21. Hallo kleiner Bruder

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Si muoveva nel modo più silenzioso possibile. Non voleva farsi scoprire e l'unico modo per non farsi sentire dal fratello era quello, il silenzio. Fece dei movimenti con la mano sinistra indicando di stare attenti. Era una cosa spettacolare come, in soli due mesi, Caleb era riuscito a farsi amare da tutto il suo branco. Era pazzesco che quel tipetto fosse così, così... Non sapeva neanche lui come definire il suo omega. Era magnifico, aveva delle curve da fare impazzire, i suoi occhi grigi erano delle nubi che preannunciavano perennemente tempesta, ma non era quello che amava di Caleb. Certo, era bellissimo, ma ciò che piaceva ad Olcan, del minore, era il suo carattere. Il più piccolo infatti, era sempre scorbutico, aveva un modo di rapportarsi maleducato, era menefreghista, stancante, ma non era solo quello. Aveva un modo di fare dolce, una dolcezza che non si capiva se non si approfondiva. Caleb era un ragazzo sensibile. Non lo mostrava, tendeva a fare il duro, ma, standogli accanto, era impossibile non notarlo.
Già dalla prima volta che si erano visti, tre mesi prima, Caleb lo aveva mandato a fanculo un paio di volte, e quella era la parte irritante, ma poi, si era sottomesso a lui. Come compagno, come mate. Non come alfa. A Caleb non gliene frega niente dello status sociale, per lui, potevi essere bello, brutto, alto, basso, magro, grasso, nero, bianco, di tutte le scale sociali e ti avrebbe rivolto rispetto solo se lui pensava che tu ne fossi degno.
Non interessava cosa era scritto nella tua carta d'identità, era importante cosa leggeva lui nei tuoi occhi.
Amava Caleb per questo.
Aveva scoperto di amarlo a poco a poco, a piccoli gesti apparentemente insignificanti.
Aveva scoperto di amarlo quando lo vedeva ridere per qualche sua battuta idiota.
Aveva scoperto di amarlo quando se lo ritrovava sotto di lui che gli chiedeva di dargli piacere.
Aveva scoperto di amarlo quando, anche se era stanco, gli chiedeva come stava.
Aveva scoperto di amarlo quando lo vedeva chiacchierare amabilmente con la sua famiglia scoprendo che gli piaceva la cosa. Gli piaceva considerarlo parte della sua vita.
Perché ormai ne faceva parte, lo aveva marchiato e reso suo, ma non se n'era reso conto.

Fermò il gruppo. Erano arrivati al bunker. Scostò le foglie che il padre diceva sempre loro di mettere sopra alla botola. Nessuno avrebbe dovuto sapere dell'esistenza di quel posto apparte loro, i Lyall.
Scese per primo. Alcuni lo seguirono, altri rimasero fuori.
Erano venuti solo gli uomini. Gli omega erano stati lasciati nella tana, ad occuparsene, c'erano le donne.
Aveva paura che potesse succedere qualcosa anche a loro e poi, sperava che sua madre riuscisse a tenere Ruana ferma là. Doveva già preoccuparsi di Josh che era al suo fianco. Non aveva bisogno di ulteriori distrazioni.
Quando furono scesi dalla scala a pioli, si trovarono davanti a John che teneva Caleb per i capelli puntandogli un coltello alla gola.
Olcan rabbrividì spaventato, ma non lo fece vedere.

<<John, du hast eine seltsame Sache mit Messern im Hals>> John, hai una strana fissa con i coltelli alla gola.

Era da molto che non usava il tedesco. Le prime parole gli uscirono confuse, come una macchina cigolante che non veniva usata da molto. Poi, ci riprese la mano.

<<Oh, hallo kleiner Bruder>> gli rispose in finto tono sorpreso <<Möchten du Deutsch sprechen? Gut. Wie gehts?>>
Oh, ciao fratellino. Vuoi parlare tedesco? Bene. Come va?

<<Lass mein Omega los, John. Jetzt>>
Lascia andare il mio omega, John. Ora.
Gli disse ringhiando.

L'altro sorrise di rimando. Caleb, tra le sue braccia, si mosse freneticamente. Pianto l'arma un po' più a fondo e l'omega stette fermo.
<<Hat Mama dir nicht beigebracht, dass Fragen beantwortet werden müssen?>>
La mamma non ti ha insegnato che bisogna rispondere alle domande?

Olcan fremeva di rabbia. Sapeva che se solo avesse risposto ancora in quel modo strafottente, lo avrebbe ucciso attaccandosi alla sua gola.
Fu Josh a fermarlo. Si posizionò davanti a lui e riprese a conversare con il gemello.
<<John, warum machst du das? Lass Caleb bitte los. Wir könnten wieder eine Familie werden, wenn du nur das Messer weglegen würden>>
John, perché stai facendo questo? Per favore, lascia andare Caleb. Potremmo essere di nuovo una famiglia se metti giù il coltello.

Olcan però si era stancato. Non sarebbero tornati una famiglia. Non dopo tutto quello che aveva fatto John.
<<Basta giochetti. Lascia andare il mio omega e nessuno si farà male. Avanti John. Lascia andare Caleb, ti prego>> il beta strinse di più a sé l'omega.
<<Sai Olcan, quando ti ho detto che ti avrei fatto soffrire, so perfettamente che tu non mi credetti. Ma guardati ora. Sei qui a pregarmi di lasciare andare una stupida puttana. Cosa ti serve a succhiarti il cazzo? Puoi fartelo fare anche da altri non credi?>>

Olcan ringhiò. Nessuno poteva permettersi di parlare così di Caleb.
Si sentì un grido di dolore.
Caleb aveva morso la mano di John e si era messo davanti al branco.
<<Tu figlio di puttana! Ma tua madre è una santa, sappilo! Non ho capito un beneamato cazzo di ciò che avete detto prima, ma spero ti abbiano insultato molto e anche profondamente. Poi voglio anche capire perché cazzo ci sono due Josh, sono io che ci vedo doppio? Nel caso però, vaffanculo!>> Il beta lo guardò come se non fosse un problema il fatto che il suo ostaggio si fosse liberato. Anzi. Era tranquillo se non si parlava della mano ferita che stringeva freneticamente.
<<Ora mi sono stancato anche io. Prendilo!>> Olcan si guardò intorno. Con chi diavolo stava parlando suo fratello?
Dalla folla uscì Ben. Prese Caleb per le spalle e lo portò da John. Erano tutti confusi e si guardavano intorno non capendo bene cosa fosse appena successo. Era uno scherzo.
Olcan fu quello che si riprese per primo. Strinse la mano a Josh.
Non poteva davvero capire come si sentiva. Tradito dal fratello gemello e dal compagno.
Caleb si muoveva come un forsennato cercando di liberarsi dalle mani del beta. Sbraitava cose che non si capivano e che venivano confuse dal panno che John si era premurato di mettergli sulle labbra.
Ciò che però sconvolse tutti, compreso Josh, fu vedere Benjamin e l'altro beta baciarsi.
<<Perché mi guardate così? Olcan, ti credevo più sveglio, il marchio sul collo di Ben, è il mio. Non quello di Joshua>>

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora