La notte

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Svegliarsi nel baratro della notte
E pensarsi come gli unici al mondo
Con gli occhi aperti
Volti verso la luce
Sentirsi soli in questo silenzio
In questa risonanza di pensieri
Che rimbalzano
In questo basso buio dei corpi
E della coscienza
Ultimo marinaio senza porto
Sotto un cielo coperto
Che galleggia su un pezzo di legno
In mezzo al mare
Non può andare al largo
Verso le rovine del sonno
Colonne d'Ercole del giorno
Né attraccare

Incontrare se stessi
Senza averlo chiesto
Senza invito
Solo per un rumore
Un timore
Un sogno funesto
E guardarsi d'intorno con fare smarrito
Alienati da tutto
Estranei al lume ed al letto
All'armadio, al mobiletto
Intrusi in casa propria
Invasori di Troia
Dentro a un cavallo di tenebre
Che solo apriranno
Le dita di Aurora
E intanto attendere
Per discendere armati
Al primo sognare degli altri

Ma armati di cosa?
Di una punta che non ferisce
Una daga corta
Che non scalfisce
Gli animi dei dormienti
E di uno scudo di carta
Che scricchiola
Con rumore d'inferno
A ogni colpo inferto
Dal nemico

Nove anni permasero i Greci
Sulle spiagge di Ilio
Dieci anni errò l'eroe
Per mari e per terre
Dal sangue alle sirene
Dalle macerie al piacere
Rinnovato dell'alcova
E mi chiedo
Naufraga fra le lenzuola

Sarà questa la prima
Di molte notti
Che bruceranno come fiamme
Eco degli incendi entro le mura
Che arderanno come la bronzea vampa
Riflessa dall'armatura
Che si consumeranno come la fenice
Pronta a rinascere dalla cenere
E che grideranno
Con lunghe lingue di fuoco
Frustando l'aria
Sfrigolando
Vive
In un fervore di scintille
Sulla mia pelle?

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