettivamente tra noi non c'è solo sesso, c'è qualcos'altro che non so definire. Amore? Boh.
"Perché non vuoi parlarne?"
"Perché non voglio sentire la risposta. Perché se proprio vuoi dare un nome alle cose, siamo amanti, anche se detta così sembra una cosa da Rosamunde Pilcher, o qualcosa per la quale tu sicuramente avrai chiesto l'assoluzione al tuo confessore"
"Ti dà fastidio il fatto che io sia praticante?"
"Non mi dà fastidio un cazzo, Massimo, lo sai bene. Mi danno fastidio i falsi moralismi, e lo sai".
"Ma guarda che qui chi sta facendo del moralismo sei tu".
"Cosa vuoi che ti dica? Tu hai una compagna, io sono l'altra. E per definizione sono la stronza, la rovina famiglie, se non direttamente la troia. Quella che si scopa il Presidente del Consiglio per chissà quali fini. "
"Dato che non mi hai mai chiesto neanche un bicchier d'acqua - ah no, una volta me l'hai chiesto" e fa un occhiolino malizioso, "comunque, non hai mai avuto un comportamento meno che esemplare nei confronti del Presidente del Consiglio, quindi che ti frega? E poi chi dovrebbe pensare queste cose? A chi dovresti rendere conto?"
"A me"
Proseguo: "Non mi piace questa situazione, ma non ho intenzione di interromperla, a meno che non me lo chieda tu".
"Non ne ho intenzione".
Chi siamo? Non lo sappiamo. Ma sembra che abbiamo intenzione entrambi di scoprirlo, mentre osserviamo dalla finestra aperta uno dei tramonti più belli che il cielo di Roma potesse regalarci.

 Ma sembra che abbiamo intenzione entrambi di scoprirlo, mentre osserviamo dalla finestra aperta uno dei tramonti più belli che il cielo di Roma potesse regalarci

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Beh, il racconto della storia di Massimo e Francesca è finito, ma la loro storia continua, e se ognuno di voi immagina come andrà avanti, ci saranno tanti Massimo e Francesca che vivranno per sempre felici o contenti.
Un abbraccio e grazie di avermi seguito e fatto compagnia. Sta nascendo una nuova storia che non so dove andrà a parare :'D, voi seguitemi che lo scopriremo assieme!

Grazie
La vostra affezionata
M.

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