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Ore 00:30

Stavano tutti dormendo. Tranne Steve.
Pensava che, essendo mezzanotte, era il dodici*, cioè il compleanno di Natasha.
Ricordava il suo compleanno durante il loro periodo da fuggitivi; erano in un trailer, una specie di casa mobile nascosta in un bosco. Lei restò tutto il giorno da sola, tenendosi a distanza da lui. A fine giornata, dopo cena, Steve posò un piccola torta con su scritto il suo nome, sul tavolino dove mangiavano; quando la vide lei si stava per mettere a piangere- in parte era perché a furia di scappare da un posto all'altro si stava un po' esaurendo mentalmente, in quanto non era più abituata a cambiare spesso casa, ma non fu solo per questo, aveva i suoi motivi. Gli diede un forte abbraccio. Steve non le fece domande sulla sua reazione, aveva capito che l'argomento era delicato e che se ne avesse voluto parlare l'avrebbe fatto da sola.
Aveva ancora i capelli rossi in quel periodo, era dimagrita molto, mangiava poco -gli lasciava sempre qualcosa del suo piatto dato che non potevano uscire molto spesso per andare a fare la spesa.
Non voleva dar fastidio a Steve, si sentiva come un peso per lui -non che le avesse mai detto niente al riguardo, anzi era contento di averla al suo fianco- ma lei si sentiva che lo rallentasse e che magari senza di lei, lui non si sarebbe fermato tanto in un posto, e poi lo faceva scomodare già quando era in quel periodo del mese e aveva bisogno degli assorbenti o altre cose. Lui se n'era accorto, e infatti aveva preso l'abitudine di metterle più cibo nel piatto così che mangiasse il necessario.
Aveva imparato molte cose su di lei in quel periodo.
Durante i primi mesi(prima di quel suo compleanno), era verso la fine dell'inverno/inizio primavera, lei si sentiva un po' male per aver voltato le spalle a Steve e agli altri e allo stesso tempo poi aver tradito Tony aiutando il capitano.

Avevano aiutato gli altri ad uscire di prigione, non fu molto complicato dato che Natasha sapeva come hackerare le telecamere e il sistema del Raft, e sapevano entrambi stendere le guardie.
Da un lato ricevette vari insulti da parte di Sam, mentre dall'altro lato ricevette un abbraccio da parte di Clint e Wanda. Mentre li accompagnavano al quinjet Sam continuava a inveire contro Natasha e al suo averli traditi, ma Steve lo zittì con un calcio negli stinchi, infastidito.
<<Visione ti aspetta a queste coordinate>> disse Natasha a Wanda dandole un foglietto di carta, erano sul quinjet rubato.
<<Visione?>>Natasha annuì
<<Prendi questo, così sappiamo dove siete, se avete qualche problema dovete solo premere questo bottone>> disse dandole un localizzatore<<non spegnerlo mai>>
<<Non stiamo tutti assieme?>> domandò la streghetta, che aveva diciotto anni allora
<<No, daremo troppo nell'occhio. Ci dividiamo.>>
<<Ci dividiamo? >>
<<Se ci nascondessimo tutti nello stesso posto ci troverebbero subito>> disse la rossa
<<Steve noi staremo assieme?>> domandò Sam
Steve fece cenno di no con la testa <<Resto con Tasha>>
<<Con lei?>> domandò indignato
<<Si, Fury ci procura i posti dove nasconderci>>
<<Fury?>>
<<Si, non vedeva l'ora di aiutare Natasha. Daremo a voi le coordinate dei rifugi più sicuri, noi staremo in quelli un po' meno, ce la caviamo da soli>>
Li accompagnarono con il quinjet nei posti dove dovevano nascondersi. Nel frattempo Sam continuava a lamentarsi, e qualcosa scappò anche a Wanda che non voleva che lei e Visione fossero lasciati da soli. Li accompagnarono tutti, gli ultimi furono Steve e Natasha che furono portati da Clint in Svezia, al loro nascondiglio provvisorio, in mezzo ad un bosco
<<Hey>> disse Clint alla rossa prima che uscisse dal quinjet<<Grazie>> la abbracciò
<<Di niente... sennò a cosa servono gli amici?>>
<<Devo ammettere che per un po' non ti ho ritenuta un'amica e ho pensato molto male di te. Scusa>>
<<Non fa niente, anche io ho pensato molto male di me. Ci rivediamo>>
<<Si, ci rivediamo>>

Lasciarono il quinjet a Clint, che se ne andò.
Natasha andò a farsi una doccia nella loro casa mobile. Steve la sentì piangere nel bagno, l'aveva vista solo due volte piangere prima.
<<Hey Nat, tutto bene?>> chiese per poi bussare alla porta del piccolo bagno <<Natasha!>>
<<Si, va tutto bene>> rispose la rossa da dentro al bagno. Uscì poco dopo, indossava dei pantaloncini verde bottiglia e una felpa nera, aveva i capelli bagnati che si erano un po' arricciati.
<<È saltata la luce>> disse timidamente a Steve, seduto su un divano a leggere un giornale. L'aria fuori era scura, stava piovendo.
<<Dovrebbe tornare tra poco>> rispose lui spostando lo sguardo dal giornale per guardarla.
<<va bene...>> lei andò nella loro piccola camera, dove condividevano un letto a due piazze- i rifugi erano pensato per una persona. Chiuse la porta e iniziò a piangere silenziosamente.
Steve bussò e poi entrò; lei era sul letto, rannicchiata su un lato, abbracciava un cuscino. Era così bella, anche se piangeva...
<<hey>> le disse dolcemente <<se hai bisogno di parlare di qualsiasi cosa io sono qui... Staremo solo noi due per un po' di tempo, tenersi troppe cose dentro ti farà più male di condividerle>>
Lei fece un mezzo sorriso e si mise seduta sul letto, con le gambe al petto, si tolse le lacrime da sotto agli occhi. Sembrava così piccola e così bella allo stesso tempo.
<<Sono sempre la persona che prova ad aiutare tutti...Ho sempre cercato di semplificare le vostre vite, e farvi sentire meglio con voi stessi così che poteste lavorare meglio...cercare di tenere insieme un branco di uomini che si comportano come dei ragazzini...come una madre, anche se sono forse la più giovane...rimettere insieme i pezzi nella speranza che non ci dividessimo, che non perdessi forse l'unica cosa più vicina ad una famiglia che ho mai avuto...ma a nessuno è mai importato... di me, di come mi sentissi o cosa pensassi veramente. Ho provato a tenermi lontana, sono straniera capisco di non essere voluta. Ma sai, almeno fare finta di interessarsi non sarebbe costato niente...>> si tolse una lacrima dalla guancia
<<non è vero, Tasha...>>
<<sai dove vivevo? e non dire alla base degli avengers, perché sai che non è vero...sai quando è il mio compleanno? quanti anni ho o il mio colore preferito? cosa mi piace fare?...vedi? nessuno lo sa, nessuno si è mai importato di chiedermi niente o solo essere gentile... So tutto di voi, di tutti: Steven Grant Rogers, nato il quattro luglio del 1918 a Brooklyn, ti piace molto il blu e fare lunghe passeggiate al tramonto, ti piace leggere libri e il giornale, perché non vuoi utilizzare troppo la tecnologia, che trovi in parte inutile. Ti piacciono gli animali, sopratutto i cani e ne vorresti tanto uno. Sai disegnare bene e suoni un po' il pianoforte. Ti piace ascoltare la musica, specialmente Kitty Kallen e Vera Lynn; il tuo libro preferito è il giro di vite di Henry James, ti piacciono le storie di fantasmi e hai amato la stessa donna per settant'anni e non hai mai pensato di sostituirla perché desideravi tanto una vita con lei...so dirti questo anche di tutti gli altri, perché io vi ascolto e vi studio sempre, anche quando sembra che sia impegnata... mentre io non posso dirvi nulla perché sono quella "forte" del gruppo e non posso mostrarmi come una persona normale, e al primo sbaglio sono una troia e una traditrice... ma anche io sono una persona e spesso sembra che lo dimentichiate>> si tolse un'ultima lacrima dalla guancia e si alzò dal letto <<scusami>> disse a Steve passandogli oltre e andandosene nella cucina a prendere dei fazzoletti.
Poggiò le mani sul bancone guardando fuori dalla finestra, cercando di tornante in se dal momento di debolezza -come le era stato insegnato nel suo allenamento. Si ripeteva a bassa voce che andava tutto bene e di tornare in se perché si stava mettendo in ridicolo da sola.
<<Vivevi a Manhattan. Il tuo vero nome è Natalia Alianovna Romanova, sei nata il dodici giugno del '95 a Volgograd e devi compiere ventitré anni quest'anno, nonostante ciò sei molto più matura per la tua età.>> le disse avvicinandosi <<Il tuo colore preferito è il rosso, non quello chiaro, ma scuro anche se ti piace molto anche l'azzurro, il blu, il verde e il nero che indossi spesso. Ti piace la notte più del giorno, perché è più silenziosa e tranquilla. Ti piace danzare, anche se ti porta brutti ricordi, ma sei molto brava. Ti piace leggere, la letteratura classica russa, inglese e francese, ma ti piacciono anche scrittori americani come Stephen King. Hai un gatto nero, si chiama Liho, significa sfortuna in russo -ora se ne sta occupando Maria Hill. I tuoi fiori preferiti sono le peonie, ti piacciono anche i tulipani e i non ti scordar di me, ma sopratutto le peonie>>era dietro di lei <<Ti piace la musica; un gruppo che si chiama arctic monkeys, sei andata ad un loro concerto, ti piace Lana del Rey e altri due cantanti di cui però non ricordo i nomi, ti piace molto anche la musica classica...E non parli mai di te, ma io ti vedo e ti ascolto>> la abbracciò da dietro, circondandola dolcemente con le sue braccia. Lei poggiò la sua testa sul suo petto, lasciandosi coccolare e abbassando le sue difese un'altra volta.
Nell'abbraccio lei si girò e lo abbracciò a sua volta, poggiando una guancia sul suo petto.
<<mi dispiace così tanto...per tutto...>>
<<Non devi scusarti per nulla, e con nessuno. Non dar peso a ciò che ti hanno detto Stark e Sam, o hai commenti che fanno gli altri. Loro non sanno chi sei e non sono arrabbiati con te, ma con se stessi e con me>>
<<come sai dei fiori?>> gli domandò dopo un po' continuando ad abbracciarlo
<<Ti ho vista portare dei fiori alla basa e un'altra volta erano in macchina tua, sul sedile posteriore>>

You Belong With Me -a romanogers storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora