Oboete iru

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I due professori entrarono insieme, presentando Zoro, come loro professore di fisica,

-Bene sensei, io vado- disse la ragazza facendo cenno di saluto con la mano, -vi consiglio di fare lezione congiunta i ragazzi delle due classi sembrano trovarsi bene insieme- suggerì la ragazza mentre le due classi dissero in coro si; i due si guardarono, e annuirono sospirando.

Le due ore a differenza delle aspettative passarono serenamente tra risate e scherzi e fecero riaffiorare ai due insegnanti i vecchi ricordi, anche loro erano nella stessa classe, cosa che odiavano, ma ogni tanto si aiutavano,

-sensei com'eravate voi alla nostra età?- chiese un ragazzo alzando la mano e facendo zittire immediatamente la classe, come se fosse una domanda che tutti volevano fare ma che nessuno avesse avuto il coraggio di chiedere, Sanji e Zoro si guardarono e sospirarono

-eravamo dei teppistelli peggio di voi- disse Zoro, guardando il biondo

-parla per te marimo- disse appunto quest'ultimo, -è vero abbiamo lottato qualche volta insieme ma niente di serio, era sempre lui a farsi male- disse il cuoco, mettendosi una mano sul lato destro, dove appunto era seduto lo spadaccino, facendo scoppiare tutta la classe a ridere

-non è vero, poi tu ti vanti sempre ma ti sei fatto male anche tu- disse il marimo

-mai quanto la ferita del nostro primo combattimento- disse il cuoco, facendo coincidere il dorso della mano con un punto sul petto dello spadaccino

-volete vederla?- chiese Zoro, tutti iniziarono ad annuire mentre il cuoco si stava vergognando, pian piano Zoro si sfilò la maglietta lasciando vedere a tutti la cicatrice, o meglio i ragazzi guardarono la cicatrice mentre le ragazze guardavano la tartaruga ben definita, come d'altronde lo sguardo di Sanji era fisso su quel corpo perfetto, che per qualche strano scherzo del destino aveva toccato bene già una volta,

-Sensei Sensei- disse una ragazza cercando di attirare l'attenzione dell'insegnante che accortosi della sua presenza le sfoggiò un sorriso a trenta due denti come al solito,

-sensei a dire il vero non mi sento molto bene potrebbe accompagnarmi in infermeria? – chiese arrossendo un po' e abbassando lo sguardo, a quella reazione così carina il professore la appoggiò delicatamente una mano sulla testa e le scompigliò delicatamente i capelli,

-marimo io mi allontano- disse ricevendo una risposta non ben definita dall'altro -ah e per favore abbassati quella maglietta- gli disse prima di chiudere la porta, insieme alla ragazza

- sensei- disse la ragazza mentre il richiamato stava accendendo una sigaretta,

-chiamami Sanji, non ti preoccupare- disse lui sorridendole, ricevendo un sorriso della ragazza come risposta,

-è vero lei combatteva?- chiese la ragazza guardando il professore negli occhi,

-si è vero, fortunatamente abbiamo quasi sempre vinto- disse Sanji, girando la testa per non far inalare del fumo alla ragazza,

-lei non si è mai fatto male?- chiese la ragazza con gli occhi che sembravano brillare, lui la guarda con compassione e un velo di dolore, quelle parole facevano riaffiorare molti, anzi troppi ricordi con il marimo, che voleva solo dimenticare, ma non poteva

-ovviamente però cerano sempre gli amici a proteggermi a dire la verità quella ferita se l'è fatta per colpa mia- disse il cuoco, spegnendo la sigaretta, -oh siamo arrivati all'infermeria, vedo se c'è qualcuno- disse il cuoco aprendo la porta, ma non cera nessuno

-entra ti cerco io qualche medicinale- disse il professore, mentre la ragazza annuì e seguì quanto detto,

-Sensei mi racconta la storia della cicatrice?- chiese la ragazza, a quella domanda il cuoco sussultò un po', ma dopo aver sospirato iniziò a cercare un medicinale per il mal di pancia e per i dolori mestruali, fortunatamente Sanji grazie alla sua reputazione molte ragazze erano venute da lui per cose come queste e quindi sapeva come comportarsi e cosa cercare

-devi sapere che Rufy-sensei era stato aggredito non si sa per quale motivo, e ci chiamò fortunatamente non eravamo molto lontani e quindi arrivammo subito, io mi buttai subito in mezzo alla folla arrivando ad aiutare Rufy-sensei, poi arrivò Zoro-sensei e spazzò via metà di loro, dopo poco avevamo finito, ma sembrava strano che il loro boss non si era fatto vedere, e in un momento era sopra si me e mi stava portando in un vicolo, i due non credo si accorsero di niente finché non sentirono un mio urlo, il boss iniziò a legarmi le mani, mentre le sue iniziarono a toccarmi, e si può capire che per lui ragazze e ragazzi non facessero differenza, poi mentre mi dimenavo sentii Zoro urlare il mio nome e venire verso di me, ma quando stava per arrivare qualcuno sbucò e gli fece quella cicatrice, ma lui non si fermò e venne verso di me, e mi salvò, questo è quanto- disse il cuoco, mentre scioglieva la medicina in acqua e consegnava il bicchiere alla ragazza,

-oh Sanji-sensei- disse l'infermiere

-Law-sensei finalmente- disse il cuoco, mentre si avviava verso la porta

-ah Sanji-sensei non si è mai chiesto perché non si è fermato ed è venuto direttamente verso di lei non pensando alla sua stessa vita? Da quello che ho capito come ora non andate molto d'accordo, è sicuro che sia odio?- chiese ingenuamente la ragazza, con un sguardo interrogativo

-no non me lo sono mai chiesto- disse lui mentre chiudeva la porta, la domanda della ragazza lo aveva scosso molto, e ciò sembrava strano per il cuoco che continuava ad imporsi di dimenticare quella domanda, ma quelle parole risuonavano e non volevano andarsene,

-ohi sopracciglia a ricciolo, ohi idiota- disse lo spadaccino sventolando una mano davanti al cuoco che si era imbambolato nel corridoio pensando alle parole, non si era mai chiesto il perché ma ora voleva saperlo,

-ohi cuoco- continuò a chiamarlo Zoro senza successo,

-Sanji- lo chiamò l'ultima volta, e con successo, Sanji aveva le guance rosse, dalla troppa vicinanza con il viso dello spadaccino, sembrava stare poco bene visto che era sbiancato, e sembrava avere la febbre con gli occhi lucidi e arrossati,

-marimo idiota che vuoi?- chiese Sanji, riprendendosi e guardandolo negli occhi, e non appena i suoi azzurri (ok scusate ma non so di che colore siano i suoi occhi quindi lo sto inventando anche perché sarebbe troppo carino con Zoro con gli occhi verdi)

Si scontrarono con quelli verdi del marimo, il mondo sembrò fermarsi per qualche motivo non conosciuto dai due, o meglio che non volevano ammettere, ma in fondo lo sapevano ma speravano che non fosse così.

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