13. For your eyes only

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Harry si precipitò all'hotel, senza nemmeno sentire lo staff che lo salutava, e camminò velocemente verso la sua stanza. Sulla sua strada, aveva chiamato Louis più volte, ma tutte le chiamate andarono direttamente alla segreteria telefonica. La più alta probabilità era che il telefono di Louis fosse morto, il che significava che era ancora fuori; ma Harry pregò per il contrario, non poteva sopportare un altro secondo con il pensiero che Louis fosse espulso da Runway. Pregava che Louis fosse nella stanza.
Aveva bisogno di parlargli, di sapere che Louis era a conoscenza di tutto, che c'era un piano, aveva bisogno di esporre quello che sembrava un'imboscata.

Sentì di poter respirare un po' meglio quando vide un maggiordomo con un vassoio di the in procinto di bussare alla porto della loro stanza. 

"Lo terrò io, grazie." si precipitò verso l'uomo mentre scannerizzava la sua carta, aprendo la porta. L'uomo gli lanciò uno sguardo incerto, "Ehm... merci." fu tutto ciò che Harry gli disse prima di prendergli il vassoio di mano, verso la stanza di Louis. 

Vide che la porta di Louis era socchiusa, quindi disse: "Louis, ho il tuo the. Sto entrando." ed entrò.

Harry continuava a parlare mentre camminava per posare il vassoio sul tavolino, di fronte al divano. "Senti, ho davvero, davvero bisogno di parlarti. C'è questo..." e la scena lo congelò.

Louis era sul divano, il braccio appoggiato al bracciolo e il mento appoggiato al pugno. La sua testa era leggermente girata verso Harry e aveva gli occhi chiusi con gli occhiali. Ciò non impediva a Harry di notare il rossore e il gonfiore intorno agli occhi, chiari segni di pianto. L'altra mano gli si posò in mezzo, stretta a pugno. Intorno c'erano i tessuti della camicia arricciati.

"Louis, cosa c'è che non va?" disse Harry senza fiato.

Louis sospirò, "Lascia stare il the, te lo farò io." aveva aperto gli occhi quando parlava, così Harry potè vedere quanto erano rossi i suoi occhi. Non ha avuto alcun contatto visivo con Harry. 

Harry esitò e intendeva lasciare tutto sul tavolino, ma c'erano fogli sparsi dapperttutto. Giornali e carta stampata, tutti con grandi titoli su Louis. Harry raccolse le parole 'maniaco del lavoro', 'ossessionato', 'irraggiungibile', 'spinoso', e 'solitario.' C'era anche una foto di Louis la sera prima, che usciva dalla festa da solo con un'espressione lesa sul viso.

"Cos-cos'è questo?" chiese perplesso.

Louis lo derise, "Solo qualche lettura di piacere. Dai, lasciami." e prese il vassoio, mettendolo su tutti i fogli. Si tolse gli occhiali e poi prese la teiera, iniziando a versare l'acqua calda nella tazza, ma le sue mani tremavano e ne versò un po' fuori.

Harry scattò fuori dalla sua piccola trance. "Ecco, lasciami fare." disse togliendo le cose dalle mani di Louis.

Louis si sedette sul divano e tirò su col il naso. Harry si concentrò sulla preparazione del the, e quando finì, sollevò con cura il vassoio e raccolse tutti i fogli, gli accartocciò e li gettò nel cestino. 

Poi Harry tornò dalla parte di Louis e gli diede la tazza con il liquido marrone e fumante, Louis ne bevve un sorso, ma sembrava che non ne volesse più. Harry prese la tazza e la rimise sul tavolo. 

"Perché leggi anche questa roba?" Harry mormorò.

"Perché preferisco sapere cosa scrivono su di me piuttosto che saperlo dai social media." rispose Louis, senza ancora incontrare gli occhi di Harry. "E tu sai cosa. È tutto vero."

"Non lo è. Sai che non lo è." si lamentò Harry, e mise una mano sul ginocchio di Louis. 

"È così? Perchè non ricordo un periodo in cui non stavo lavorando. Non ricordo un periodo in cui non ero solo." Louis alla fine incontrò lo sguardo di Harry. "Ma, ricordo che ieri, ho lasciato la festa da solo perchè ho scelto di farlo."

The Devil Wears Gucci |L.S.| (Italian Translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora