8. Tu sei un Lyall

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La luce della finestra lo fece mormorare portandosi un braccio davanti agli occhi. Passarono i minuti e lentamente, riuscì a ricomporre ciò che era successo la sera precedente.
Olcan era stato instancabile, aveva fatto tutto ciò che lui, inconsciamente o meno, gli aveva chiesto.
Adesso però, avrebbero dovuto parlare. Caleb, sapeva bene che non poteva ricevere né il knot né il morso senza ricevere il seme di Olcan. Insomma, era stato pur sempre un'adolescente con le sue curiosità prima della guerra.
Sapeva anche che però, il suo calore non sarebbe durato sicuramente un solo giorno e che quindi ne avrebbero dovuto parlare.
Da quel che sapeva, durava dai tre ai sette giorni con intervalli più o meno duraturi tra un rapporto e l'altro.
Quando si sentì pronto, scostò la mano dal viso e si voltò di lato. Olcan dormiva ancora ed era una visione stupenda. I capelli scuri, ricadevano in morbide ciocche sulla fronte e sugli occhi. Le labbra sottili, erano aperte e da esse, fuoriusciva l'aria ogni qualvolta l'uomo respirasse.
Sapeva però di non poter lasciarlo riposare. Non sapeva tra quanto sarebbe tornato l'heat.
Poggiò una mano sulla sua spalla per poi scuoterlo delicatamente.
<<Olcan? Olcan?>> Sussurrò. Sapeva quanto gli Alfa fossero suscettibili di prima mattina. L'aveva sperimentato sulla sua pelle. Clayton era sempre intrattabile. <<Olcan? Olcy?>>
Un mugulìo lo fece fermare.
Posò la sua mano sulla guancia del maggiore carezzandola. <<Caleb, non ti sono bastati i quattro round di ieri?>> Come scottato il più piccolo tolse la mano che venne subito presa dall'Alfa e ripoggiata sulla guancia di quell'ultimo.
Olcan aprì gli occhi. Erano un verde smeraldo bellissimo. Vicino alla pupilla, si intravedevano delle sfumature marroni con un verde più scuro.
Caleb era arrossito ed era diventato dolcissimo. Il rosso gli contornava le guance, il collo ed il naso.
<<Si può sapere da dove l'hai tirato fuori Olcy?>> L'omega scosse la mano dicendogli di lasciare stare.
<<Olcan, dobbiamo parlare del calore e del morso e em, ecco>> il maggiore alzò gli occhi al cielo. Sbagliava o Caleb non era così timido prima? <<Il nodo?>> Lo aiutò. L'altro annuì velocemente e lui sorrise. <<Ok piccolo, ma prima vorrei sapere delle cose basilari. Insomma, so solo il tuo nome!>> Caleb alzò un sopracciglio. Come a chiedere "Ad esempio?" <<Cognome? Fratelli? Branco? Colore preferito? Anni?>> Sentì chiaramente Caleb nella sua mente chiedersi se fossero alla materna, ma fece finta di non sentirlo.
Alla fine, rispose <<Cytim, fratelli uno solo, alfa, quello che stavi per frustrare>>
Olcan si morse il labbro portandosi una mano dietro il collo <<il suo nome è Clayton. Il mio branco era il Sunflower. Il mio colore preferito è il verde, qualunque sfumatura. Ho ventitré anni. Possiamo parlare di quello che ho chiesto adesso?>> Il maggiore scosse la testa. <<No! Adesso tocca a me.>> Caleb alzò gli occhi al cielo ma lo lasciò continuare. <<Lyall, 2 fratelli, un maschio beta, Josh e Ruana che hai già conosciuto. Il mio branco è il Merkur. Il mio colore preferito il blu e ho ventisei anni>>
Caleb aveva gli occhi spalancati. <<Cal? Che succede?>> Lo guardò come a chiedergli se fosse stupido e il maggiore ridacchiò. <<Tu sei un Lyall!!!>> Annuì piano <<e sei un Merkur. Siete quelli che hanno salvaguardato gli omega nella guerra! Salvandoli e dandoli i diritti che meritano! Oddio oddio oddio!!!>> Caleb saltellava contento quasi dimenticatndosi dell'argomento che dovevano trattare.
<<Emh>> niente, l'omega continuava a muoversi andando a destra e a sinistra del letto su cui Olcan era seduto. Se non avessero dovuto parlare di come far andare il loro rapporto, e quindi di una cosa seria, si sarebbe messo a ridere.
<<Caleb?>> Dopo svariati tentativi, il minore si voltò verso di lui. <<Non dovevamo parlare?>>
Il minore mormorò un 'giusto' per poi tornare seduto affianco a lui con un'espressione seria che lo fece ridacchiare.
<<Allora>> partì l'omega <<so che è presto ma, ecco, il morso mi piacerebbe, fermo!>> Disse quando vide Olcan che stava per prendere parola <<So già che avendoti trovato sarà impossibile scegliere un'altro alfa. Con questo, non voglio obbligarti a darmelo. Tanto, alla fine dovresti comunque decidere tu>> fermò ancora il più grande che tentò nuovamente di parlare. <<Sarò stato sette anni sperduto nei boschi, ma prima leggevo e non sono stupido>> lo guardò negli occhi <<sono consapevole del fatto che prima mi dovrai marchiare con il tuo seme, lo so>> arrossì un momento al pensiero <<e so anche che ciò comporta il fatto che potrei rimanere incinto>> lo guardò nuovamente serio <<Olcan, voglio essere sincero con te. Per ora non vorrei avere figli. Non intendo che non li vorrò in futuro, sia chiaro, ma vorrei aspettare almeno un anno o due. So che tu hai quattro anni più di me, e che forse il tuo desiderio è più forte, ma ora, non vorrei>>
Stavolta a prendere parola fu Olcan.
<<E come? Intendo, come faresti a non rimanere incinta?>> Caleb lo guardò come fosse un'idiota <<Byron, il beta anziano del mio gruppo è un medico. Ci pensa lui>>
L'alfa annuì <<io li vorrei, ma rispetto la tua decisione anche perché non mi hai dato un no definitivo, l'unico problema è, se rimanessi ugualmente incinta, cosa faresti?>> L'omega non ci pensò neanche <<lo terrei e lo chiamerei Tyson se fosse maschio>> poi lo guardò arrossendo <<sempre se a te va bene...>> Olcan sorrise annuendo, ma non disse nulla.
Gli piaceva il fatto che Caleb non avesse pensato neanche per un momento all'aborto.
Sapeva che alcuni non consideravano dei veri e propri esseri viventi i feti, ma per lui sarebbero comunque i suoi cuccioli e non ce l'avrebbe fatta a vederli uccisi.
Caleb però era in pensiero. Si ricordava cosa aveva detto Ben. Doveva avere figli entro il primo anno.
Olcan però non disse niente al riguardo.
<<Vieni qui!>> L'omega, stranamente, non ribatté e si avvicinò a lui accoccolandosi.
Olcan lo strinse a sé sdraiandosi sotto le coperte rosso sangue.
L'omega si mise affianco al suo petto e Olcan, lo accarezzò sulle guance e il collo andando fino alla schiena -delle volte, allungava un po' troppo il percorso- dandogli ogni tanto dei baci sulla fronte.
Sapeva avrebbe dovuto scusarsi con il fratello di Caleb, ma per il momento, avrebbe preferito rimanere tranquillo.

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora