Epilogo

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Camminavano da ore forse.
Olcan lo aveva svegliato di fretta quella mattina e lui, anche se non sapeva dove il compagno lo volesse portare, lo aveva seguito.
L'alfa sembrava agitato, ma anche lui non scherzava. Sapeva del bambino da già due settimane, ma non aveva detto nulla ad Olcan. Non sapeva come fare. Ogni volta si ritrovava ad aprire la bocca per dirglielo ma, come per magia, la voce gli scompariva.
Si guardò un po' intorno. Non era mai stato in quella parte del bosco.
Era un posto luminoso ma nascosto.
Era bello.
Continuò a seguire Olcan in silenzio, spostando rami e calpestando foglie.
Da ciò che aveva detto il dottore, era entrato da poco nel terzo mese e gliene mancavano solo due.
La pancia non era evidente. Era il primo e lui era un maschio. Ci metteva un bel po' a crescere. Sempre secondo York, avrebbe iniziato ad ingrandirsi verso il quarto mese.
Sospirò. Oramai, praticamente, sapevano del suo essere incinto tutti tranne Olcan. Era talmente distratto in quei giorni che non si era nemmeno accorto che il suo odore era cambiato, aveva la testa da tutt'altra parte.
Da quel che diceva suo fratello, c'era ancora il suo odore d'ambra insieme a qualcos'altro. Lui diceva gelsomino, Ruana magnolia e Cika orchidee. A quel punto avrebbe fatto prima a fare un buchè.
Sentì il bambino muoversi e portò una mano alla pancia cercando tranquillizzarlo col suo tocco. Avrebbe, per qualche secondo stette fermò, ma poi, gli venne da vomitare.
Si accostò al lato del sentiero e si piegò.
Odiava l'odore del vomito, era nauseabondo.
Il bello è che non aveva nulla da tirare fuori considerando che aveva già tirato su l'anima dopo colazione e che quindi aveva lo stomaco vuoto.
Olcan gli andò vicino e gli spostò i capelli dal volto.
Non l'aveva mai visto vomitare, Caleb aveva sempre cercato di farlo di nascosto o con le persone che già conoscevano la situazione.
Quando finì, l'alfa lo strinse al suo petto e l'omega ispirò il suo odore mascolino a pieni polmoni. Amava quella sensazione, come fosse protetto da una cupola. Era meraviglioso.
<<Amore, è da un po' che ti vedo toccarti la pancia, adesso vomito pure, sei sicuro di stare bene? Ti porto da un medico?>> Decise di non mentire ma solo di omettere la verità. <<Ci sono già andato>> l'alfa lo guardò in attesa <<e?>> Si morse il labbro inferiore. Odiava mentire.
<<Ne parliamo dopo ok?>> Disse alzando il volto dal suo petto. Lo vide annuire e gli sorrise.
<<Andiamo?>> Olcan gli prese la mano e il cuore di Caleb fece un balzo. Gli diceva di amarlo tutti i giorni e il toccarsi era normale nel loro rapporto, ma il suo corpo non faceva a meno di stupirsene ogni volta.
<<Si, non manca tanto>>
Si sorrisero per poi continuare a camminare.
Olcan sbirciava ogni tanto l'espressione del più piccolo vedendolo con lo sguardo basso e le goti rosse. Era dolcissimo e stupendo. Il meglio che potesse desiderare. Amava i suoi occhi, erano così espressivi e così particolari. Il grigio non era un colore di tutti i giorni e il fatto che le iridi di Caleb si divertissero a cambiarne le sfumature, lo faceva impazzire.
Colore cenere quando era agitato o arrabbiato, argento se era tranquillo e gioioso, platino se era eccitato e così via.

Una quindicina di minuti dopo, furono nel luogo tanto desiderato. Caleb spalancò gli occhi a quella vista. Una bellissima cascata si ergeva per almeno una decina di metri lasciando, nella caduta, un lago. Il sole creava degli sbarluccihii incredibili e nell'acqua che cadeva, si poteva intravedere un arcobaleno.
<<È bellissimo!>> Olcan lo ringraziò con lo sguardo.
Dopo pranzo, quando erano ancora seduti, il maggiore prese a parlare.
<<Ne ho parlato con Josh e Clayton e non sembrava che l'idea piacesse al secondo. So anche che non è una cosa comune nei lupi considerando che per noi è praticamente la stessa cosa del morso, ma ci tenevo e non potevo non farlo, o almeno, non chiedertelo.>> Aveva catturato tutta l'attenzione del minore che ora lo stava guardando con gli occhi colore perla: curiosità o paura. Preferì non approfondire. <<Sono ormai sei mesi che, in un modo o nell'altro, stiamo insieme. La prima volta che ti ho detto che ti amavo eri sul punto di morire e ti giuro, avevo una paura immane di perderti. Perché santo cielo, Caleb io ti ho amato da subito! In una forma più lieve che poi è diventata un uragano. Cercavo di capirti ma tu sembravi sempre così distante. E mi incuriosiva da morire la cosa>> fece una pausa per vedere un dolce sorriso comparire sul volto dell'omega. <<Poi ho iniziato a sapere qualcosa di te, un po' alla volta e la curiosità crebbe quanto la voglia di conoscerti, di sapere tutto di te, di amarti come meritavi. E lo ammetto, forse neanche adesso so tutto di te, ma ci stiamo provando perché ci amiamo. Io ti amo. E lo sai, ma non smetterò mai di dirtelo. Lo farò tutti i giorni. Tutte le mattine di ricorderò quanto sei bello. Tutti i pomeriggi quanto sei speciale. Tutte le sere quanto io sia fortunato ad averti e tutte le notti quanto tu sia essenziale per me. Perché sì, Caleb, sei diventato una cosa importantissima nella mia vita. Non riesco neanche ad immaginare un giorno senza di te che già mi sento male>> prese un respiro profondo per poi tirare fuori un piccolo anello dalla tasca. Era molto semplice, d'argento. Al centro, poche parole: "alla mia vita".
Glielo porse dicendogli la frase tanto aspettata quanto temuta <<Caleb, vuoi sposarmi?>>
L'omega si alzò in piedi e Olcan lo reputò come un rifiuto ma poi lo vide guardarlo con le lacrime e preoccupato si alzò in piedi andando a prendergli le mani tra le proprie.
<<Io... Non ti ho detto una cosa>> Olcan lo guardò rassicurante <<io lo so da un paio di settimane, ma non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, avevo paura che la prendessi male e, niente, non ci riuscivo>> Olcan gli accarezzò il volto. <<Io, aspetto nostro figlio>> i secondi passarono interminabili.
Caleb fece un passo indietro piegando la testa continuando a piangere. Non avrebbe dovuto dirglielo.
<<Dio, Caleb, sono l'uomo più felice del mondo!>> alzò lo sguardo e vide il viso sorridente dell'alfa.
Olcan si avvicinò a lui. <<Come hai solo potuto pensare che avrei potuto prenderla male!?>> Non ebbe neanche tempo di rispondere che Olcan lo trascinò in un bacio appassionato, pieno di promesse e amore. Quando si staccarono, avevano il fiato corto <<mi sposi?>> Caleb sorrise a trentadue denti. <<Si, certo che sì!>> Si baciarono ancora e ancora per minuti che parvero ore. <<Vi amo>>
<<Anche noi>>

Allora sono tipo emozionatissima di aver finito questa storia, è stato tipo meraviglioso! Mi sono emozionata e ho riso, ho pianto e mi chiedevo quanto fossero stupidi da sola, ma è stata una bella esperienza.
So che neanche io leggo i ringraziamenti perciò, vi chiedo solo, nel prossimo capitolo, di leggere la parte del sequel e quella del domande che potete farmi, il resto, non è essenziale.
Grazie per chi è arrivato fin qui e spero che la storia di Caleb e Olcan vi sia piaciuta!

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora