29. Convinzioni radicate

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Caleb gli sfiorò la schiena con le dita e Olcan si spostò. L'alfa si mise una maglietta e l'omega si leccò le labbra con frustrazione.
Si riavvicinò e il moro cercò di allontanarlo ma lo bloccò stringendolo a sé facendo scontrare le loro labbra in un bacio non ricambiato dal maggiore.
Caleb si era decisamente stancato. Prese l'accappatoio e andò in bagno per fare una doccia.
Olcan fece un piccolo sorriso di vittoria e si sdraiò sul letto dalla sua parte dando le spalle al bagno coprendosi con le coperte.
Una decina di minuti dopo, Caleb uscì dalla porta facendola scricchiolare.
Fece abbastanza rumore e Olcan, spaventato da cosa sarebbe potuto succedere, si girò guardando Caleb ancora in accappatoio che lo fissava maligno con un sorriso languido sulle labbra.
Oh no, aveva decisamente vinto lui.
L'omega prese lentamente a togliersi il tessuto e piano piano, si trovò nudo, ad eccezione dei boxer bianchi immacolati.
Olcan si morse il labbro quando, camminando nuovamente verso il bagno, Caleb sculettò debolmente mettendo più in mostra le sue curve mozzafiato.
L'alfa pensò che sarebbe morto prima della fine della serata.
Quando il minore tornò, era irrimediabilmente nudo. Non una traccia di vergogna o imbarazzo sul suo volto e Olcan si chiese perché diavolo non gli era capitato un piccolo e dolce omega che, ad un suo rifiuto, andava a letto.
Caleb però, era totalmente il contrario. Se non gli si dava una cosa, avrebbe fatto di tutto per averla ed in quel momento era frustrante, dannatamente frustrante.
Si posizionò a pancia in su a guardare il soffitto sperando che l'omega si mettesse presto a letto e che non notasse l'accenno di erezione che aveva.
Non fu così, ovviamente.
Caleb spostò le coperte dal suo corpo per poi sedersi, con il sedere, esattamente sopra il suo pacco un filo più accentuato di pochi secondi prima.
Si stava eccitando e non avrebbe dovuto.
Aveva anche avuto la grande idea di rimanere a petto nudo. Fantastico!

<<Perché mi rifiuti? Sono cinque settimane che sono tornato e tu non mi hai sfiorato neppure una volta, neanche per sbaglio>> osservò Caleb con voce dolce che preannunciava tempesta. Gli toccò i capelli in una carezza prolungata fino al collo dove, abbassandosi con la testa, diede un bacio umido per poi soffiarci sopra.
Olcan rabbrividì e l'omega fece un sorriso biricchino ancora tra il collo e le scapole del compagno. <<Non posso>> disse con voce strozzata il maggiore.
<<Ok, analizziamo i problemi insieme>> disse allora Caleb mordendosi l'interno guancia. Si strusciò delicatamente sul sesso del più grande per poi aumentare la pressione. <<abbiamo appurato che non c'entra un'improvvisa impotenza>> sussurrò al suo orecchio per poi leccarlo, al che, l'alfa, gli strinse le natiche tra le mani in una stretta ferrea.
<<Il problema non è neanche che non ti faccio più lo stesso effetto...>> Leccò la guancia destra del mate per poi rialzarsi piantando le ginocchia nel copriletto e sedendosi comodamente sullo stomaco di Olcan.
Gli guardò per un po' il viso e poté notare il velo di paura e tristezza che aveva negli occhi.
<<Amore, che succede?>> Sarà stato per il nomignolo pronunciato per la prima volta dalle sue labbra, sarà stato il modo dolce in cui l'aveva detto, sarà stato il fatto che volesse confidarsi, fatto sta che Olcan si apprestò a parlare.

<<Non posso, non potrei mai toccarti così, io...>> Caleb fu tentato di chiedergli se non gli piacesse più, ma poi decise di tacere e di cercare di leggere tra le righe di ciò che aveva detto Olcan. Passarono i minuti, lui sempre seduto sull'alfa e quest'ultimo che lo guardava. Ripensò a ciò che era successo negli ultimi mesi, anche ciò che aveva tentato di dimenticare e capì qual era il problema del maggiore. Non è che non gli piaceva più, anzi, era tutto il contrario.
<<Olcan?>> Sussurrò <<mh?>> Gli rispose in un verso. Caleb ridacchiò per la tenerezza che esprimeva l'alfa in quel momento. Aveva gli occhi chiusi in un'espressione pacifica e le labbra socchiuse. <<Devi smetterla>> al contrario di prima, la voce era ferma. Olcan alzò la testa in un espressione confusa <<devi smetterla di trattarmi come fossi un oggetto di cristallo. Sono Caleb e sì, ho avuto delle brutte sperienze, ma come ne hai avute tu e tutti gli altri. Dobbiamo andare avanti come stanno facendo tutti>> Olcan lo guardò con gli occhi lucidi iniziando a lacrimare e Caleb si abbassò per baciarle una per una. <<Ma è colpa mia!>> Iniziò a singhiozzare <<no amore, non è colpa tua>> gli baciò la fronte in un tentativo inutile di calmarlo <<si che lo è! È mio fratello e se l'è presa con te per colpa mia e io>> singhiozzò ancora <<io ho paura che tu non mi vorrai più. E se poi ti spavento? E se pensi che sono uguale a lui? Io non potrei sopravvivere a questo>>

Caleb sorrise dolcemente <<Olcan, io non potrei mai avere paura di te, sei l'alfa più buono che io abbia mai potuto desiderare e certo, a volte litighiamo, ma quali coppie non lo fanno? Dovevi sentire Byron e Jara quando eravamo in viaggio, era un continuo.>> Ridacchiò appena <<non potrei avere paura di te perché tu sei diverso, lo sei sempre stato. Perché tu sei Olcan e lui è John, ok? Non potrei mai confondervi! Anche perché io ti amo ed è impo->> si bloccarono entrambi quando tutti e due capirono cosa aveva appena pronunciato il minore.
Fino a quel momento, lo aveva detto solo Olcan e mai Caleb. L'alfa smise di lacrimare e lo guardò attentamente avvicinandolo al suo corpo. <<È vero? È vero che mi ami?>> L'omega si mordicchiò il labbro inferiore diventando improvvisamente il ragazzo più timido esistente <<sì>> Sussurrò appena.
Olcan gli prese le guance tra le mani. <<Dio, Caleb, ti amo anche io>> fece schiantare le loro labbra in un bacio fin da subito infuocato ma dolce. Un insieme di emozioni infinite. Amore, odio, passione, eroticità, desiderio...
Si baciarono ancora e ancora accarezzandosi delicatamente, sfiorandosi come non l'avessero mai fatto.

Sentite gli angeli che cantano l'Alleluia? No? Io sì.
E finalmente, al 29simo capitolo, Caleb ce l'ha fatta. Un applauso signori e signore.

Ma, un applauso anche a me considerando che sono le 12, di mattina però!

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora