25. Medicazioni e ferite

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Gli occhi di tutti erano puntati su Caleb. Era circondato da una luce splendida. Un misto di colori. C'era il giallo, l'azzurro, il rosso, l'arancio, il nero, il bianco, il rosa, viola. Era un miscuglio di tonalità.
Olcan guardò la ferita e fece il sorriso più grande che avesse mai fatto notando che essa, a poco a poco, si stava chiudendo. C'era una specie di pellicola bianca che faceva ricongiungere i lembi di pelle.

Quando la lesione fu ricucita, rimase solo una minuscola cicatrice, grande quanto il mignolo di Olcan.
Tutti guardavano la scena, nessuno escluso. Niuno sapeva cosa stava succedendo, ma era uno spettacolo magnifico.

Quando la luce sparì, Caleb era tornato di un colore più vivido. Le ciglia sfarfallarono un attimo e piano piano gli occhi del minore si aprirono.
Mosse le labbra un paio di volte e poi finalmente la voce uscì <<Ol-Olcan>> lui si avvicinò nuovamente e gli prese le mani abbassandosi fino al volto del compagno facendo combaciare le loro labbra. Sentì Caleb sorridere e non poteva essere più felice, quando si staccò, l'omega gli sorrise con gli occhi e con le labbra, stringendogli la mano.
Poi, la presa si fece nuovamente più debole e gli occhi si chiusero.
Quelli di Olcan si spalancarono chiamando il medico che si avvicinò velocemente sedendosi accanto al corpo di Caleb. Lo guardò un attimo, ascoltando il petto del ragazzo e toccandolo in parti specifiche facendo ringhiare Olcan di tanto in tanto. <<Le condizioni sono stabili. Dobbiamo portarlo al branco. Vuole farlo lei Olcan?>> Lui annuì per poi rivolgersi malamente al beta <<perché è svenuto di nuovo??!>> L'altro alzò gli occhi al cielo, fece una smorfia con le labbra per poi parlare nel modo più pacato possibile. <<Provi lei ad essere pugnalato profondamente al ventre, perdere troppo sangue, morire, per opera di una magia resuscitare dopo essere stato ricoperto da un calore insostenibile per il corpo e poi mi dica, se riesce a tenere gli occhi aperti>>
Dopo ciò, Olcan non rispose più al medico.

L'alfa prese in braccio Caleb, con lentezza. Un braccio sotto le gambe e l'altro dietro le spalle cercando di non fare troppi movimenti bruschi.
Passò davanti ai suoi compagni facendo loro gesto di tornare a casa.

Corse il più veloce che poté verso la tana. Correva, attraversò un piccolo fiumiciattolo, passò affianco al laghetto, si inoltrò nella più fitta foresta e finalmente riuscì a vedere lo spiazzo dove si ergeva l'edificio.
Entrò velocemente, la porta già spalancata da uno dei suoi. Si fece spazio tra i compagni dei beta partiti, per la spedizione.
Chi piangeva per la morte del figlio, del mate, del fratello, del padre, c'era chi consolava, chi pregava, chi faceva sorrisi tristi, di circostanza.
C'era anche chi era felice della vittoria: avevano trovato e portato in salvo non uno, ma due omega.
Olcan venne accerchiato dalla madre, la sorella, i gemelli e tutti gli amici del compagno.
Fu Clayton a farli spostare e, per fortuna, riuscì a passare. Caleb era ancora svenuto tra le sue braccia.

Gli altri lo seguirono a ruota.
Lo portò nella clinica e lo affidò al suo medico preferito, quello di cui si fidava di più: York, un omega di trentaquattro anni.
Lo poggiò sul letto e si sedette sulla seggiola di fianco spiegando all'omega tutto ciò che era successo nei minimi dettagli.
L'omega annuì <<Olcan, devo chiederti di uscire>> lo guardò male <<ma->> venne fermato immediatamente <<ma niente Olcan. Con tutto il rispetto che posso provare per l'alfa del branco, ti chiedo di uscire>> voleva rispondergli ancora ma l'occhiata che gli rivolse lo fece desistere. Era ostinato, non stupido.

Annuì e uscì dalla stanza. Nella sala d'attesa, tutti stavano parlottando. Si diresse dai tre gemelli e si inginocchiò davanti ad Estè che era in mezzo con Edith alla sua sinistra e Easy alla destra. <<Dimmi che starà bene, ti prego>> lei sorrise e gli mise una mano sulla nuca accarezzandogli i capelli. <<Starà bene>> Olcan annuì e sospirò. Per il momento gli bastava quello. Edith si alzò e lo portò ad un angolo della stanza, lontano da tutti.
<<Olcan, da alfa ad alfa>> gli disse <<cosa succede?>> Non si chiese più come avesse fatto. Ormai aveva talmente tante domande senza risposta che una in più non faceva la differenza.
<<Va tutto bene. Mi chiedo solo se voi sapevate dove fosse e se lo sapevate perché non me lo avete detto. È una sensazione che mi tormenta da stamattina>> Edith lo guardò confuso. Come se non si aspettasse un osservazione del genere. Sospirò e si leccò le labbra per poi posare una mano sul braccio di Olcan. <<Sai, faremo cose che voi non capirete probabilmente. Sono cose che sono difficili da fare e che non scegliamo noi di dover compiere. Siamo più di quello che sembriamo e abbiamo più responsabiltà di molti di voi messi assieme, ma non ve ne facciamo una colpa>> fece una pausa. <<Ci sono cose che ci sono imposte e sai Olcan, come state male voi, stiamo male noi. Per motivi diversi, ma è così. Ti chiedo solo una cosa. Non dubitare mai della nostra lealtà>> fece diventare i suoi occhi rossi. Essi, come sempre, ebbero quelle sfumature argentee che incantavano chiunque le guardasse. <<Chi siete?>>
<<Abbi pazienza e non affrettare il corso delle cose. Lo saprai, devi solo saper aspettare>>
Olcan annuì e andò dalla sorella abbracciandola. Aveva bisogno di calore umano.

Gli si avvicinò Josh <<senti Olcan, ma io avrei un piccolissimo problema che dovrei risolvere e so che è un momento forse inopportuno, ma ecco, potrebbe essere necessario alla mia salute mentale>> lo guardò confuso chiedendogli cosa intendesse <<nessuno di voi l'ha notato, siete concentrati su Caleb, inspira profondamente>> fece come gli fu detto e spalancò gli occhi quasi strozzato <<be' fratellone, che dire, prenditelo e non fare caso a noi>> l'altro gli sorrise ringraziandolo per poi abbracciarlo <<grazie Olcan>> annuì con il capo per poi guardare il fratello andare verso Kele, alzargli il volto e baciarlo. Adesso l'odore era noto a tutti che si voltarono.
Non ebbero neanche il tempo di capire da chi fosse emanato che Josh prese l'omega per le ginocchia portandolo nei piani alti, probabilmente nella sua camera.

Mi spiace per chi pensava che Kele fosse il compagno di Clayton. Ho altri programmi per lui e non avverranno neanche tanto presto. Adesso che ci penso, sono stata parecchio crudele con quel poveretto...

E sì, miracolo dei miracoli, sono già due prima del calar del sole.
Applausi prego.

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora