"Poi ti rendi conto che l'amore è così, ti prende alla sprovvista, lo trovi dietro l'angolo, ti prende di mira e poi ti colpisce al petto portandoti via con sè.
E puoi sentirlo, si, lo senti scorrere lentamente nel tuo cuore, nella tua testa, una goccia alla volta, riempiendo man mano la tua vita.
E puoi odorarlo, si, quando catturi il profumo di quella persona e lo porti via con te ovunque tu vada, per far sì che la mancanza si faccia sentire di meno e il ricordo ti profumi le giornate.
E puoi cantarlo, si, nelle canzoni d'amore che passano nella radio della tua auto quando di corsa la mattina ti precipiti a lavoro.
E si, è proprio così l'amore, puó colpirti da un momento all'altro, senza preavviso.
Quindi, bambina, donna, ragazza o chiunque tu sia , ricorda che se un giorno ti volterai e fisserai il profilo di qualcuno, amerai il suo profumo, ti confonderai nei suoi occhi, ti farà dannare da morire, l'amore nemmeno con te avrá sbagliato mira".È notte fonda quando mi perdo tra le strade affollate di Las Vegas, tra visi sconosciuti, locali in festa, odori nuovi, vie deserte e altre buie e strette.
Vago senza una meta, senza un posto preciso verso cui dirigermi.
Vago con la testa che mi scoppia e gli occhi gonfi per quante lacrime ho versato dal momento in cui ho voltato le spalle a colei che mi ha inferto l'ennesima pugnalata, la più atroce, la più brutale, la più dura tra tutte quelle che mi ha dato in questi anni.
Vorrei soltanto un letto con delle lenzuola profumate, chiudere gli occhi, mettere pausa ai miei pensieri e riposare la mente.
Ma non ho un posto dove andare, non ho soldi sufficienti per pagarmi una stanza con me, non ho un telefono, non ho vestiti, non ho i documenti falsi che Zulema mi aveva procurato.
Anche se a malincuore, sono costretta a ritornare verso l'hotel dove ho alloggiato insieme a lei e alle altre, per recuperare la mia valigia e le mie cose.
Con i pochi soldi che ho riesco a fermare un taxi e a farmi accompagnare all'hotel che si trova più verso la periferia.
Durante il tragitto appoggio la testa al sedile e chiudo per un attimo gli occhi, cercando di rimuovere anche se per un solo istante gli occhi di Zulema dalla mia mente, ma mi risulta così impossibile che subito spalanco gli occhi.
Quando arrivo in hotel mi guardo in giro con sospetto, devo assolutamente evitare di incontrarla, anche se già so che dovrò affrontarla non appena varcherò la soglia della nostra stanza, dove sicuramente già sarà arrivata prima di me.
Sorprendentemente la camera è vuota, esattamente come l'avevo lasciata.
Non c'è traccia di lei, del suo profumo, del suo respiro, dei suoi passi.
Lei non c'è.
Tiro un sospiro di sollievo, mi libero del mio giubbino di pelle e raccolgo i capelli in una coda morbida, poi mi avvio verso la mia camera passando per la cucina.
Istintivamente mi fermo davanti al tavolo dove abbiamo fatto l'amore oggi pomeriggio e anche se non vorrei, sorrido malinconica al pensiero.
Mi chiedo come possa essere possibile fare l'amore nel modo in cui l'abbiamo fatto noi e la sera stessa lasciarci andare in questo modo, come se fossimo due persone totalmente diverse da quelle che si sono possedute su questo tavolo, in quel letto, in quella cabina doccia, in quell'ascensore.
Come puoi entrare nel corpo di una persona senza avercela nel cuore?
I pensieri mi tormentano, ma al tempo stesso l'idea che lei possa tornare a breve è una spina nel fianco, per cui decido di accantonare le mie riflessioni e sbrigarmi a prendere le mie cose e andarmene via.
In poco tempo recupero i miei gioielli, quelli della scorsa rapina, i miei vestiti, i soldi, il cellulare e il mio trolley.
Prima di lasciare la stanza guardo il nostro letto sfatto, quello in cui abbiamo unito i nostri corpi, le nostre bocche, le nostre anime.
Quello che ci ha viste protagoniste di una voglia matta di averci ma una paura tremenda di tenerci.
Quello che sa di buono, che profuma di noi, quello che non ci accoglierà più insieme.
Malinconica esco dalla stanza e mi ritrovo fuori quella di Ama e Susana.
Per un attimo penso di salutarle, soprattutto Susana.
Vorrei stringerla forte, dirle grazie perché grazie a lei ho capito i miei sentimenti per Zulema, grazie a lei non mi sono negata la possibilità di provarci, anche se è finita in questo modo.
Vorrei dirle che mi dispiace, mi dispiace se ho agito come Zulema sta agendo con me, se quella notte nel camper l'ho illusa con i miei baci, le mie parole, le mie carezze, il mio spogliarla piano.
Vorrei dirle che si merita di più di una rapina, che non dovrebbe rischiare la sua vita perchè con il carattere e la testa che ha potrebbe arrivare lontano, fare qualsiasi cosa le venga in mente di fare.
Vorrei dirle di non arrendersi, di non mentire mai a sè stessa, di non accontentarsi, proprio come lei lo ha detto a me.
Vorrei dirle tante cose, guardarla negli occhi e sussurrarle "addio", ma so già che non ce la farei, non sono affatto capace di abbandonare le persone e fare finta che non siano mai esistite nella mia vita, così semplicemente decido di sparire e basta.
Senza addii, senza pianti, senza belle parole, senza abbracci, senza pesi sul cuore.
Lascerò Las Vegas, tornerò in Spagna, faró sparire lo stupido camper dove ho vissuto con lei durante questi mesi, gli daró fuoco, cancellerò ogni singola traccia, ogni molecola che possa legarmi indissolubilmente a lei.
Farò una vita normale, cambierò identità, aspetto, nome, ricomincerò da capo, da sola, ancora.
Magari incontrerò qualcuno, un uomo o una donna che sia e ci farò una famiglia, comprerò casa non troppo al centro (le città caotiche non mi affascinano), ma più in periferia, entrerò in chiesa vestita di bianco, passerò tutte le notti abbracciata a qualcuno, amerò così tanto che mi verrà voglia di uscire per comprare regali, pittarmi le unghie di rosa, comprare i fiori e le candele da mettere sul tavolo, fare l'amore a qualsiasi ora del giorno, trovare un lavoro seppur mediocre ma che mi tenga occupata il giusto per non annoiarmi, per non dipendere da un'altra persona.
Crescerò dei figli, o forse degli animali domestici, invecchierò, godrò della pensione in una casa vicino al mare mentre vedrò i miei figli crescere e imboccare le loro strade.
Potrò avere una vita normale, una vita diversa, la vita che i miei genitori hanno sempre desiderato che io avessi, proverò a cancellare il passato, i ricordi, i rimpianti.
Ma un giorno capiterà che ripenserò a questo momento, si, penserò a quando nel momento peggiore della mia vita stavo progettando una vita migliore per me è saró contenta di questo.
Poi magari penserò a Zulema, al mio amore e odio per lei, alle sue mani su di me, ai suoi baci, al suo odore, ai suoi stupidi occhi da orientale, ai suoi canti sotto la doccia, al suo corpo nudo nel mio letto, alla sua lingua dentro di me, al mio desiderio matto di averla e riaverla senza stancarmi mai.
La penserò , sono sicura che non dimenticherò mai tutto ciò, non dimenticherò mai di aver amato e odiato così profondamente una persona nello stesso esatto momento.
Non dimenticherò mai ció che sto provando in questo momento e già so che non proverò mai più nulla di simile in vita mia.
Felice si, sarò molto più felice, ma così mai, non amerò mai più in questo modo.
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I hate you, I love you
FanficE come sarebbe stato se tutto quel tempo in carcere non ci avesse tentante svariate volte di ucciderci, di farci del male, di vederci soffrire? Sicuramente ci saremmo incontrate, si, questo si. Avrei incontrato gli occhi magnetici di Zulema magari i...