Fino a che non scrutò una chioma di un colore diverso da quello usuale, che tutti gli altri avevano, il marimo che tanto gli ricordava le vaste distese di verde, che osservava prima di arrivare a scuola e che lo distraevano da tutti i problemi che doveva affrontare.
Sentiva ancora le luride mani di quel vecchio pervertito su di se, e non riusciva a muoversi, ancora una volta si trovava ad ordinare ai suoi muscoli di muoversi, ma non ci riusciva, l'unica cosa che riusciva a fare era piangere, sentiva le lacrime scorrergli lungo il volto, coperto da alcune macchie di sangue; le mani del vecchio scorrevano sul suo corpo, mentre iniziavano ad abbassare prima i pantaloni poi l'intimo, nello stesso tempo con l'altra mano, teneva ben saldi i due polsi del biondo, pian piano iniziò ad abbassarsi anche lui i pantaloni, e iniziò a sfregare la sua erezione contro il corpo di Sanji, che tremava al tocco, aveva paura, sperava che quello che avesse visto prima non fosse solo un'illusione, sperava che fosse la realtà, sperava che il marimo lo venisse a salvare, e quando stava per perdere le speranze, sentì una voce familiare gridare,
-LASCIA ANDARE SANJIII BASTARDO- gridò Zoro, nessuno aveva mai visto il marimo in quello stato.
Il grido fece stoppare tutti, mentre il biondo alzò lo sguardo, con le lacrime, non riusciva ancora a muoversi, finché il vecchio non prese il biondo per i capelli, facendolo gemere di dolore, quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Agli occhi di Zoro quello era il panorama peggiore che si potesse presentare, il biondo che piangeva, mentre qualcuno che non fosse lui lo stava toccando, lo stava facendo piangere, stava facendo male alla persona che amava, stava oltraggiando il corpo perfetto che credeva solo suo, che voleva che fosse solo suo, voleva essere l'unico a toccarlo, voleva essere l'unico a farlo piangere, voleva essere l'unico per lui, e a quello spettacolo lira lo accecò, iniziò a correre, gridando disperatamente il nome del biondo, ma un uomo prese di sorpresa Zoro, e con un fendente della sua spada provocò una grave ferita allo spadaccino, che barcollò quasi perdendo l'equilibrio, quando sentì la voce debole del cuoco chiamarlo,
-Zoro noo- disse il cuoco, lasciandosi far uscire dalla bocca, successivamente, l'ennesimo strozzato gemito di dolore e lo spadaccino con tutta la forza che aveva, si alzò e con un fendente spazzò via tutti quelli sulla sua strada.
Zoro iniziò a correre il più velocemente possibile allora l'omone, spaventato dalle mosse del marimo, lasciò il biondo, facendolo scontrare violentemente con il suolo freddo, e disse
-non è finita qui ti verrò a riprendere Sanji e tu, caro spadaccino, non potrai fare nient'altro che guardarmi e urlare il suo nome, mentre lo farò mio, e soffrirai, ti lascerò guardare mentre lacererò le sue carni, e tu griderai e ti dimenerai- disse l'omone prima di sparire.
Il marimo anche se tutto dolorante lasciò cadere le sue amate katane lasciandole rotolare da qualche parte, mentre si dirigeva dal biondo, che ancora a terra non aveva mosso un muscolo, non riusciva, fino a che non sentì le braccia del marimo circondarlo e si sentì protetto, come non si era mai sentito prima, al sicuro, protetto e amato, ma la sua pace fu interrotta da qualcosa di caldo scorrergli tra i capelli fino ad arrivare sul suo volto, e quando notò il colore rosso, il biondo si allarmò,
-Zoro stai sanguinando- disse con tono preoccupato il biondo, sciogliendosi da quell'abbraccio tanto amato,
-non ero io quello che mi dovevo preoccuparmi per te?- disse ironicamente, accennando uno dei rarissimi sorrisi difficili da vedere sul volto del marimo, a causa del suo carattere particolare, ma in quell'occasione i due sembravamo capire l'emozione dell'altro, sembravano perdersi nei propri sentimenti e in quelli dell'altro che coincidevano, che continuavano a far battere forte il cuore ad entrambi, rendendoli vivi nonostante tutte le ferite che avessero sul cuore.
Pian piano le loro mani si toccarono per poi intrecciarsi, facendo incastrare le dita nell'incavo delle dita della mano dell'altro mentre i palmi si toccavano, e così lentamente anche le loro labbra si avvicinarono assaporandosi come se lo volessero fare da tanto tempo, come se fossero predestinati a stare insieme, come se i due capi del filo rosso si fossero finalmente uniti quando si staccarono si guardarono negli occhi e poi persero le forze l'uno nelle braccia dell'altro.
Quando si risvegliarono non erano più l'uno accanto all'altro, e appena possibile si cercarono, con un peso sul cuore, come se senza l'altro non potessero più vivere, quando si incontrarono si abbracciarono, si baciarono, risero e scherzarono insieme, fecero tutto quello che due persone innamorate farebbero, utilizzando l'amato come cura per tutte le ferite che avevano ricevuto, ma non solo il giorno prima, tutta la vita passata sembrava essere più felice ora che erano l'uno accanto all'altro.
FINE FALSHBACK
3 ore prima,
-Oi Rufy, sopracciglia a ricciolo dov'è andato mi dovrebbe aiutare- disse il marimo entrando in sala professori e vedendo il più piccolo pensieroso, iniziò a preoccuparsi, iniziò a capire che cera qualcosa che non andasse, e appena il più piccolo si girò disse:
-Zoro Sanji non risponde al telefono e ho un brutto presentimento andiamo a casa sua-, il marimo a quell'affermazione sbuffò, come se non gli interessasse niente di ciò che potesse accadere al biondo ma alla fine seguì Rufy senza dire nient'altro.
Quando arrivarono a casa del biondo, trovarono tutto a soqquadro, quando videro quell'orrore, il cuore dello spadaccino sembrò perdere un battito.
I due cercarono, continuarono a chiamare il biondo, ma il telefono squillava e non rispondeva, se non la segreteria, con la sua voce, che il quel momento era l'unica cosa che teneva sotto controllo l'ira di Zoro, fino a che Rufy non urlò,
-ho trovato qualcosa-, Zoro si diresse di corsa verso la cucina, andando verso l'altro, aveva trovato un bigliettino con su scritto:
"caro spadaccino, se leggi questo messaggio, il tuo amato Sanji, l'ho rapito io ma ti do un'opportunità per venire a riprendertelo, vieni in via xxx n xx ci troverai lì" quando finirono di leggere il messaggio il telefono squillò, sullo schermo apparse il nome di...Angolino di una Fujoshi
Ciao a tutti, inizio con io dire che, oltre ad eventuali errori, cioè apostrofi o parole attaccate, a cause del fatto che quando copio i capitoli da Word mi toglie tutti gli apostrofi e accenti, però nonostante ciò credo che questo sia uno dei migliori capitoli che io abbia mai scritto, può sembrare semplice, ma io sono riuscita ad entrare in empatia con Sanji e con Zoro, detto questo scrivetemi nei commenti e lasciate una stellina, e ci vediamo al prossimo capitolo.
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insegnami ad amare
Fanfictionla leggenda del filo rosso del destino dice che esiste un filo rosso legato al mignolo della mano sinistra di ogni persona, ed è sempre collegato a quello di un'altra, è impossibile vederlo, e non si può mai spezzare... Sanji e Zoro credevano nell'e...