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Elizabeth

Mi svegliai di soprassalto, la fronte imperlata di sudore e le mani che tremavano. Avevo di nuovo fatto un incubo.

Mancavano poche ore alla prima Prova e lo stress cominciava a farsi sentire. Continuavo a sognare James, Alexandre, draghi e pozioni. Avevo paura del Torneo, di mio padre, degli esami e di finire la scuola.

Presi un respiro profondo e decisi di uscire dal dormitorio femminile per calmarmi un po'. Giocherellai con la mia collana, mentre mi dirigevo nella Sala Comune.

«Liz?» una voce famigliare mi risvegliò dai miei pensieri.

Robert Whig era seduto su una poltroncina e scriveva qualcosa su una pergamena. Non ci eravamo più parlati molto, dopo l'anno prima, ma ora dovevo sfogarmi con qualcuno.

Mi strinsi nella vestaglia e mi sedetti poco lontano da lui, di fronte al camino: «Ciao, Rob.»

Lui sospirò: «Sei ancora arrabbiata con me?»

Non ero mai stata una persona rancorosa e lui sembrava veramente dispiaciuto per tutto quello che era successo. In fondo non mi aveva più dato fastidio e anzi, aveva sempre cercato di dare una mano quando riusciva.

«No. Ti ho perdonato, va bene così. Che fai sveglio a quest'ora?» guardai l'orologio, erano quasi le tre del mattino.

Lui rise: «Devo finire una relazione, me la sono portata dietro fino all'ultimo. Agitata per domani?»

Sospirai: «Non si vede, vero? Non solo, stanno succedendo così tante cose nella mia vita, non sono più sicura di niente. Questo ultimo anno è stato una vera montagna russa...»

Dovevo disperatamente parlare con qualcuno e lui era lì, pronto ad ascoltare. Non ci frequentavamo più, magari avrebbe mantenuto il segreto.

«Vuoi parlarne?» mi chiese, mettendo giù la penna.

Sembrava avermi letto nel pensiero. Non sapevo se potevo fidarmi così tanto di lui, ma, forse per disperazione, mi ritrovai a sputare tutto: «James sta per rischiare la sua vita ed è geloso di un ragazzo che molto probabilmente è mio fratello. Mio fratello, capisci? Forse mio padre è il fottutissimo Ministro della Magia francese ed io non so cosa fare.»

Rob aveva la bocca aperta: «Tuo padre? Non era un babbano?»

«Era quello che credevo anche io. A quanto pare no, forse mio padre è Claude Dubois... Tutto questo è ridicolo.» mi misi le mani nei capelli.

Per una volta non potevo essere una ragazza normale? Non Elizabeth Bolt, la campionessa di quidditch, e nemmeno Elizabeth Bolt, la sorella perduta di Alexandre Dubois. Solo Elizabeth, una quasi diciottenne con un fidanzato e degli amici, studentessa di Hogwarts.

Il ragazzo di fronte a me incrociò le braccia al petto: «Per quanto riguarda la Prova di domani, non c'è molto che tu possa fare se non supportare James. Per il resto, l'unica cosa che potrei dirti è di non pensarci troppo. Non hai bisogno di un padre per essere la ragazza fantastica che sei, Liz, e questo te lo possono dire tutti. Qualsiasi cosa succeda, hai persone che ti vogliono bene e ti sostengono. Anche quelle che non pensavi l'avrebbero fatto

Gli sorrisi, poi sbadigliai. Parlare, anche se per poco, mi aveva fatto bene e il sonno stava di nuovo prendendo il sopravvento.

Mi alzai in piedi: «Torno a dormire. Grazie, Rob... Non lo dirai a nessuno, vero? È importante che rimanga un segreto.»

Lui fece finta di chiudersi la bocca con un lucchetto: «Non ti tradirò di nuovo, Liz.»

James

Sentivo il rumore delle persone fuori dalla porta, mentre la specie di arena in cui ci trovavamo si riempiva lentamente. Ero agitato, cosa strana, dato che solitamente non pativo queste cose.

Volevo sapere cosa c'era dall'altra parte della tenda, ma allo stesso tempo non sapevo se fosse pericoloso.

«Agitato?» Lucille si avvicinò a me, mentre si sistemava la divisa.

Ci avevano dato dei vestiti particolari, più comodi di quelli che indossavamo di solito e, a quanto pare, anche resistenti al fuoco.

Scrollai le spalle: «Abbastanza, tu?»

Lei sorrise: «Più che altro curiosa, credo che ci siano dei draghi dall'altra parte.»

Io risi: «Forte, non vedo l'ora di iniziare...»

La Skeeter cominciò a scattarci un sacco di foto, fino a quando un bisbiglio non attirò la mia attenzione. Qualcuno mi chiamava da dietro la tenda.

Mi voltai, aprendola e trovando la mia ragazza, che mi baciò subito, senza lasciarmi tempo nemmeno di pensare.

«Ehi, amore...» le sorrisi, sperando che la giornalista non si accorgesse di noi.

Prese il mio viso fra le mani: «Fai attenzione, ok? Noi siamo tutti sugli spalti a tifare per te.»

«Signorina Bolt! Era da tanto che volevo intervistarla di persona!» Rita Skeeter ridacchiò, mentre la sua penna scribacchiava.

Avvolsi un braccio attorno al fianco di Ellie, stringendola a me, poi cercai di cacciare via la donna: «Non è il momento né il luogo, lasciaci in pace ora.»

Come sempre doveva ficcanasare dappertutto. Volevo solo salutare la mia ragazza in pace, era chiedere troppo?

Lei sembrava offesa: «Oh andiamo, vorrei solo chiederle cosa ne pensa del Torneo e-»

«Va bene così, Rita. Faccia in fretta, signorina Bolt, poi torni al suo posto negli spalti.» la McGranitt la guidò via, sorridendoci.

Roteai gli occhi: «Finalmente...»

Ellie mi si gettò addosso, stringendomi forte. Sorrisi, godendomi il momento. Se dovevo morire, almeno prima volevo salutarla.

«Ti ho promesso che sarei stato al sicuro. Mantengo la mia promessa, ok?» le diedi un bacio sulla fronte «Ti amo.»

Lei sorrise: «Anche io. Non lasciarmi da sola, mh?»

La abbracciai di nuovo: «Non ti libererai di me così facilmente, Ellie.»

«Signor Potter?» la McGranitt mi chiamò, indicando che la prova stava per iniziare.

Sospirai: «Ora vai amore...»

«Devi tornare da me, chiaro?»

«Sempre.»

Accorsi vicino agli altri due concorrenti, mentre Madame Maxine ci porgeva un sacchettino: «Ci sono tre numeri qui dentro, entrerete in ordine casuale. Dovete prendere la scatola del vostro colore, avete solo la bacchetta a disposizione. Tutto chiaro?»

Annuii convinto, insieme agli altri Campioni. Prendere una scatola, non era poi così difficile, giusto?

Estrassi il mio numero. Dovevo prendere quella rossa, ma purtroppo andavo per primo. Questo significava che non avevo la più pallida idea di cosa ci fosse dall'altra parte.

Strinsi la mia bacchetta e, lentamente, varcai la soglia della tenda. Un'ombra oscurò il sole davanti a me, mentre tutti quanti urlavano e applaudivano.

Alzai lo sguardo, deglutendo.

Oh, cazzo.

A/N:
Ciao gente! Devo dire che mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo, in caso non l'aveste notato io adoro il concetto del Torneo Tremaghi, anche se nella saga originale c'entrava ben poco. Comunque, Liz ha detto tutto a Rob in un impeto di ansia, lui manterrà il segreto? E qual è la misteriosa creatura che dovrà affrontare James? Non la indovinerete mai, muhahah! Ci vediamo al prossimo capitolo!
Au revoir!

Legacy - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora