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James

James Sirius Potter, Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Sorrisi soddisfatto finendo di scrivere il bigliettino. Il Calice di Fuoco era stato spostato in una sala un po' più piccola, in modo che ci si potesse accedere con più facilità.

Louis mi diede una pacca sulla spalla, incoraggiandomi ad attraversare la Linea dell'Età. Tutti gli studenti di Hogwarts mi osservavano, come se fossero sicuri che sarei stato io ad essere scelto.

Ellie si avvicinò a me, con uno sguardo quasi triste. Mi diede un bacio, poi mormorò: «Se lo fai non torni indietro, amore.»

«Andiamo, Potter, metti quel bigliettino!» esclamò un ragazzo che conoscevo solo di vista.

La mia ragazza gli lanciò un'occhiataccia che sarebbe stata considerabile come una Maledizione Senza Perdono, poi mi prese le mani.

«Andrà tutto bene, Ellie.» le sorrisi.

Delicatamente le mollai le mani e presi un respiro profondo. Il cuore mi batteva forte nel petto, tutti i ragazzi avevano lo sguardo puntato su di me.

Attraversai la Linea dell'Età, aspettando qualche secondo per vedere se sarebbe successo qualcosa. Tirai un sospiro di sollievo, poi misi il biglietto nel Calice. Quello prese fuoco, di un colore bluetto.

I miei amici e tutta la mia scuola esultarono, e, mentre uscivo dalla Linea, Louis iniziò un applauso che si espanse presto in tutta la stanza.

Elizabeth mi sorrise, con gli occhi tristi: «È andata...»

Aprii la bocca per risponderle e tranquillizzarla, ma un ragazzo della Beauxbatons, con la divisa azzurrina e i capelli scuri si intromise: «Tu sei Elizabeth Bolt, vero?»

Mi sembrava di riconoscerlo, ma non riuscivo proprio a ricollocarlo. Era alto un po' più di me e somigliava un sacco alla mia ragazza, tranne che per gli occhi. Quelli di Ellie erano molto più belli, blu elettrico, mentre il ragazzo li aveva scuri.

Lei sospirò. Non sembrava aver molta voglia di parlare, ma forzò un sorriso: «Sì... Sì, sono io. Tu... Sei il figlio del Ministro della Magia, vero?»

Mi ricordai improvvisamente perché la sua faccia era familiare. L'avevo visto in foto al matrimonio di Vic e Teddy, ce l'aveva fatto vedere Lucille.

Lui rise: «Alexandre Dubois, è un onore conoscerti.»

Le strinse la mano, poi si voltò verso di me: «James Potter, giusto?»

Io annuii. I francesi non mi stavano molto simpatici, e quel tipo sembrava tirarsela un po' troppo per i miei gusti. In più, ci provava spudoratamente con la mia ragazza e la cosa non mi andava affatto a genio.

Gli svantaggi di stare con una delle ragazze più belle di Hogwarts. E anche della Beauxbatons a quanto pare.

«Io e mio padre siamo tuoi grandi fan, Ellie.» le sorrise, con i suoi denti perfettamente fastidiosi.

Lei mi guardò un secondo. Se la gelosia avesse potuto uccidere, in quel momento sarei già stato a terra stecchito.

Nessuno la chiamava Ellie in tutta Hogwarts tranne me. A questo punto poteva direttamente baciarla davanti a me, mancava solo più quello.

Per fortuna, Elizabeth sembrò notare la mia tensione, avevo i pugni stretti all'inverosimile.

Appoggiò delicatamente la mano sul mio polso, disegnando piccoli cerchi con il pollice, mentre parlava: «Uhm, grazie, è un onore sapere di essere stimata da una persona così importante, per di più in un paese straniero.»

Legacy - James Sirius PotterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora