torappu

223 15 3
                                    

Fino a che sullo schermo non apparse il nome di Sanji, lo spadaccino con un gesto rapido prese il telefono mettendolo in vivavoce aprì la telefonata,

-Sanji menomale che hai risposto- disse Rufy, ma dall'altra parte del telefono non ebbero risposta, i due avevano uno strano sentimento, allora si guardarono negli occhi e annuirono avevano pensato la stessa cosa, e non era di sicuro la cosa più rassicurante, quando Zoro stava per parlare, dall'altra parte del telefono si sentì un suono assordante, uno sparo, due spari, tre spari, poi silenzio, si sentirono dei passi, pesanti, rimbombavano in tutta la struttura, poi iniziò a ridere, la sua risata, era quella che a Zoro dava più la nausea, l'avrebbe riconosciuta su mille,

-Creek- disse Zoro con un tono carico di rabbia mista ad odio, Rufy continuava a non capire, chi fosse quello che aveva risposto al posto di Sanji dal suo telefono, ma Zoro sembrava conoscerlo, e sembrava pure odiarlo per qualche strana ragione,

-Oi Oi vedi che se non vieni lo spettacolo finirà- disse per poi far sentire un gemito di dolore, probabilmente era il biondo, o forse era solo una trappola? Ma se non aveva lui il cuoco chi poteva averlo rapito? E poi perché rapirlo? No Zoro era sicuro che lui era il solo che poteva fare una cosa tanto schifosa.

Zoro non chiuse nemmeno la chiamata ma si diresse nel posto indicato dal bigliettino, e ovviamente prima che Rufy lo raggiungesse si perse diverse volte, però corsero come non avevano mai fatto, Zoro non capiva perché provasse tutta questa rabbia ma cercò di sopprimerla, voleva trovare il biondo subito, prima che gli succedesse qualcosa, era colpa sua se il biondo fosse stato rapito, il biondo era andato via perché Robin aveva detto quelle cose, e per la prima volta il marimo era con gli occhi lucidi, con delle piccolissime lacrime che gli solcavano il viso, ma nessuno lo vide.

Quando arrivarono lì i due si fermarono di fronte all'enorme edificio abbandonato,

-se entriamo dall'entrata principale ci bloccheranno, dobbiamo trovare un'altra entrata- disse Rufy, affannosamente, Zoro annuì semplicemente.

Cercarono delle entrate secondarie ma non ne trovarono, i riquadri dove dovevano essere poste le finestre, erano troppo alte da raggiungere quindi non era possibile usare quelle come entrata secondaria, l'unica opzione era l'entrata principale.

-Zoro andiamo- disse Rufy, appoggiando la spalla sul muro, poggiando una mano sulla maniglia, i due si guardarono negli occhi, e appena il loro respiro si tranquillizzò, il più piccolo aprì la porta, ma appena lo fece, due omoni bloccarono Rufy e Zoro, con un ago gli iniettarono nelle vene dell'anestesia e i due caddero in un sonno profondo.

Quando si risvegliarono, erano in stanze diverse, Rufy era stato portato a casa del biondo e legato, mentre lo spadaccino, doveva ristare lì, in quella stanza, dove il biondo, con i polsi legati alla spalliera del letto, era ricoperto di lividi ed era completamente nudo se non fosse per una leggerissima e trasparente camicia che gli ricopriva il corpo dalla pancia fino a metà coscia.

Zoro sentiva un peso sullo stomaco, come se in fondo sapesse che fosse colpa sua, come se attribuisse la situazione attuale, ad una sua colpa, guardava il biondo, fermo, come una delle bellissime statue greche, forse, allo spadaccino sembravano più reali quelle statue che la perfezione del corpo di Sanji, scolpito nei minimi particolari, ma così perfetto da farlo risultare irreale, il ciuffo che copriva un occhio, e le labbra carnose, Zoro sapeva che sapore dessero e avrebbe dato tutto quello che poteva per riassaporarle, ma per quanto lo spadaccino fosse attratto dal corpo del cuoco, era l'ultima cosa che apprezzava di lui, amava il mare che si poteva scorgere nei suoi occhi, amava quando lo sgridava e si metteva a discutere con lui delle cose più inutili, facendo sembrare la scena una litigata tra marito e moglie, più che tra due persone che si odiassero o che non si sopportassero, ed erano tutti questi particolari che da tanto tempo, avevano fatto impazzire il marimo del biondo.

-bene bene ti sei svegliato- disse l'ormone mentre si avvicinava al viso dello spadaccino pericolosamente, Zoro tentò di dargli una testata abbastanza forte da avere il tempo di slegarsi e di salvare il cuoco, ma Creek lo schivò, e quando vide la faccia dello spadaccino rabbuiarsi, iniziò a ridere, facendo salire ancora di più la rabbia dello spadaccino,

"non è finita qui ti verrò a riprendere Sanji e tu, caro spadaccino, non potrai fare nient'altro che guardarmi e urlare il suo nome, mentre lo farò mio, e soffrirai, ti lascerò guardare mentre lacererò le sue carni, e tu griderai e ti dimenerai" le parole rimbombarono nella testa dello spadaccino come se qualcuno avesse gridato in una campana, e il grido si ripetesse all'infinito, così come ogni volta che quelle parole perforavano il suo cervello, il peso sulla coscienza aumentava.

Vedendo la faccia di Zoro il rapitore aveva capito tutto, si era ricordato di quelle parole, e iniziò a ridere, l'eco rese il tutto ancora più forte, mentre Zoro voleva solo andarsene salvando il biondo, dalle grinfie del cattivo.

Creek si avvicinò al biondo e gli accarezzò il viso, facendo scendere la mano sul collo, per poi stringerlo, facendo gemere di dolore e facendo aprire finalmente i suoi occhi, quando gli occhi verdi si incontrarono con quelli blu del cuoco, i due colori sembrarono unirsi, i due per un momento solo tramite quel contatto visivo, tornarono ad essere tranquilli, il biondo sembrò anche sorridere all'altro, e questo non fece altro che far star male il marimo, che non poteva vedere il biondo in quello stato; Zoro sapeva che ogni volta che si fosse ripetuto nella propria mente che non amava il cuoco, stava mentendo a se stesso e quel contatto visivo così rassicurante ne era la prova; ma quella pace venne interrotta quando l'ormone prese possessivamente e bruscamente il volto di Sanji, spostando lo sguardo del cuoco, dalla persona che amava alla persona che più odiava.

Il biondo cambiò immediatamente espressione dal sorriso che aveva rivolto a Zoro, ancora legato lì, mentre cercava di liberarsi, finendo per crearsi delle ferite, visto che la corda strisciava sulla pelle dello spadaccino, ad un'espressione di odio, i grandi occhi celesti si socchiusero in due fessure, mentre guardava dritto negli occhi il proprio rapitore, e con un gesto veloce tolse dal corpo del cuoco l'unico indumento che nascondeva il resto del corpo.

insegnami ad amare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora