5. L'alfa vi vuole di sopra

2.4K 149 2
                                    

Clayton guardava la scena preoccupato, ma con un sorriso divertito sulle labbra. Erano scesi in tre beta e due alfa per cercare di tenere ferma Cika e fino a quel momento non avevano riscosso un gran successo. Uno dei due alfa cadde e lui, non riuscendo a trattenersi, lanciò una risata. Volendo, lui sarebbe riuscito a fermarla, lo sapeva, ma era troppo bello vedere quei cinque lupi che non riuscivano a tenere ferma un alpha donna. Passarono altri quindici minuti così. Uno le prendeva il braccio e lei, muovendolo un poco, lo lanciò dall'altra parte della cella. Un divertimento assurdo. Forse non per tutti ecco. Estè lo guardava malissimo. Come a dirgli di fare qualcosa e lui lo avrebbe fatto, sì, ma prima l'alfa del branco avrebbe dovuto incontrarli. Come ad avergli letto la mente un altro beta scese le scale e si avvicinò alla cella guardando con biasimo i lupi del proprio branco. <<Cika se stai ferma un secondo vi porterò dall'alfa e tu potrai andare dal tuo compagno>> Affermò con voce potente. Nessuno si focalizzò troppo sul fatto che avesse pronunciato il suo nome. Erano tutti troppo attenti alle parole "portare" e "alfa". Clayton emise un ringhio, un ringhio da alfa. Beta e Omega non potevano ribellarsi neanche volendo, gli alfa sì, ma non era il caso di Cika che smise subito ciò che stava facendo e con gli occhi ancora rosso sangue, indietreggiò fino ad arrivare al suo fianco. Come Clayton, continuava a fissare il nuovo arrivato in attesa di notizie che non tardarono ad arrivare. <<L'alfa vi vuole di sopra>> Nulla di più, nulla di meno. Dopo di che arrivarono altre guardie per scortarli al piano di sopra e lui, avvicinandosi all'orecchio di Cika le sussurrò di non fare stupidate. Non volevo rimetterci la vita e soprattutto non poteva mettere in pericolo il fratello che era ancora dall'alfa. Giurò a se stesso che appena ne avesse avuto la necessità, gli avrebbe spaccato la faccia.

Caleb con Benjamin si stava dirigendo verso quella che il beta aveva chiamato mensa. <<Cosa intendevi quando hai detto che ti era successa la stessa cosa?>> Continuando a camminare, si guardarono negli occhi e Caleb ci vide qualcosa, una specie di lampo. Ci vide tristezza e gioia, paura, dolore, ma poi anche amore. Un intreccio unico. Non gli rispose e lui non richiese, in un tacito accordo. Ben, si era perso nel suo mondo dei ricordi e lui non aveva intenzione di distrarlo. Al beta, gli occhi, erano diventati gialli ed era talmente perso che stava facendo cadere Ruana. La ragazza ormai sveglia, cadde in ginocchio ai piedi del ragazzo che aveva bloccato ogni movimento. Al rumore Benjamin si risvegliò dalla sua breve trance e preoccupato si chinò ad aiutare la sorella del suo alfa. Gli omega lo guardarono preoccupato, ma lui non disse nulla riprendendo a camminare come non fosse successo niente. Cal non ci pensò troppo e prese per mano la ragazza ancora un po' debole. Almeno l'odore era quasi del tutto sparito. Ruana gli spiegò che funzionava così quando si perdeva conoscenza ma che purtroppo non valeva quando si dormiva e Caleb non avrebbe mai avuto il coraggio di ripetere ciò che l'omega gli disse dopo.

Quando arrivarono alla sala mensa, erano già tutti lì. I lupi del branco, i suoi amici e suo fratello. Clayton mosse due volte l'indice, il medio e l'anulare della mano destra verso l'alto e poi da sinistra a destra. Come ad indicare la gola. "Stai bene? Tutto a posto?" Stava a significare. Ma Caleb sapeva benissimo che avrebbe voluto dire altro, ma purtroppo, a dieci anni, non avevano pensato a tanti segni e dopo, non ne avevano più parlato.
Stava per chiedere a Ruana dove fosse il fratello, ma come se lo leggesse nella mente, apparse dall'alto per poi scendere le scale e trovarsi finalmente tra loro comuni mortali. Sentì Akira fischiare dicendo che se l'era scelto bene, ma le tapparono subito la bocca e lui era troppo impegnato a non cadere in tentazione. Non doveva guardarlo negli occhi. Cika, ai piedi del fratello, teneva la testa bassa e le mani in due pugni stretti. La mano di Clay era sulla sua nuca come a cercare di calmarla. Allo stesso modo Ruana si nascose dietro di lui per poi sussurrargli all'orecchio. <<È lei!>> Caleb alzò gli occhi al cielo in una preghiera silenziosa. <<sì>> rispose solo, anche se avrete tanto voluto dirle che ormai l'aveva capito tutto il branco, ma non volle fare l'acido già il primo giorno. Insomma, era pur sempre la sorella del suo compagno! Compagno non voluto, ma erano dettagli e tanto, anche volendo, non sarebbe mai riuscito a separarsi da Olcan, gli avrebbe fatto più male, quindi, come diceva sua madre, "se non riesci a combattere ciò che senti, cerca di capirlo e conviverci".
Il problema? Lui non voleva capirlo. E manco meno conviverci.
Ma tanto, sapeva che erano cazzate. Ne era certo. Poiché mentalmente e fisicamente, pensava di essere già in camera dell'alfa, sul letto e... E non ci doveva assolutamente pensare. Anche se a guardarlo. Non sembrava affatto male. Si morse il labbro inferiore inconsciamente e gli occhi di Olcan furono su di lui. "Occhi bassi" si ripeteva intanto "Tieni gli occhi bassi"
Cavolo, lo sentiva nella sua mente, doveva imparare a chiuderla! "Smettila!" "Manco morto dolcezza! Stavo pensando a tutte le posizioni in cui potrei farti mettere tra un po'" Caleb arrossì vistosamente e Olcan si godette lo spettacolo con un sorriso malevole sulle labbra. "però devi aspettare tesoro, avrei qualcosa da dire prima di fiondarci al piano di sopra" disse prima di chiudere il collegamento. Caleb si odiava profondamente. Non era riuscito neanche a rispondergli. Stupido, stupido e ancora stupido. Mai una volta che riuscisse ad essere sé stesso con quello sbruffone. Ma gliela avrebbe fatta pagare, di questo era certo.

<<Allora, cosa ne facciamo di questi individui sospetti?>> C'era chi proponeva di sottometterli, chi di stuprare le femmine e gli omega e chi ancora aveva deciso di ucciderli direttamente. Ma nessuna di queste soddisfava Olcan. Anzi. Ringhiò a chi aveva proposto di scopare gli omega e fissò l'alfa dell'altro gruppo. Ce l'aveva solo con lui e il motivo era noto ad entrambi considerato l'enorme succhiotto che aveva Caleb sul collo, peccato che Olcan non aveva idea di chi fosse Clayton. <<Tesoro. Vieni qui!>> Disse guardando l'omega. Caleb non lo guardò neppure, alzò la mano destra per poi fare vedere a tutti un dito medio che fece ridacchiare il fratello ma che fece solo irritare Olcan e spaventare i lupi del branco: mai fare arrabbiare l'alfa.
<<Portatelo>> Caleb venne trascinato con non poca resistenza davanti all'alfa.

Molti di quelli che leggono hanno detto che è difficile leggere tanto. I capitoli che scrivevo prima erano di 2.000 parole e anche per me non era sempre facile farli velocemente. Quindi ho deciso di spezzarli in due. Se va bene, anche quelli prima li sistemo.
Beatrice

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora