"Eravamo un casino insieme, io e lei.
Eravamo una combinazione così instabile da far paura a chiunque osasse separarci.
Ci amavamo, io e lei.
Eravamo ossessionate l'una per l'altra, e la paura di perderci fu la prima cosa a separarci.
Amavo quando si addormentava stanca accanto a me, stringendomi con tutta la poca forza che aveva nelle braccia, e amavo sentire i suoi respiri caldi contro il mio petto nudo.
Amavo restare sveglia per guardarla sognare e baciare i suoi capelli morbidi e profumati.
Era tutta la mia vita quella donna.
Era tutto ciò che avevo sempre voluto.
Era ciò che continuavo a scegliere al mattino insieme al caffè e alla felicità. Lo ricordo ancora>>Dopo l'emozionante momento vissuto in ascensore, fatichiamo ad arrivare in camera.
Ho così tanta voglia di lei, della sua bocca che non si stacca per un attimo dalla mia, delle sue mani sul mio corpo, dei nostri odori mischiarsi, dei nostri corpi confondersi.
Ho così tanta voglia di baciare ogni centimetro della sua pelle, spogliarla piano, ammirare il suo meraviglioso corpo, darle piacere, vederla perdere il controllo, tenerla tra le mie braccia.
Non appena entriamo nella nostra camera, Zulema sbatte la porta dietro di noi e mi prende tra le sue braccia, mentre i nostri indumenti volano sul pavimento e i nostri respiri crescono incontrollati.
Le nostre labbra non smettono per un solo istante di baciarsi, di torturarsi, di cercarsi .
I suoi baci sono belli, belli come non ero riuscita ad immaginarli, le sue mani mi fanno provare sensazioni uniche, mai provate in tutta la mia vita.
Pian piano finiamo sul letto, dove Zulema cade sopra di me con quegli occhi di chi mi farebbe di tutto in questo momento.
Le metto due mani dietro la testa e riprendo a baciarla con passione, mordendole un labbro fino a sentire il sapore metallico del suo sangue sulle mie labbra, mentre con le mani l'aiuto a togliersi i pantaloni di pelle.
Rimane solo con i suoi slip su di me, col suo corpo mozzafiato che si muove sensuale sul mio.
<<Ora però tocca a me, no?>> le chiedo, bloccandole i polsi e continuando a baciarla, mentre sento il mio respiro accelerare in maniera incontrollata.
Lei mi sorride maliziosamente ed io ne approfitto per buttarla sotto di me.
Ora sono io che controllo il gioco, che bado al suo corpo, che la vedo debole, impotente sotto ai miei occhi ma allo stesso tempo sexy e stronza come sempre.
Penso al miglior modo per farla godere, per farla sentire amata, desiderata, voglio regalarle la volta migliore di tutte, voglio vederla venire proprio come lei ha fatto venire me.
Voglio farle sentire ciò che mi ha fatto provare poco fa' in quel maledetto ascensore, anche se è difficile dato che io provo sensazioni assurde anche senza farmi toccare o provocare da lei.
In un attimo guardo il frigo all'angolo del letto e mi ricordo che dentro c'è quel gelato alla vaniglia che lei ha fatto ordinare qualche sera fa, sapendo che è il mio preferito, ma infondo anche il suo.
<<Che fai?>> mi chiede lei un tantino delusa, mentre mi allontano dal suo corpo e mi precipito al frigo.
Prendo il gelato, poi ritorno sul letto, mettendomi a cavalcioni su di lei.
Il suo sguardo è sorpreso, perplesso, però dai suoi occhi capisco che anche lei lo vuole, che l'idea le piace da impazzire. Capisco dal suo sguardo spazientito che anche lei sta aspettando trepidante il suo "momento di gloria".
Apro la vaschetta di gelato e verso un po' di vaniglia sul suo ventre nudo e nello spazio tra i suoi seni, cosa che la fa rabbrividire e sospirare pesantemente.
Poi geme al contatto del gelato freddo con la sua pelle , inarcando la schiena e stringendo tra le mani il lenzuolo.
<<Ferma, Zule, ferma>> sussurro guardandola in maniera estremamente sensuale.
Poi allungo la lingua sul suo ventre e inizio a leccare piano il gelato e la sua pelle, lasciando man mano dei teneri baci.
Zulema geme ripetutamente, cerca di farlo in maniera silenziosa perché lei è così, ha un carattere freddo, non le piace mostrare ciò che prova, ma sotto al mio tocco è abbastanza vulnerabile, più di quanto mi aspettassi.
La mia lingua sale lentamente nello spazio tra i suoi seni, dove per il caldo il gelato ha iniziato a sgocciolare anche lungo i due seni più grandi di quando mi aspettassi. Inizio a leccarla per bene, godendomi il profumo della sua pelle e il sapore della vaniglia. Una combinazione che mi fa perdere completamente la ragione.
<<sei più pervertita di quanto mi aspettassi, bionda>> sussurra tra un gemito e un altro con un sorriso malizioso sulle labbra.
<<Scommetto che questa è una piacevole sorpresa>> mormoro, mentre bacio i suoi capezzoli che si induriscono tra le mie labbra.
Istintivamente lei apre le gambe, avvolgendole intorno il mio bacino.
Si spinge in avanti cercando il contatto col mio corpo, ma non glielo permetto, afferro il suo bacino e lo tengo premuto contro il materasso, mentre la mia lingua sale lungo il suo meraviglioso collo che bacio e lecco con prepotenza, fino ad arrivare alle sue labbra che lei apre istintivamente.
<<Sai di vaniglia>> mi sussurra allungando la sua lingua e leccandomi le labbra in maniera super sexy.
La bacio con passione, con foga, facendo avvolgere le nostre lingue come se stessero danzando, mischiando i nostri sapori e il sapore della vaniglia.
Ma dopo un po' mi stacco , anche se controvoglia, e mi avvicino al suo orecchio che bacio, mentre con le mani le lego i capelli con un codino che porto al polso.
<<Di solito agli uomini piace sciogliermeli>> mi sussurra, mentre riesce a liberarsi una mano e la infila nei miei slip, arrivando subito a destinazione.
<<Ma io non sono "gli uomini" che di solito ti scopi tu>> affermo bloccando difficilmente la sua mano e guardandola negli occhi.
Lei mi guarda perplessa, poi mi avvicino alle sue labbra e fingo di baciarla, lasciandola a bocca asciutta.
Mi abbasso piano tra le sue gambe, poi con le labbra abbasso i suoi slip fino a sfilarli del tutto.
Lei apre le gambe sempre di più, vedo la sua intimità allargarsi di fronte a me, cosa che mi fa eccitare da morire.
Le lascio dei caldi baci all'interno della coscia, sul ventre, infilo la lingua nel suo ombelico dove lecco in maniera circolare.
<<Maca..>> lei sussurra in maniera stremata, senza forze, mentre sento stringere le sue gambe intorno alla mia testa.
Sta maledettamente soffrendo.
<<Dimmi>> sussurro, mentre con la lingua traccio un percorso che va dal suo ombelico all'apertura della sua intimità.
Non appena arrivo a destinazione, sento il suo piacevole sapore inondarmi la bocca, mentre lei geme ripetutamente e spinge il suo corpo contro di me in modo che la mia lingua affondi per bene dentro di lei.
I suoi lamenti sono eccitanti, una musica per le mie orecchie, mi rendo conto che è completamente sotto il mio controllo, che non sta opponendo resistenza mentre mi lascia esplorare la sua zona più intima, più nascosta.
Muovo la mia bocca in maniera lenta, poi inizio a rallentare, vorrei farla venire ma decido di farla soffrire, di vederla perdere ancora di più il controllo, voglio vederla desiderarmi ad ogni costo.
Sposto la mia lingua da lí e salgo verso di lei che mi guarda malissimo in questo momento.
<<stavo per ven...>> sussurra, e non la lascio nemmeno completare la frase che la zittisco con un lungo bacio.
<<il tuo sapore è buonissimo>> sussurro continuando a baciarla, mentre infilo due dita dentro di lei. Inizio a muoverle avanti e indietro, fuori e dentro, e dopo un po' le scappa un urlo , segno che è venuta completamente.
Me ne accorgo dal fatto che non esercita più quella sua pressione contro il mio corpo, appoggia la schiena che poco fa teneva inarcata contro il materasso e non noto più nei suoi occhi quella scia di desiderio e allo stesso tempo di sofferenza, lasciando spazio ad un rilassamento completo.
Sfinita estraggo le dita dal suo corpo e cado sfinita su di lei, facendo aderire i nostri corpi nudi alla perfezione.
Il suo respiro è ancora pesante, il suo odore mi fotte completamente il cervello.
Non dice una parola, se ne sta solamente sotto di me buona e calma come forse non l'ho mai vista, come se fosse una bambina che ha appena avuto il suo gioco preferito e non desidera nient'altro.
La sento baciarmi i capelli dolcemente, mentre con una mano mi lascia dei grattini sul mio fondoschiena nudo, provocandomi dei brividi.
Io tengo la mia testa tra il suo collo sudato e il suo mento, dove di tanto in tanto lascio qualche caldo bacio e mi godo il suo odore inondarmi le narici, il cuore, la vita.
<<Non mi era mai capitato>> sussurra con ancora il fiato corto.
<<Cosa?>> le chiedo, alzando gli occhi verso di lei e baciandola all'angolo della bocca.
<<Restare incollata a qualcuno dopo aver fatto l'amore>> mormora, mentre avvolge il mio corpo con le sue gracili braccia e inizia a muovere il bacino contro al mio e strusciando le nostre due intimità.
Mi lascio andare al suo movimento e mi godo la bellissima sensazione di diventare sua, un'altra volta, di fondere i nostri corpi attratti l'un dall'altro come se fossero due calamite.
Mi lascia stendere sotto di lei, continuando quel suo movimento, finché non veniamo entrambe, di nuovo, per l'ennesima volta e finiamo stremate sul letto, ma restando comunque incollate .
Lei è stesa dietro di me, con le sue braccia intorno i miei fianchi e il suo volto contro la mia schiena che di tanto in tanto bacia , lasciandomi dei brividi che lei mi fa notare.
<<hai i brividi, bionda>> sussurra vicino al mio orecchio.
Al contatto del suo fiato sul mio collo nudo, rabbrividisco nuovamente.
<<Ancora>> sussurra, accarezzandomi con un dito lungo il pendio della mia schiena nuda.
<<Non smetti>> continua.
<<Non smetterò mai se tu continui a toccarmi>> sussurro, godendomi il beato contatto delle sue mani su di me.
<<Allora smetto di toccarti>> sussurra, togliendo le sue braccia da me.
<<Non ti permettere di allontanarti da me che ti ammazzo>> affermo ironica, voltandomi verso di lei e accoccolandomi sul suo petto nudo.
Lei mi stringe a sè, continuando a toccarmi e a lasciarmi baci sulla testa, mentre con una mano tira un lenzuolo su di noi, coprendo i nostri corpi nudi.
Possibile che in paradiso ci siano anche i demoni?
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I hate you, I love you
FanfictionE come sarebbe stato se tutto quel tempo in carcere non ci avesse tentante svariate volte di ucciderci, di farci del male, di vederci soffrire? Sicuramente ci saremmo incontrate, si, questo si. Avrei incontrato gli occhi magnetici di Zulema magari i...