Il cuoco restò nudo, cercava di coprirsi con le gambe le parti intime, ma le mani dell'ormone, dal collo, strisciando come fanno i serpenti, anche se l'animale più giusto per descriverlo, era lo scarafaggio, un lurido scarafaggio, arrivarono all'interno coscia, aprendo le gambe, candide del biondo, che sembrò ringhiare, guardando male Creek, che intento ghignava e sorrideva, maleficamente.
Il biondo non avrebbe mai ceduto, non avrebbe pianto come era successo la volta precedente, non un suono sarebbe uscito dalla sua bocca, non un'espressione, se non di odio, sarebbe sorta sul suo volto, non avrebbe guardato il marimo, non avrebbe mai chiesto a quest'ultimo di salvarlo, non si sarebbe mai messo a piangere, non si sarebbe mostrato un'ennesima volta fragile difronte al marimo, o almeno così credeva.
L'omone iniziò a ridere, vedendo l'espressione dei due, di odio puro, e dopo quello che stava per fare chissà che bell'espressione avrebbero fatto, questo era quello che voleva ottenere dopo avergli distrutto l'opinione che gli altri avevano di lui, rovinandogli la vita, rovinandogli la reputazione, rovinando in un solo pomeriggio, tutto quello che aveva costruito in anni e anni di dominio sulla zona.
Creek si alzò sulle ginocchia, sbottonandosi i pantaloni, ma d'un tratto sembrò avere un'illuminazione, un modo per divertirsi di più, si sfilò i pantaloni seguiti dall'intimo, mostrando l'erezione, slegò i polsi del cuoco dallo schienale del letto, per poi avvicinare le labbra ben serrate del cuoco vicino alla sua erezione.
Ma il biondo non accennò di certo ad aprire la sua bocca, nonostante che l'omone facesse strusciare la sua erezione sulle labbra, fino a che prese la faccia del biondo, stringendo la mascella costringendo ad aprire la bocca e ficcandogli subito l'intimità nella bocca, al biondo sfuggì una lacrima, mentre l'omone lo prese per i capelli e iniziò ad allontanare ed ad avvicinare la faccia del cuoco al suo bacino, mentre con esso spingeva verso la bocca per poi ritrarsi.
Al biondo non restò che usare i denti, morse l'intimità, procurando un dolore acuto all'omone, che lo estrasse dalla bocca, facendo tossire Sanji, facendolo finalmente respirare, ma in preda alla rabbia l'omone sferrò uno schiaffo in pieno viso al biondo, che lo fece finire da faccia nel materasso.
Zoro a quella scena, tentò ancora di più di liberarsi, come tutte le forze che aveva, la sedia iniziò a cigolare come se si stesse per rompere, ma il tempo stringeva e le forze venivano sempre di più a mancare, nella sua mente l'unico sentimento che affiorava era l'istinto omicida nei confronti nel rapitore.
Lira lo stava accecando, si dimenava come uno che aveva perso il senno, ma in parte era vero, aveva perso tutta la parte razionale che aveva per colpa di Sanji, l'aveva fatto impazzire, il suo cuore apparteneva a lui, anche se non doveva, ma era l'unico che gli faceva provare le sensazione più belle, era l'unico che amava, era l'unico che avesse mai amato, era il primo e ultimo amore, da quando aveva assaporato quelle labbra, da quando si coccolavano in momenti dolci, fino a quando la fatidica frase di Sanji, non gli spezzò il cuore, come se fosse una lastra di vetro sottilissima, era bastato un soffio per farlo sbriciolare nelle mani del cuoco, e lì era rimasto tuttora, aveva avuto altre esperienze...si però non ne era né innamorato tantomeno le amava, era l'unico in tutto.
Ma la tortura non finì lì, l'omone girò completamente il corpo di Sanji, poi gli alzò il bacino, e ci avvicinò l'intimità ancora dolorante, Zoro in quel momento riuscì a togliersi il pezzo di stoffa che aveva in bocca, mentre il biondo non disse niente, non aveva parole, le stesse sensazioni che aveva provato quel giorno di tanti anni fa, che lo avevano perseguitato per anni nei sogni, riaffioravano, il suo cervello poteva anche aver superato quasi del tutto quell'evento, ma il corpo no, ma la stanza, come quella strada, venne riempita dall'urlo di Zoro,
-FERMATI BASTARDO- urlò Zoro, facendo riecheggiare la sua voce nella stanza, i due si girarono verso di lui, il biondo lo guardava con stupore, Creek con divertimento, si mise a ridere, per poi entrare nel corpo di Sanji, senza preavviso, sconsacrando il corpo perfetto del cuoco, l'omone lo prese per i capelli, portando indietro la testa di Sanji, che per non far uscire neanche una vocale dalla sua bocca si morse il braccio, così forte da farsi uscire il sangue, mentre soffriva, e moriva lentamente dentro, fino a che sembrò essersi abbandonato, il corpo non era il suo, non reagì, le forze lo abbandonarono.
A quel punto Zoro con le forze che gli restavano, riuscì a rompere la sedia gettandosi sopra l'omone sferrando uno dei suoi pungi più forti sul naso, rompendoglielo e facendolo sanguinare, l'omone si mise una mano, sul naso, uscendo dal corpo di Sanji, facendolo cadere sul materasso, come se fosse senza vita,
-o te ne vai o tra poco morirai- disse Zoro, il tono non era quello solito, sembrava quello di una bestia, sembrava un demone, Creek si alzò scivolando parecchie volte per poi fuggire, lasciando finalmente i due in pace, mentre lui non ebbe pace, infatti Rufy e Law, erano appena arrivati, e chiamarono la polizia, che lo arrestò.
Zoro corse da Sanji, lo scosse, per poi prendere tra le due grandi mani il volto freddo del cuoco, quest'ultimo guardò lo spadaccino, e a quel punto non riuscì a fermare le lacrime che scorrevano sul volto, lo spadaccino non poté e non volle far altro che baciare il cuoco, finalmente nelle sue braccia, finalmente di nuovo suo,
-Zoro, ti amo- disse Sanji, guardandolo negli occhi, in quel momento tutti e tutti sembrarono non esistere più, i due si trovarono in un mondo e spazio tutto loro, Zoro finalmente sorrise, facendo vedere finalmente a Sanji il lieto fine di quella brutta storia.
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insegnami ad amare
Fanfictionla leggenda del filo rosso del destino dice che esiste un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra di ogni persona, ed è sempre collegato a quello di un'altra, è impossibile vederlo, e non si può mai spezzare... Sanji e Zoro credevano nell'e...