SCELTE

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<<Ora sei con me>> mormora, mentre cerco nella mia testa un modo per scappare, per seminare tutti questi uomini che mi tengono le armi puntate addosso nel bel mezzo della mia villa

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<<Ora sei con me>> mormora, mentre cerco nella mia testa un modo per scappare, per seminare tutti questi uomini che mi tengono le armi puntate addosso nel bel mezzo della mia villa.
Poi penso a Zulema, inevitabilmente penso a lei indifesa, buttata in qualche angolo della città mentre mi aspetta, inconsapevole di ciò che sta per accadere nelle nostre maledette vite.

Ci sono momenti nelle nostre vite in cui tutto s'interrompe, si blocca all'improvviso, accade qualcosa che rompe il nostro equilibrio gettandoci in un vortice di incertezze, di paure, di angosce così profonde che quasi c'impediscono di andare avanti, di vivere, di sorridere, di respirare.
Questo é quanto é appena successo a me non appena ho aperto il cancello di casa mia, la casa che sto condividendo con Zulema, con la persona che mai nella mia immaginazione avrei pensato di vivere, un giorno, ne' tanto meno di amare.
Ma ora l'immagine di noi due che ci svegliamo felici l'una accanto all'altra, che ci addormentiamo strette dopo aver fatto l'amore, che la osservo camminare nuda mentre canta al mattino tra queste stanze, mi sembra un miraggio lontano, come se fossero cose fatte un milione di anni fa' e non fino a stamattina.

Gli occhi dell'uomo che ho di fronte li riconosco subito, non fatico nemmeno un po' a ricordare dove li avevo già incontrati, cioè durante la rapina nel casinò.
É uno degli addetti alla security verso cui Zulema aveva puntato la pistola contro e lo aveva costretto ad inginocchiarsi.
Punto il mio sguardo nel suo, uno sguardo che riserva odio, rancore, rabbia.
Uno sguardo che mi intimorisce, mi crea panico, tanto che abbasso gli occhi, pensando ad una mossa per difendermi.

<<Perlustrate la casa e cercate quella figlia di puttana!>> esclama lui, mentre prende delle manette dai suoi pantaloni e le apre.
Intanto la mia mente rimane bloccata sulle sue parole appena dette, e mi rendo conto che non é me che vogliono.
L'obiettivo era Zulema.
Si, lei.
La donna della mia vita.
La donna che amo é ricercata da questa specie di sicari che avanzano violenti verso la casa , come se fossero cani da caccia sulla scena di un crimine.
L'uomo di fronte a me intanto mi costringe a mettermi le manette, mentre tiene la sua pistola puntata sulla mia testa, ed io mi sento indifesa come non mai, nella mia vita.

<<Signore, la casa é vuota. Non c'è traccia di Zulema Zahir>> e il mio cuore quasi mi balza dal petto quando sento pronunciare quel nome.
Ma perché proprio lei, poi?
Perché non farsi bastare anche me, Alma, Susana, ma cercare proprio Zulema?

<<Dove cazzo é la tua amichetta?>> mi chiede, mentre sposta la sua pistola sempre più vicina alla mia bocca.

<<Non lo so>> mormoro, cercando di mantenere la calma e fingere indifferenza.
Ma l'uomo davanti a me non sembra cedere, non molla la presa.

<<Quella cazzo di ninja dagli occhi da cerbiatto ha ucciso mio fratello. Mio fratello.
Giuro che vi ucciderò come se fosse carne da macello, una ad una>> dice, premendo sempre di più la pistola contro il mio volto, accanto alle mie labbra.
Faccio una smorfia di dolore, mentre le sue parole mi mettono in uno stato di completa angoscia.
Capisco in un attimo che l'uomo di fronte a me é il fratello dell'agente che ha cercato di ferire Zulema e che invece ha sparato me, per poi beccarsi i colpi che Zulema gli ha sparato contro con la sua M16.
Il fatto é come ha fatto a scoprire i nostri nomi, come ha fatto ad arrivare a noi e perché un semplice addetto alla sicurezza é circondato da così tanti sicari.

I hate you, I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora