Tredici

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Si alza dalla poltroncina, mi prende il viso con entrambe le mani e mi bacia.
È un bacio diverso da quello che c'è stato nel suo studio, non c'è rabbia né volontà di supremazia. È lungo e goloso, ma nonostante ne sia rapita gli metto una mano sul petto e lo allontano da me.

Rimaniamo a guardarci per secondi che sembrano ore, poi mi riavvicino. Quando le nostre labbra sono vicinissime e lui vorrebbe azzerrare quella distanza, io mi ritraggo leggermente. Si riavvicina, mi ritraggo di nuovo. Sono movimenti millimetrici.
Capisce incredibilmente che non voglio negarmi né intraprendere una nuova guerra di supremazia e decide di fidarsi e allora mi riavvicino io. Porto le labbra vicinissime alla sue, ma senza toccarle. I nasi si sfiorano, ma le labbra no. Sento il suo respiro, l'aroma di caffè che esce dalla sua bocca, lui sente il mio. Sposto leggermente le labbra, come se il bacio fosse già in atto anche se ancora non l'ho toccato. Poi mi sposto leggermente, gli sfioro la guancia con la guancia, il naso col naso.

Poi torno sulla bocca e adesso gli faccio sentire appena le labbra. Una volta, due volte. E mi sposto sull'angolo esterno. E poi sulle palpebre, sulla fronte e di nuovo sull'angolo della bocca. Tocchi così lievi che si debba chiedere se ha sentito davvero il contatto o l'ha immaginato. Mi fermo un istante e sussurra "Ancora", mantenendo gli occhi chiusi.
Allora inizio a fargli sentire un po' di più le mie labbra e al contempo mi delizio nel sentire le sue. Sono morbide e leggermente umide. Mi sposto alla base del suo orecchio, una parte che mi fa impazzire. Prima di sfiorare quel punto con le labbra, soffio leggermente, poi scendo verso il collo e poi risalgo ancora verso la bocca.

Adesso, nello sfiorargli di nuovo le labbra, dischiudo le mie e gli faccio sentire l'umidità della mia lingua, appena accennata, e mi muovo di nuovo verso il collo. Fa un verso che non so se interpretare come un gemito di piacere o un lamento, e ritorno verso la bocca.
Inizio a giocare con le sue labbra e il gesto con cui accoglie le mie, di labbra, e la mia lingua mi commuove. Mi ricorda il movimento che fa il neonato quando cerca il capezzolo della madre, quasi stesse cercando nutrimento da me, e io mi sento in grado di darglielo.

Siamo in piedi da un tempo che non so dire neanche io, strettamente allacciati in un abbraccio che forse nessuno dei due si aspettava.
Ci guardiamo e sboccia spontaneo un sorriso a tutt'e due.
"Ciao, sono Massimo", dice lui.
"Ciao, sono Francesca", gli rispondo.

Mi prende una mano e mi porta verso il letto. Lì iniziamo la nostra danza che però all'inizio conserva ancora un po' delle battaglie del nostro inizio.
Sicuramente sono io ad avere il controllo, anche se sono sotto di lui, quando gli impongo il mio ritmo, o di fermarsi e riprendere a mio piacimento. Ma ovviamente ce l'ha lui quando, con la faccia in mezzo alle mie gambe decide se, quando, come darmi piacere.
Ma finalmente non ce l'ha nessuno di noi due, o ce l'abbiamo entrambi, quando ci muoviamo assieme, respiriamo assieme, chiamiamo i nostri nomi assieme, gridiamo assieme.

Quando ci fermiamo, rimaniamo a guardarci. C'è un po' di imbarazzo che cerco di stemperare con un po' di small talk.
"Come va la cervicale?"
"Bene, grazie. Temo però che domani mi farà male tutto il resto, però. Ho un'età", il tutto condito dal suo famigerato sorriso strappamutande.
"Domani? Sei fortunato. A me fa male tutto già ora".
"Mi dispiace, non era mia intenzione", dice malizioso.
"Non ti preoccupare", gli accarezzo il viso. Questo gesto così semplice mi apre un baratro dentro che però non voglio che lui veda, così mi alzo e vado verso la finestra, infilandomi una maglia un po' perché ho freddo, un po' perché, nonostante i gesti che ci siamo scambiati fino a pochi minuti fa non abbiano niente di pudico, non riesco comunque a farmi vedere nuda da lui.
Mentre guardo fuori gli dico: "Avevi ragione, anche se mi costa dirtelo"
"E su cosa, di grazia?"
"Sul fatto che metto alla prova le persone per vedere chi è alla mia altezza. Che detto così mi fa apparire come la peggiore delle stronze, anche se in realtà la cosa è un po' più articolata".
"Non mi sento di smentirti sulla questione della stronza". Gli lancio un'occhiataccia e si mette a ridere, poi continua: "Ma vorrei sapere di più sulla questione articolata, se ti va di parlarne".
"Non è una questione di essere all'altezza che io per prima so bene di essere all'altezza di 'sto cazzo se mi passi il termine"
"Si figuri, Maestà, si senta libera di esprimersi come meglio crede". Ride.
"È che cerco di trovare qualcuno che sia in grado di affrontare la mia complessità. Che non  scappi, non se ne faccia spaventare. Io non lo faccio volontariamente, ti giuro, ma metto le persone alla prova. Costantemente. Il risultato è che scappano tutti. Ma non solo gli uomini
eh, intesi come potenziali fidanzati. Ma proprio tutti, gli amici, le amiche, i colleghi. Chi resta si conta sulle dita di una mano. Ma lo capisco eh? Ognuno si deve mangiare la merda sua, non ho il diritto di riversare su nessuno i miei mostri".
Si tira su a sedere sul letto. Si è rimesso la camicia, anche se ha abbottonato solo un paio di bottoni.
Nel frattempo anche io mi sono nuovamente seduta sul letto.
"Io i tuoi mostri me li accollerei"
"Ma io non lo trovo giusto"
"E perché?"
"Perché la vita è già abbastanza una merda per ognuno di noi senza bisogno di accollarci anche l'inferno altrui".
"Chi ti ha fatto così male Francesca?"
"Molte persone, Massimo. Molte".
Mi mette una mano sul collo e mi attira a sé. Mi bacia dolcemente e allo stesso tempo con passione, ed è un attimo tornare a fare l'amore, pazienza se domani ci farà male ogni fibra del nostro corpo, ma non del nostro cuore.


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Ragazze, siamo quasi alla fine anche della storia di Massimo e Francesca. Sarà un lieto fine o no? In realtà, come sempre, da che punto guardi il mondo tutto dipende, perciò starà a voi deciderlo.

Sto iniziando un'altra storia ma ho molti dubbi, sta prendendo una piega forse fin troppo introspettiva per questo luogo a cui si addice meglio la spensieratezza, vedremo.

Per il momento vi abbraccio e vi ringrazio per avermi seguito fin qui. :*

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