when i see your heavens (oscurità)

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A quell'ora di norma i bambini di dieci anni dormivano da un pezzo, ma Obi-Wan non si aspettava di trovare il suo Padawan a letto o nella sua stanza. Era passata una settimana da quando avevano cominciato ad abitare insieme, e Anakin non era rimasto in camera sua in nessuna di quelle notti. Il suo Padawan aveva sviluppato l'abitudine di dargli la buonanotte, per poi sgattaiolare dai loro alloggi e girovagare per il Tempio.

 Obi-Wan lo percepì nella Forza e lo trovò poco dopo, anche se quella era la parte facile. Era ciò che accadeva dopo che gli dava difficoltà. Avrebbe forse dovuto sgridare Anakin? Ma non gli sembrava la cosa più giusta da fare. Il ragazzino probabilmente si era ormai abituato alla vita in dormitorio, circondato dalla costante compagnia degli altri novizi Jedi, e senza di loro era irrequieto.

 Questa era una delle "fasi" di cui aveva tanto sentito parlare, e ad Anakin sarebbe passata man mano che si sarebbe adattato al suo nuovo stile di vita. Non c'era alcun bisogno di punizioni, Obi-Wan doveva solo trovarlo prima che si allontanasse troppo e finisse in città. Ancora non lo considerava pronto per esplorare Coruscant da solo.

 Stasera Anakin non era andato molto lontano. Obi-Wan lo trovò nel primo posto a portata di mano da cui si potesse vedere il cielo: il balcone del loro appartamento. Anakin sedeva sul pavimento, e abbracciava le ginocchia al petto e scrutava in su. Obi-Wan si avvicinò a lui, e si bloccò, scegliendo le parole da pronunciare. Come poi saltò fuori, fu Anakin a rompere il silenzio. «Voi non avete stelle».

 «No, di nostre personali no. I Jedi non hanno beni».

 «Ahahah» rise con voce monotona Anakin. «Non voi. Coruscant». Fece un cenno in direzione del cielo scuro.

 «È per via delle luci della città. Sono talmente luminose da oscurare le stelle».

 «Già». Anakin posò il mento sulle ginocchia, gli occhi ancora in su. «Mia mamma dice che i desideri che esprimi, una volta che si avverano, diventano stelle. Quindi le stelle sono una collezione di desideri divenuti realtà».

 «Ma tu sai che non è così, Padawan. Le stelle sono degli enormi corpi gassosi».

 «Lo so». Anakin abbassò la testa nascondendo il viso tra il petto e le ginocchia. «Ma la sua versione è meglio».

 «Anakin. Anakin. Guardami». Anakin lo fece. «Un Jedi non ha bisogno di desideri. Un Jedi può realizzare ciò che vuole».

 «Ma... Tu non hai dei desideri irrealizzabili?»

 L'immagine di un volto caro, familiare e compianto lampeggiò per un secondo nella mente di Obi-Wan. Ma lui cancellò quell'immagine con la rapidità con cui essa era comparsa. «Non vale la pena desiderare ciò che non puoi ottenere. È uno spreco di tempo e di energie».

 «Nessuno, Maestro? Proprio nessuno?»

 «Tu ne hai?»

 «Vorrei vedere mia mamma di nuovo. Vorrei essere un Jedi».

 «Ecco qua. Sono tutte cose possibili, non hai bisogno di esprimere desideri».

 Anakin sospirò, lo sguardo nuovamente in alto. «Quello di Tatooine è meglio. Il vostro cielo è deprimente».



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Nota

 ⁰ Il titolo è una citazione al verso dei Salmi 8:3: "Quando io veggo i tuoi cieli, che sono opera delle tue dita; La luna e le stelle che tu hai disposte; Io dico: Che cosa è l'uomo, che tu ne abbi memoria?"

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