15. Salvami!

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<<Non c'è. L'ho cercato ovunque!>>
<<Giuro che se gli è successo qualcosa ti uccido!>>
<<Clayton, Olcan basta. Mi avete scassato le ovaie, adesso, se permettete, vorrei capire da quel coglione di mio fratello che cazzo è successo>> Ruana era salita in piedi sul tavolo al centro della sala più grande.
Il branco era andato a dormire. Erano ormai le cinque del mattino ed erano tutti scossi.
Dalla litigata tra Caleb e Olcan, erano passati quasi due giorni e il primo non si era fatto vivo, allora, il più grande era andato a cercarlo. Aveva percorso chilometri su chilometri nella sua forma da lupo, ma nulla, dell'omega non c'era traccia. L'odore finiva in un lago e poi, da lì, più nulla.
<<E va bene>> prese Olcan.
Si sedettero tutti attorno al tavolo e anche la ragazza omega scese. Erano in dodici. I tre gemelli avevano la faccia scura, preoccupata. Estè era quella che non aveva detto una parola, come se sapesse ma dovesse stare in silenzio. Clayton non sapeva che fare, guardava i tre in cerca di consigli che non arrivavano. Riceveva solo delle occhiate che lo facevano preoccupare di più. Sapeva che non avrebbe dovuto lasciare il fratello a quel coglione. Lo sapeva!
Byron e Jara, avevano messo la bambina a letto nella stanza delle badanti. Tamara aveva appena due mesi, ma già riusciva a fare casini. Il come, non lo sapeva nessuno.
Cika teneva stretta Ruana che, più Olcan parlava, più aveva la tentazione di andare a strozzare il fratello.
Akira non era completamente presente a sé stessa. Il quindicesimo compleanno dei gemelli sarebbe stato tra esattamente due mesi e tre giorni e l'odore da futuro alfa di Edith la stordiva più di quanto dovesse.
Ben guardava Josh che si torturava le mani.
Aveva una brutta, un'orrenda sensazione e riguardava John. Era preoccupato per Caleb, ma non lo dava a vedere, anzi, forse sembrava quello più tranquillo.
<<Scusatemi>> prese parola il fratello dell'omega scomparso alla fine del racconto di Olcan. <<Volevo e dovevo farlo dal primo giorno che siamo arrivati>> il resto, successe molto velocemente, si alzò dalla sedia su cui era e andò di fronte al capo branco Merkur. Alzò il braccio e nessuno fece niente per fermarlo. Tirò un pugno in pieno viso a Olcan. Come biasimarlo?
L'alfa colpito non fece nulla se non alzarsi e dire: <<svegliate il branco. Si iniziano le ricerche. Rivoglio qui e vivo il mio compagno il più presto possibile!>>
Olcan ci provò un'altra volta. No, non riusciva a parlare nella mente al compagno.
Fece per andarsene ma una mano fredda lo tenne per il polso. Si girò e vide la gamma. Le fece un grugnito come a chiederle cosa volesse.
<<Segui il cuore. Lui ha sempre ragione. La risposta è sotto il tuo naso come lo è l'assassino e la vittima. Sai già chi è. Lo sai nella mente quanto nello spirito, ma hai paura di ammetterlo. Chi cerca trova caro alpha>>
Olcan, per una volta, si trovò d'accordo con Caleb. Era fottutamente inquietante e ciò che aveva appena udito, assomigliava ad una profezia.
Fortunatamente non c'erano parole in arcaico.


Era in dormiveglia da una decina di minuti. Provò a muovere la gamba, ma il movimento gli fu impossibile. Ripensò al motivo per il quale avrebbe potuto essere bloccato. Non ne trovò.
Ricordò di aver litigato con Olcan, il motivo non se lo ricordava perfettamente. Forse c'entrava Josh.
Mosse la mano toccando il suolo sotto di sé e sì, era sul pavimento di un edificio molto, molto sporco.
Con una lentezza assurda sbatté le palpebre. Pesanti, si sentiva gli occhi pesanti, come tutto il resto del corpo.
Li aprì, il grigio che li rappresentava, era più scuro del solito.
Si guardò attorno, prima il suo corpo, poi lo spazio attorno a lui. Le mani non erano bloccate, ma era come se lo fossero, si sentiva tutto indolenzito, come se gli fosse passato sopra un treno.
Le gambe invece, erano incatenate. Spesse catene grigie gli bloccavano le caviglie.
Lo stomaco gli doleva. Da quanto non sentiva quella sensazione? Gli ultimi due mesi era stato abituato troppo bene. Da quanto non partiva la fame?
Guardò poi la stanza, non riconosceva quasi nulla, era completamente buio se non per la piccola finestrella posta in alto, alla sua destra.
La stanza era nera. Tutta. Anche muri e pavimenti erano scuri, colore indecifrabile.
C'era odore di muffa e di polvere.
Sentì un rumore in lontananza, un cigolio, poi una porta sbattere violentemente.
<<Allora? Saputo niente da lui? Come sta il mio caro amichetto? Sa già che ce l'ho io il suo giocattolo?>>
Caleb non avrebbe potuto sapere se parlasse da solo. Nessuno rispose.
I rumori dei passi continuò fino ad arrivare a quella che avrebbe potuto definire la sua cella.
Quando la grande porta di metallo cigolò per poi aprirsi, entrò un uomo.
Era vestito di nero e anche il volto non era visibile.
<<Ehi Caleb, stai comodo?>>
Un brivido di terrore gli attraversò la schiena. Come sapeva il suo nome? E perché quella voce gli era così famigliare?
Tossì un paio di volte come a ritrovare la voce. Probabilmente non beveva da ore. <<Dovrei conoscerti?>> La voce era rauca, graffiante. Se non fosse quella uscita dalla sua bocca, Caleb non l'avrebbe mai riconosciuta come propria.
<<No, hai ragione, probabilmente non ti sono stato presentato adeguatamente. Sappi solo che ci divertiremo. Tanto!>>
Cosa gli aveva insegnato suo padre? Mai mostrare paura. Lui non lo avrebbe fatto, anche se dentro di sé tremava come una foglia.
<<Sai, avrei tante idee in testa. Potrei farti morire di fame e di sete o magari potrei portarti dagli umani. Probabilmente sai quanto disprezzino gli omega>> Fece una pausa in cui Caleb non si azzardò a fare niente. Lo guardava dove pensava ci fossero gli occhi. E basta. Con determinazione e ribrezzo. Aveva il terrore nel corpo, ma non gli avrebbe dato la felicità di vederlo.
<<Oppure>> gli ricatturò l'attenzione lo sconosciuto <<Potrei semplicemente toglierti il marchio di Olcan>> chiuse gli occhi. Non doveva farlo, non poteva! <<Ma, effettivamente hai ragione, che gusto c'è? Farò di meglio vedrai!>>
"Ti prego Olcan, salvami!"
Non ci fu risposta.

La tana del lupo -la casa nei boschi-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora