INASPETTATO

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Il giorno seguente all'incontro con le nostre due partner di "lavoro" risulta scorrere molto lentamente.
Zulema è di pessimo umore (come sempre) ed io mi sento ancora un po' debole dopo la febbre che ho avuto, per cui non ho nemmeno le forze per affrontarla e capire cosa c'è che non va.
La vedo indaffarata nel cercare qualcosa su internet, mentre si massaggia il collo e geme per il dolore.
Quindi anche lei è capace di provare dolore?
Per un attimo i nostri occhi si incrociano, ed i suoi sono davvero furiosi, ritornano ad essere pieni di quell'odio che riserva in modo particolare solo a me.
<<Cosa c'è? Vuoi farmi un massaggio?>> mi chiede in modo arrogante ma anche con tono di sfida.
Accetto la sfida e mi siedo sul letto dietro di lei, a cavalcioni.
Metto due mani sul suo lungo collo che inizio a massaggiare piano piano.
Lei si rilassa completamente sotto il mio tocco e la vedo chiudere gli occhi lentamente.
Continuo a massaggiare il suo collo, la sua pelle è così morbida sotto le mie mani, così liscia.
Con una mano si prende i capelli e se li sposta davanti, lasciando anche le sue spalle scoperte.
È così bella, così sensuale sotto ai miei occhi che per un attimo penso di fare una pazzia e di baciarle il lobo dell'orecchio, l'angolo tra il collo e il mento.
Lei posa una mano sulla mia aprendo gli occhi.
<<Va bene così, fermati>> afferma con una voce estremamente sensuale e pacata.
Sposto le mie mani dal suo collo ma rimango dietro di lei, non essendo capace di andare via.
Lei si gira verso di me con aria interrogativa, mettendosi a cavalcioni di fronte a me, imitando la mia posizione.
<<E ora che vuoi farmi, Maca?
Un massaggio al viso?>> ironizza, mordendosi le labbra che io fisso intensamente.
Poi in men che non si dica, mi prende per il collo e mi sbatte contro la parete del letto, avvicinando il suo viso pericolosamente al mio. Per un attimo sento dentro di me che questo è il momento giusto, che romperà questa stupida distanza e mi bacerà, ma dopo un millesimo di secondo capisco che tutto vuol farmi tranne che baciarmi: i suoi occhi sono carichi di malvagità, di rabbia, il suo respiro è così pesante contro il mio volto.
<<Tu non manderai a puttane il mio piano solo perché quella bionda di ieri sera ti fa' arrapare, chiaro?>> mi chiede, bloccando completamente il mio corpo con il suo.
La guardo stupita, esterrefatta, non riesco a capire perché sia così convinta che a me piacqua quella donna.
<<Non è affar tuo chi mi fa arrapare o no, non credi?>> le chiedo ancor più furiosa di lei.
<<Bionda, forse tu non hai capito un cazzo.
Tu puoi anche scopartela, sposartela, farci dei figli e tutto il cazzo che ti pare, ma non devi azzardarti nemmeno per un attimo a fare l'eroina innamorata durante il piano, ok?
Altrimenti vi uccido entrambe e risolvo il problema>> afferma, stringendo sempre di più la presa del mio collo.
Odio quando fa così, odio quando si sente la padrona del mondo e pensa che solo lei sia quella capace di mantenere il controllo.
<<So bene cosa devo fare, Zulema, non c'è bisogno che fai queste scenate>> affermo.
Lei molla la presa, mi guarda velocemente le labbra, poi scende dal letto. Io rimango pietrificata lí, contro la parete verso cui mi ha sbattuta, mentre sento le gambe tremarmi per l'adrenalina, la paura e il desiderio di averla.
<<Fai un passo falso e ti uccido>> dice, mentre estrae la sua pistola dalla tuta nera che indossa e se ne va fuori, sbattendo la porta del camper.
Dentro mi rimane ancora la tensione prodotta dall'avvicinamento dei nostri corpi e soprattutto dei nostri volti.
Non so cosa sia quella sensazione che sento battere dentro quando si avvicina a me, quando mi parla, quando si spoglia, quando mi dorme accanto, quando mi tocca anche se per sbaglio.
All'improvviso l'oggetto dei miei pensieri entra nel camper e mi lancia una rosa rossa avvolta da una carta rossa con sopra un bigliettino.
<<C'è un regalo per te, Giulietta>> afferma seccata e allo stesso tempo divertita.
Esterrefatta prendo il bigliettino e lo leggo, mentre sento gli occhi di Zulema fissi su di me.
"Ho avuto il tuo sguardo fisso in testa per tutta la notte. -Susana" . Sulle mie labbra si apre un sorriso spontaneo, mentre nel cuore sento una sorta di gioia e emozione crescere sempre di più. È da tempo che qualcuno non faceva un gesto simile per me che avevo quasi dimenticato cosa si prova ad essere corteggiata da qualcuno.
Mentre sto per rimettere il bigliettino a posto, mi rendo conto che il bigliettino era stato già aperto e poi richiuso da qualcuno.
Alzo gli occhi verso Zulema che mi guarda con un'espressione indecifrabile, a metà tra sarcasmo e fastidio.
<<Hai fatto colpo, bionda>> afferma mordendosi un labbro. È così sexy quando lo fa, ed io mi sento sempre così stupida nel rimanere ad osservarla.
<<Se tutto va bene stasera te la scopi pure>> afferma, alzandosi e accendendosi una sigaretta.
Lo dice con una disinvoltura tale che mi fa salire i nervi.
Il fatto è che lei non se ne frega minimamente di me, e che mi sta usando solo a suo piacimento.
<<Verranno di nuovo qui?>> le chiedo.
Lei mi guarda con aria stizzita.
<<Dobbiamo curare i dettagli della rapina, bionda. Non montarti troppo la testa>> afferma.
Che significa che non devo montarmi la testa?
<<Dopo il colpo potrai farci venire chi ti pare qui e fare tutto quello che vuoi>> continua con un filo di amarezza nella voce, mentre abbassa gli occhi.
Le sue parole arrivano veloci dentro di me, e anche se vorrei negarlo a me stessa, mi feriscono.
Pensavo che questi mesi trascorsi insieme ci avessero legate almeno un po', ma a quanto pare lei non ha fatto altro che odiarmi sempre di più, allontanarmi, disprezzarmi.
La verità è che lei non vede l'ora che tutto questo finisca, perché in fondo lei odia condividere la sua vita con qualcuno, odia svegliarsi accanto a qualcuno, odia preparare la cena per due, la ossessiona l'idea di non poter restare da sola e avere il controllo su tutto, mentre io nel bene e nel male mi sono abituata alla sua presenza nella mia vita e piano piano stavo cercando di accettarlo.
<<Te ne andrai, vero?>> le chiedo.
Lei si gira a guardarmi con quei suoi enormi occhi neri.
Noto dalla sua espressione che è sorpresa, non si aspettava minimamente una domanda come questa.
<<A cosa serve restare?>> mi chiede.
Mi sarei aspettata una delle sue solite risposte da stronza, ma mai la domanda che mi ha fatto.
<<Hai ragione, non ha senso. Finiremmo per ucciderci a vicenda>> mormoro. Lei annuisce incerta, mentre fissa il vuoto.
<<Finirebbe sicuramente di merda, si>> risponde, alzando gli occhi e incrociando i miei.
La vedo pensierosa, malinconica, parla come se avesse l'amaro in bocca, ma tutto dura una manciata di secondi.
Lei apre la porta del camper e se ne va, senza dire una parola.
Dalla finestra la vedo allontanarsi sempre di più, tra i boschi, fino a che non riesco ad intravederla più.
Non la capirò mai, questa donna.

Quando guardo l'orologio per l'ennesima volta sono le 18:00, e Zulema non è ancora rientrata da stamattina le 10:00.
Dove sarà andata?
La parte positiva di me mi dice che sarà andata da Susana e Alma, visto che sono le uniche persone con la quale possiamo restare in contatto durante questo periodo di "fuga" dagli sbirri, mentre la parte negativa di me mi suggerisce che sia andata a farne una delle sue.
Mentre sto per alzarmi per fare una doccia, ecco che sento delle voci provenire da fuori.
Per un attimo penso sia Zulema in compagnia di Susana e Alma, ma quando apro la porta e vedo solo le due nuovi conoscenti, rimango totalmente delusa.
Le due donne mi salutano cordialmente, mentre io annuisco appena, accennando un mezzo sorriso ad entrambe e continuo a guardare in fondo alla strada.
Dentro di me spero che compaia da un momento all'altro nella sua tuta nera e nei suoi anfibi fastidiosissimi quando cammina sul parquet della caravana, ma lei non c'è, e la sera inizia a scendere fitta.
<<Aspettavi qualcuno?>> mi chiede Susana, guardandomi stranita.
<<Zulema non c'è da stamattina>> affermo.
<<Quella figlia di puttana scappa sempre, non è capace di starsene un momento ferma>> ironizza Alma ridendo di gusto.
Le sue parole però mi fanno riflettere subito.
Volto lo sguardo verso il nostro letto e noto che è un po' rialzato rispetto a come lo è sempre.
Istintivamente corro verso di esso e lo rialzo per vedere se ci sono ancora i nostri due sacchi di gioielli.
Il suo non c'è.
Mi butto sconsolata sul letto, mentre le due donne entrano e mi guardano in silenzio.
<<È Zulema, avremmo dovuto aspettarcelo>> afferma Alma.
<<No, non è possibile che sia scappata>> affermo io, alzandomi e guardando dalla finestra il ciglio della strada dove vorrei disperatamente vederla mentre fa ritorno.
Dentro sento un mix di sensazioni strane, un miscuglio di emozioni a cui non so dare un nome.
Sento paura, rabbia, delusione, mi sento come se mi avesse tradita in un certo senso.
Io so che lei a me non ci tiene nemmeno un po', che io sono solo una delle tante detenute a cui ha reso la vita impossibile, un giochino che lei usa quando le fa più comodo, ma resta il fatto che lei mi ha salvata. E so bene che non posso appigliarmi su questo pretesto, so bene che Zulema non prova affetto verso nessuno, ma resta comunque il fatto che ha evitato che io morissi quel giorno durante quella rapina.
Se riguardo il letto, penso a tutti questi mesi trascorsi insieme.
Quelle notti dove la nostra pelle si sfiorava seppur per sbaglio, quelle notti dove le sue gambe si intrecciavano molte volte involontariamente alle mie, quelle notti dove avevo la febbre e lei mi ha rimboccato le coperte togliendole a se' stessa.
Penso alle mattine in cui il risveglio insieme era un disastro e quelle in cui a volte era anche divertente.
Penso ai suoi enormi maglioni, i suoi anfibi altissimi, la sua ossessione per il cappuccino con il latte, l'odore del mio bagnoschiuma che è diventato da tre mesi a questa parte anche il suo.
Poi rivedo i suoi occhi, quegli enormi occhi neri che solo a guardarli mi incutono terrore, angoscia, mistero, soggezione, ma che bisogna ammettere sono gli occhi più belli che abbia mai incontrato in vita mia.
E anche se la odio, anche se ho provato ad ammazzarla, anche se mi ha resa un po' una figlia di puttana, io sono qui inerme, mentre attendo un suo ritorno, mentre cerco di convincere me stessa che non è finita, non è ancora finita, non è ancora il momento di lasciarla andare.
Avete presente quando nella vita si da' qualcosa per scontato?
Beh, io davo per scontato che un giorno l'avrei odiata così tanto da finire per ammazzarla, ma ad oggi mi rimangio le parole, mi rimangio le promesse, respingo i sentimenti d'odio che voglio convincermi di provare nei suoi confronti e dico a me stessa che dovrei smetterla di fingere e guardare in faccia alla realtà.
Non so quale potere abbia quella donna su di me, ma qualsiasi cosa sia, so per certo che Zulema possiede qualcosa capace di eliminare tutto il male che mi ha fatto e farmi legare sempre di più a lei, giorno dopo giorno.
Non so cosa abbia fatto per cambiare cosí tanto le mie aspettative nei suoi confronti, ma so per certo che tutto ciò è stato inaspettato.
Mai avrei pensato di sperare in un suo ritorno.
Mai avrei pensato di aspettarla.
Mai avrei pensato di sentirmi abbandonata da lei.
E mai e poi mai avrei pensato un giorno di temere di perderla.

Ehilaaa, scusate se ho aggiornato un po' tardi ma oggi ho avuto un bel po' da fare. Volevo chiedervi se l'evoluzione di questa storia e dei suoi personaggi vi sta piacendo o se vi sta annoiando un po'. A differenza di molte fan fiction che sto leggendo sulle Zurena, scrivendo la mia ho cercato di fare tutto con calma, visto che nelle altre vedo i personaggi cambiare con troppa rapidità.
Spero vi stia piacendo e vi invito a votare e commentare i capitoli.
See you soon.🥰

Next part is coming: E RITORNO DA TE.

I hate you, I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora