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Elizabeth

«Cosa vuoi mettere al Ballo?» chiese Alex, accendendo una piccola fiamma. Ci trovavamo in una stanza deserta del castello, scoperta in chissà quale modo dal figlio del Ministro, e stavamo finalmente cominciando la preparazione della Pozione.

Mi ero completamente dimenticata del Ballo del Ceppo, tra una cosa e l'altra. Eppure, mancavano poco meno di tre settimane.

Versai l'acqua magica nel calderone di fronte a noi, aspettando che questa arrivasse ad ebollizione: «Ho un vestito carino, magari chiederò a Zoey di aggiungerci qualche suo tocco, a lei piacciono queste cose...»

«Ho sentito in giro parecchi ragazzi che volevano chiederti di andare con loro, te l'ha chiesto qualcuno?» ridacchiò lui.

Risi, scuotendo la testa: «Non so nemmeno perché si pongono il problema: ho un ragazzo. E poi dovrebbero passare sul cadavere di James solo per provarci, conoscendolo.»

«Sarete le star indiscusse della festa! Il signore e la signora Potter!» scherzò.

Lo guardai male: «Non sono la signora Potter. Sono Elizabeth Bolt. E poi sì, magari un giorno sarò la signora Potter. Ma sono io quella famosa.»

Alexandre si strinse nelle spalle: «In ogni caso, ho bisogno di un'informazione. Zoey è già stata invitata? Insomma, è libera?»

Ripensai al modo in cui aveva salutato Roxanne prima della partenza. Non sapevo cos'era, ma sicuramente non era libera.

Mi grattai la testa: «Beh, non è proprio libera. Tecnicamente non ha nessuno da portare al Ballo, ma c'è una ragazza ad Hogwarts che- Oh, sta bollendo!»

Fui salvata dal ribollire del liquido nel calderone. Presi la curcuma e ce la versai dentro, cominciando a mescolare lentamente con un mestolo.

«Dobbiamo aspettare finché non cambia colore... Ci vorranno ore, se non giorni, secondo la ricetta...» lesse il ragazzo accanto a me.

Mi alzai in piedi, sistemandomi la gonna, poi porsi una mano ad Alex per aiutarlo: «Non ci resta che aspettare, allora. Torniamo nella Sala Grande.»

Lui sorrise: «Tornerò a controllare, ogni tanto, poi ti farò sapere quando possiamo continuare.»

Annuii e fui quasi fuori dalla porta, quando mi venne un'idea: «Chiedi a Zoey di andare al Ballo in amicizia. Magari comincerai a stare un po' più simpatico ai miei amici. Se sei davvero mio fratello, per lo meno ti devono tollerare...»

Rise: «Affare fatto!»

Uscimmo, separati uno dall'altro. Alexandre aveva la chiave per la porta, anche se non avevo idea di come l'avesse ottenuta. Quel ragazzo conosceva la Beauxbatons come le sue tasche.

Tornai nella Sala Grande e, quando mi vide, James si alzò subito in piedi. Sembrava abbastanza infastidito e ne ebbi la conferma quando mi si parò davanti e mi tirò nel corridoio meno affollato.

«Eri di nuovo con Dubois?» mi chiese, le braccia incrociate al petto. Sotto la sua camicia potevo vedere i muscoli contratti.

Sospirai: «Sì, perché?»

Strinse gli occhi fino a ridurli a due fessure: «Avete davvero così tanto da studiare? Mi nascondi qualcosa.»

Non potevo certo spiegargli tutto. Non avevo una scusa migliore, ma l'importante era fargli capire che non stavo facendo nulla di male.

Lo amavo più di ogni altra cosa al mondo, l'ultima cosa che volevo era ferirlo. Ma non potevo dirgli la verità finché non ero sicura di chi fossi.

«Ti prego, amore, stai esagerando. Giuro sulla mia vita che non sto facendo nulla di male.» provai a spiegare.

Lui contrasse la mascella, mentre i suoi occhi mi analizzavano. Stava sicuramente cercando di capire se credermi o no.

Se fossi stata nei suoi panni, nemmeno io gli avrei creduto.

Un ragazzino più piccolo di noi si avvicinò a me. Era visibilmente pallido e a disagio, quando provò a parlare: «Elizabeth, mi chiedevo se ti andrebbe di venire al-»

Sobbalzò quando la mano di James si posò sulla sua spalla: «Ha già un accompagnatore. E un ragazzo.» Enfatizzò l'ultima frase, guardandomi.

Quando il ragazzino se ne fu andato tornò a guardarmi. La sua espressione era cambiata, sembrava meno arrabbiata e più... Rassegnata.

«Ecco perché sono geloso, cazzo.» mormorò, prima di andarsene.

Rimasi immobile per un minuto, cercando di capire cosa fosse successo. Non sapevo se era arrabbiato con me, con Alex, o con quel ragazzino. Ero confusa e triste, perché sentivo che qualcosa si stava crepando nella nostra relazione. Dovevo riparare quella crepa prima che fosse troppo tardi.

James

Passai il resto del pomeriggio in completa frustrazione, sdraiato nella Sala Comune deserta a rimuginare. Ero sicuro che Ellie non mi stesse dicendo tutta la verità, ma allo stesso tempo trovavo così improbabile che mi stesse tradendo.

La cosa peggiore era che il mondo non faceva altro che sbattermi in faccia la sua perfezione. Non si rendeva nemmeno conto di quanto fosse amata.

Non potevo fare a meno di osservare gli sguardi della gente. Ogni volta che passava per i corridoi, per le aule, tutti la guardavano con desiderio e ammirazione. E io non potevo fare altro che arrendermi all'evidenza che tutti potevano portarmela via.

Alexandre Dubois era la personificazione del mio incubo peggiore. Non stava facendo niente di male, non ancora almeno. Ma sapevo che, prima o poi, lei si sarebbe accorta che non ero abbastanza e mi avrebbe abbandonato.

Il mio cuore si sarebbe ridotto in polvere.

«James? Posso sedermi?» aprii gli occhi, sentendo la sua voce.

Annuii, mentre Ellie, si accomodava accanto a me e mi appoggiava una mano sulla guancia: «Perché piangi?»

Non mi ero nemmeno accorto di aver versato delle lacrime. Ma appena me lo fece notare, il pianto aumentò: «Sei troppo per me. Tutti ti vogliono e io non posso farci niente.»

«Questo non è affatto vero, amore. Sei il Campione di Hogwarts, sei il Capitano di Grifondoro, sei James Sirius Potter!» esclamò, prendendo mi il viso tra le mani «E sono innamorata di te, questo non può cambiarlo nessuno.»

«Lui può. Lo sta già facendo. Il figlio del Ministro della Magia, una divinità in confronto a me. È meglio di me in tutto e te ne stai accorgendo anche tu. Non so nemmeno perché il Calice mi ha scelto, io-»

«Smettila.» Elizabeth aveva un tono calmo ma fermo, che mi fece alzare lo sguardo. «Lui non è niente in confronto a te. Tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato, James Sirius Potter. Sei l'unica cosa nella mia vita senza la quale non potrei vivere. Cazzo, darei fuoco alla mia scopa per te. Darei fuoco a me stessa per te! Smettila di dire così!» stava piangendo anche lei.

Mi gettai tra le sue braccia, stringendola forte: «Non abbandonarmi, ti prego.»

Lei sorrise, ricambiando l'abbraccio: «Mai, tu vieni prima di tutto il resto.»

Rimanemmo qualche minuto in silenzio, Ellie che mi passava dolcemente le dita tra i capelli. Mi godetti quel momento e mi sentii subito meglio.

«Saresti un fantastico caminetto.» sorrisi contro il suo petto alla mia stessa battuta.

«Non rovinare l'atmosfera.»

A/N:
Ecco un nuovo capitolo! Devo dire che è uno dei miei preferiti in assoluto tra i due libri, l'ho scritto tutto di getto e mi è piaciuto molto. Voi come state? Vi piace?
Au revoir!

Legacy - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora