PRIMA DI TE

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"E ricordo bene quella sera, il freddo, le lenzuola, i nostri corpi nudi, i brividi, le labbra secche e gli affanni, i respiri corti e gli sguardi cupi, il sole fuori e il ghiaccio dentro.
É lì che il nostro inverno sarebbe finito, tu mi promettesti.
Non ci credetti nemmeno un po'.
Così uscii fuori da quella stanza e ritrovai la primavera.
É lì che vivo da molto.
É lì che il ghiaccio si scioglie.
É lì che voglio stare e dove non mi ci avresti mai portata.
É lì che hai avuto paura: sulla soglia della felicità".

Dopo essermi rivestita, aver recuperato i miei indumenti dal pavimento e aver sistemato alla meglio i vestiti nella mia valigia, decido di andare via.
Zulema é sul letto che si riveste, mentre osserva ossessivamente ogni mio movimento.
Io non riesco a degnarla nemmeno più di uno sguardo, di una parola, in questo momento sto cercando di odiarla con tutte le mie forze anche se ogni dettaglio di questa stanza mi riporta alla mente i momenti bellissimi vissuti con lei fino a pochi minuti fa'.
Il suo respiro é pesante, mentre io ormai sto singhiozzando per quanto ho pianto.
Ho ancora i capelli bagnati per la doccia fatta fino a poco fa e per questo una serie di brividi mi percuotono la schiena ininterrottamente.
Prendo il mio telefono che si trova proprio accanto al letto, e mentre sto per andarmene lei mi afferra una mano.
<<Tu dici a me di non scappare quando sei la prima a farlo>> afferma, alzandosi e puntando i suoi enormi occhi nei miei.
Non reggo il suo sguardo, non ora, non dopo le brutte parole che mi ha detto, non dopo l'umiliazione subita.
<<E cosa dovrei fare?
Restare qui per farmi umiliare ancora da te?>> le urlo contro, cercando di liberarmi dalla sua presa. Ma lei mi afferra anche con l'altra mano.
<<Cosa ti aspettavi, Maca?
Che ti amassi anche io come magicamente tu ami me?>> mi chiede ironica.
In questo momento vorrei spaccarle la faccia, aprirla a metà, cancellarla completamente dalla mia vita, odiarla fino allo sfinimento, ma malgrado tutto non ce la faccio, non riesco a cancellare i momenti vissuti poco fa.
<<Mi aspettavo che tu avessi un briciolo di umanità nei miei confronti, ma ho sbagliato.
Ho sbagliato perché a te non interessa un cazzo di me e dei miei stupidi sentimenti, non é così?>> le chiedo, riuscendo finalmente a liberarmi dalla sua presa e avviandomi verso la porta, trascinandomi il trolley.
Lei mi segue fin lì , cercando di ostacolare l'uscita.
<<Mi hai mai vista avere umanità per qualcuno?>> mi chiede con freddezza.
Scuoto la testa.
<<Ecco. Togliti dalle palle ora>> affermo, mentre lei si mette davanti alla porta.
<<Mi dici che cosa vuoi da me?
Perché non mi lasci andare?>> le chiedo disperata.
<<Mi servi per la rapina>> afferma incerta.
<<E me lo dici così?
Ti sono servita già a letto, non credo di farmi usare ancora da te. Non sono il tuo giocattolo, Zulema>> le urlo contro.
Lei rotea gli occhi, poi si avvicina pericolosamente a me.
É inutile dirlo, ma non appena appoggia un solo dito su di me, perdo la capacità di respingerla.
<<Perchè non andiamo a fare quattro passi e parliamo? Che ne dici?>> mi chiede, facendo scorrere lentamente il suo dito sul mio viso.
<<Parlare di cosa?
Tu sei fottutamente impazzita, sei una pazza del cazzo>> mormoro, mentre lei si abbassa su di me e mi lecca le labbra.
<<Allora restiamo a parlare qui>> sussurra ancora sulle mie labbra.
Vorrei respingerla, rifiutarla, ma é impossibile.
Sono così schiava del suo tocco, dei suoi baci, della sua presenza, che potrebbe farmi qualsiasi cosa in questo momento, ma non riuscirei a staccarmi da lei.
É una cosa che mi fa paura, che mi incute terrore, che mi fa stare bene e male allo stesso tempo.
Sono così spaventata dal fatto che ormai ha pieno controllo su di me, che l'unica cosa che posso fare é restare qui inerme, con la sua lingua sulla mia bocca, le sue mani sui miei fianchi, incapace di andarmene via.
<<Perchè mi fai questo?
Perché mi respingi e poi fai questo?>> le chiedo, mentre sposta i miei capelli su un lato e inizia a baciare il mio collo.
<<C'è più magia nel tira e molla, bionda>> sussurra, mentre chiude la porta a chiave dietro di noi.
Capisco subito che sto per ricaderci, che se non oppongo resistenza ora, finirò di nuovo a letto con lei e dopo non ci penserà due volte a respingermi di nuovo.
<<Smettila>> sussurro, mentre mi sbottona la camicetta che in un attimo mi sfila e lascia cadere a terra.
<<Non so come si fa>> mormora, prendendomi per i fianchi e camminando all'indietro.
<<Ma puoi sempre respingermi>> sussurra, mentre mi sbatte contro il tavolo e si struscia contro di me .
<<Se non mi vuoi, lasciami andare>> mormoro, mentre mi fa stendere sul tavolo di marmo freddo.
I suoi occhi sono carichi di passione mentre sale su di me, a cavalcioni.
<<Non ho mai detto di non volerti, anzi, ti ho voluta lì>> sussurra indicandomi il letto e al contempo lasciandomi un bacio bagnato sul collo.
<<Poi lì>> continua, indicandomi il bagno e continuando il suo percorso di baci lungo il seno.
<<E nell'ascensore>> sussurra , facendomi rabbrividire per il contatto delle sue labbra sul mio ventre.
La sua voce é così sensuale mentre ricorda tutti i posti dove abbiamo fatto l'amore che decido di smettere di parlarle e farmi guidare semplicemente dal suo corpo.
<<E ora ti voglio qui, sul tavolo>> afferma, mentre sbottona i miei jeans e li sfila lentamente, rimanendomi solo con l'intimo sotto di lei.
<<Non vuoi anche tu?>> mormora, mentre poggia la sua mano aperta sui miei slip e inizia a fare dei movimenti pazzeschi, provocandomi nel mio punto più debole.
Gemo ripetutamente, e dal suo sguardo compiaciuto capisco che le piace tantissimo dominarmi, farmi perdere il controllo, darmi piacere, vedermi impazzire per lei.
La mia schiena si inarca ripetutamente, sbattendo contro questo tavolo freddo e duro.
Non posso fare altro che cercare di tenere a bada il mio respiro, ma é difficile quando qualcuno ti guarda come mi sta guardando Zulema in questo preciso momento.
Le sue mani sono ormai diventate una droga per me, così come le sue labbra che non si affretta a darmi e che io desidero ardentemente.
Sta baciando il mio collo molto dolcemente, mentre la sua mano rimane ancora sopra i miei slip ormai bagnati per l'eccitazione che mi sta dando.
Arriva alle mie labbra che lei sfiora, fa combaciare, ne traccia il contorno con la punta del suo naso e mi rendo conto di averne bisogno più di qualsiasi altra cosa in questo momento.
Con la poca forza che prendo chissà dove , metto due mani dietro la sua testa e la bacio, unendo subito le nostre lingue.
La vedo perdere il controllo, perdersi in questo bacio carico di passione, così tanto che toglie la sua mano da sopra i miei slip e mi afferra il viso per affondare meglio la sua lingua nella mia bocca.
Avvolgo le mie gambe intorno al suo bacino per attaccare ancora di più i nostri corpi, mentre le labbra non vogliono assolutamente saperne di staccarsi e il mio corpo necessita di lei come l'ossigeno.
Pian piano riesce a sfilarsi la maglia, tra un bacio e un altro.
<<Non porti il reggiseno?>> le chiedo sulle labbra, mentre stringo i suoi seni tra le mie mani e la vedo impazzire tra mille gemiti.
Lei sorride, mentre si sbottona i pantaloni.
<<no, così facciamo in fretta a spogliarci>> ironizza, mentre muove il bacino per far scivolare i pantaloni, rimanendo con degli slip di pizzo rossi che mi fanno letteralmente impazzire, così tanto che l'afferro per i capelli prepotentemente e la lascio stendere sotto di me, sul tavolo, cosa che la fa eccitare da morire.
Le bacio il collo centimetro per centimetro, mentre lei continua a stuzzicarmi proprio in mezzo alle gambe.
<<verrai prima tu>> mi sussurra, prendendo il mio viso tra le mani e avvicinandolo pericolosamente al suo, mentre con l'altra mano scosta i miei slip e appoggia il suo ginocchio tra le mie gambe.
Continuiamo così per un bel po', a regalarci piacere reciprocamente su questo tavolo freddo, mentre pian piano scende la sera e noi non ci saziamo mai di unire i nostri corpi, le nostre bocche, la nostra pelle.
Sono le 10 di sera quando di colpo apro gli occhi ritrovandomi tra le braccia di Zulema che mi tengono stretta.
Alzo il viso per guardarla e noto nonostante la poca luce emessa dall'abat-jour che è sveglia, ha gli occhi ben aperti mentre mi accarezza i capelli e fissa il vuoto.
Mi chiedo come possa una persona che ti stringe in questo modo e ti accarezza così dolcemente a non amarti, a fare l'amore con te e dirti che è soltanto sesso.
Sento il mio corpo nudo incollato al suo altrettanto privo di vestiti e avvolgo una gamba intorno alla sua per farle capire che sono sveglia anche io.
Lei afferra il segnale a volo e cerca i miei occhi nel buio, occhi che mi scrutano intensamente e che senza emettere un fiato, senza dire una singola parola, mi parlano all'infinito.
Mi parlano della giornata trascorsa insieme.
Mi parlano delle nostre carezze, dei baci, delle mani, degli sguardi.
Mi parlano della nostre pelle unita, dei nostri corpi intrecciati, dei nostri vestiti sparsi sul pavimento.
Mi parlano del suo odore, del mio che si mischia al suo, dei brividi sulla mia schiena dati dal suo tocco, mi parlano della sua schiena bianca e delle sue mani che mi cercano ininterrottamente.
Mi parlano del piacere che ci siamo date non sentendoci mai abbastanza l'una per l'altra, dei gemiti soffocati con i baci, dei nostri corpi insaziabili di noi.
Mi parlano di un amore impossibile che nutro nei suoi confronti, un amore forse malato, non sano, pericoloso, ma un amore forte e incontrollabile che non riesco a domare.
Zulema si stacca da me e si abbassa sotto al letto cercando qualcosa. Dopo un po' risale, infilandosi nuda sotto il lenzuolo e si accende una sigaretta.
Io me ne sto sdraiata accanto a lei, incapace di dirle nulla, incapace di toccarla ancora.
All'improvviso si volta verso di me e mi sorride,  uno dei sorrisi più sexy che io abbia mai visto in vita mia, uno di quei sorrisi che vorresti baciare all'infinito.
<<Ti va di andare a mangiare qualcosa?>> mi chiede improvvisamente.
Vorrei opporre resistenza, dirle che fare l'amore con lei dopo che lei l'ha considerata solo una scopata é stato un errore, che é soltanto una figlia di puttana che gioca con i miei sentimenti, ma non ci riesco nonostante io lo voglia con tutte le mie forze.
Annuisco incerta, poi mi alzo dal letto e raccolgo i miei vestiti dal pavimento.
Mi rivesto nel buio mentre lei fuma la sua sigaretta e non toglie per un attimo gli occhi da me, mordendosi di tanto in tanto il letto e mandandomi a puttane il cervello.
Dopo un po' si riveste anche lei, mentre io metto a posto la camera da letto.
Vado in cucina e raccolgo i suoi slip sul pavimento, accanto al tavolo, e istintivamente li porto al naso e annuso il suo divino profumo, lo stesso che sento sulla mia pelle, tra le mie lenzuola, nell'aria di questa suite.

I hate you, I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora