PERSA

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"Sei arrivata tu e allora ho pensato 'cazzo, ecco perché non ha mai funzionato con nessuno"

Persa.
Così mi sento.
Completamente persa nel vuoto, nei miei pensieri contrastanti, nel dolore che sento nel centro del petto da quando ho incontrato gli occhi di Zulema tristi dopo aver assistito a quel maledetto bacio.
Mi sento sporca, sporca perché le mie labbra hanno assaggiato le labbra di qualcuno che non era Zulema, perché non sono state le sue braccia a stringermi quel giorno, sotto quel pub, mentre il sole tramontava.
È ormai passata una settimana da quel giorno, una settimana che Zulema non rientra, una settimana che dormo da sola, di nuovo, senza lei al mio fianco .
All'improvviso tutti i sogni di averla finalmente mia, di poterla amare, di poter vivere insieme a lei, sono stati spazzati via da un bacio insignificante per me, privo di emozione, di senso, di sapore.
Privo di qualsiasi cosa.
Ed ora chi ne paga le conseguenze sono io, io che non riesco a darmi pace perché vorrei avere solo per un attimo Zulema davanti e spiegarle quanto è successo, vorrei soltanto stringerla a me, dirle che la amo, che sono pronta ad avere una casa con lei, una vita, un futuro.
Ma la conosco, in questo momento mi starà odiando come poche volte nella sua vita e mi starà maledicendo e starà maledicendo se' stessa per essersi avvicinata a me e per aver messo da parte l'orgoglio, il nostro passato, il nostro odio.
Si starà pentendo di tutto ciò che in questi mesi abbiamo fatto insieme.
Ed io mi sto pentendo di aver accettato quel maledetto invito ieri e di non essermi tirata indietro quando Susana mi ha baciata.
Ma in quel momento di debolezza in cui mi ero sentita "tradita" da Zulema per tutte le bugie che mi aveva detto, mi sentivo così fragile che non sono stata in grado di respingerla.
Sto chiamando ininterrottamente Zulema da una settimana, ma probabilmente avrà bloccato il mio numero dato che risponde sempre la segreteria.
Me ne sto seduta fuori di fronte al laghetto a bere e fumare ininterrottamente, come se sapessi fare solo questo ormai.
Mi sento così distrutta che bere mi aiuta a mettere un po' da parte i pensieri e a farmi addormentare subito la sera che sembra infinita senza di lei.
Dentro ho un caos tale che da ubriaca l'altro giorno ho chiamato Susana e le ho detto le peggiori parole.
Mortificata l'ho richiamata il giorno dopo scusandomi, ma lei è rimasta male per il fatto che le ho mentito riguardo la mia relazione con Zulema.
Mi ha detto che se lo avesse saputo, non si sarebbe mai permessa di farsi avanti e di baciarmi, anche se confessa di provare dei sentimenti per me.
Ancor più confusa le ho staccato in faccia quando ha iniziato a parlarmi di ciò.
Il mio unico pensiero al momento è Zulema.
Mi chiedo dove diavolo sia, cosa stia facendo in questo momento, dove stia vivendo, cosa stia provando.
Di certo non cose belle nei miei confronti.
Io rimango inerme qui, abbandonandomi alla disperazione più totale, mentre mi chiedo cosa ne farò della mia vita se davvero non tornerà.
Tra l'alcool e la confusione che ho in testa, decido di mettermi al volante e di andare in giro per i locali e gli hotel della periferia, nella speranza di trovarla, anche se è un po' impossibile.
L'alcool non mi aiuta particolarmente sulla guida, anzi, al contrario, guido a malapena, scansando per due/tre volte delle buche e delle macchine sul lato opposto.
Come una pazza parcheggio fuori ogni locale e entro dentro camminando veloce tra i tavoli , i camerieri, i clienti, sperando di incontrare i suoi magnifici occhi tra tutti questi sconosciuti.
Cerco fuori ogni parcheggio la sua auto e sento un colpo al cuore ogni volta che ne vedo una uguale.
Continuo così per gran parte della serata, cercando qualcosa che mi riporti a lei, alla sua presenza.
Dopo il giro di una cinquantina di locali mi sento stremata, senza forze, esausta, così tanto che decido di andare al lago, il posto dove da bambina venivo con i miei genitori.
Sono le due del mattino quando parcheggio l'auto fuori il bacino di El Pardo.
Porto con me una birra e un paio di sigarette, poi mi siedo su uno scoglio, fissando il mare difronte a me e la luna che ci si perde all'interno.
Mi sento svuotata, come se avessi perso un pezzo fondamentale del mio cuore, come se ora senza di lei non fossi più la solita Macarena, come se ora faticassi a respirare, a mangiare, a vivere la vita senza di lei.
Delle lacrime mi solcano il viso, mentre osservo impassibile le barche sfrecciare sotto ai miei occhi.
Mi godo l'aria fresca di questa sera di Maggio, la tranquillità di questo posto e la birra (l'ennesima della serata) che ho tra le mani.
Ma nulla sposta la mia attenzione da lei, l'amore della mia vita, la maledetta donna che questa vita me l'ha migliorata e peggiorata contemporaneamente.
Vorrei tanto odiarla, cancellarla, dimenticarla, strapparla via dai miei ricordi come si straccia un foglio da un quaderno, ma è impossibile.
È impossibile dimenticare un amore così grande.
È impossibile dimenticare i suoi occhi, la sua bocca, le notti passate insieme, i suoi sorrisi, le sue mani.
Mentre penso a tutte queste cose vengo distratta da uno yatch che si ferma davanti a me e accende i fari nei miei occhi.
<<ma che cazzo>> mormoro, mentre la luce accecante non mi permette di vedere cosa ho di fronte.
Quando i fari si spengono, i miei occhi rimangono pietrificati da ciò che vedono.
Zulema è di fronte a me che mi guarda con uno sguardo indescrivibile, perso nel mio, ed io mi sento altrettanto persa, si, persa nei suoi occhi, persa nella sua bellezza mozzafiato anche alle due di notte, anche mentre sono ubriaca, anche mentre mi sento distrutta.
Lei non dice nulla, se ne sta a braccia conserte lí, col suo sguardo puntato nel mio.
<<Ti prego, devo parlarti>> le urlo contro, nella speranza che lei mi senti.
Lei annuisce, poi attacca lo yatch al molo e scende.
Siede accanto a me su questi scogli.
Se ne sta silenziosa a sguardo basso, puntato sulle sue scarpe, non degnandomi nemmeno di un attenzione.
Quando sento il suo profumo, avverto finalmente la sua presenza vicino a me, riprendo vita.
Come se il mio cuore fosse ritornato a battere.
<<Ciò che hai visto è stato un errore.
Credimi, non avrei mai baciato Susana>> ammetto.
Lei fa una smorfia di dolore quando pronuncio il suo nome.
<<Quel bacio è stata la cosa più insignificante della mia vita, credimi.
Ho avuto occasione di voltare pagina e di farlo insieme a lei, ma ho sempre voluto te.>> continuo, mentre lei sembra impassibile.
Non fa un solo cenno del capo, non emette un fiato, non mi guarda negli occhi.
Resta immobile, coi suoi occhi bassi e le sue mani chiuse a pugni.
<<Allora perché non mi hai detto che vi vedevate?>> sbotta all'improvviso.
<<Ero ferita, Zulema.
Mi ha fatto male sentire che non sei pronta a condividere tutto della tua vita con me.
Così ho agito come te, per dispetto.
Ma mai mi sarei immaginata che ciò causasse quanto accaduto>> le spiego.
Lei annuisce, poi inizia a torturarsi nervosa le mani.
<<Quella donna è perfetta per te.
Lo capisco se ti sei sentita attratta da lei, se ti è piaciuto il suo bacio, se siete in sintonia. Lo capisco>> mormora con un filo di rassegnazione nella sua voce.
Istintivamente le afferro una mano e gliela poggio sul mio cuore.
<<Non dirmi che è una stronzata il battito del cuore, ti prego. Perché a me sembra impazzire quando con me ci sei tu>> affermo, incontrando finalmente i suoi magnifici occhi bagnati dal pianto.
Dentro sento emozioni contrastanti, ma guardandola mi rendo conto che l'amore che provo per lei è smisurato, incontrollabile, e che l'ultima cosa che voglio al mondo è vederla soffrire.
Lei ritrae la sua mano, poi si alza e fa per andarsene via, verso la sua macchina.
Io la inseguo, cerco di starle dietro anche se è difficile correre al suo stesso passo.
<<Non puoi scappare, Zulema, non puoi fare sempre così>> le urlo contro, mentre lei si ferma al suono di queste mie parole.
Rimane di spalle, ed io finalmente riesco a raggiungerla.
Sento il suo respiro aumentare notevolmente, mentre le lacrime mi pungono gli occhi.
<<Non posso restare con una persona che bacia un'altra donna solo perché ha avuto un momento di debolezza>>
Le sue parole mi arrivano addosso come una doccia fredda, come se un milione di spine mi stessero pungendo il cuore ed io stessi sanguinando.
Mi sento ferita, non compresa, ancora una volta mi rendo conto che non da' importanza al mio amore nei suoi confronti.
<<Ed io non posso restare con una persona che mi mente su ogni cosa.
Tu ti lamenti di me che bacio un'altra, ma di punto in bianco mi dici di dover vedere una persona e di non farti fare troppe domande>> le rinfaccio urlandole contro.
Lei si gira di scatto, con le lacrime agli occhi punta il suo sguardo nel mio.
<<Si, ho visto un'altra persona.
Sai chi è? Il cazzo di dottore che mi ha dato sei mesi di vita perché questo cancro di merda mi sta divorando il cervello>> sbotta, mentre le lacrime gli scorrono lungo le gote e il cuore quasi mi si ferma.
Mi avvicino a lei a passo lento, mentre sento la testa scoppiarmi e il cuore cedere .
<<Cosa?>> le chiedo, mentre lei si porta una mano sul viso.
Le afferro un polso e incontro il suo sguardo distrutto, perso, disperato.
<<E ora se vuoi, puoi scappare.
Ti sto dando una cazzo di opportunità per uscirne, Maca>> mi dice, spostando il suo sguardo dal mio.
Non credo alle sue parole, parole dure, parole che ti squarciano l'anima.
Le lascio il polso, poi abbasso lo sguardo, incapace di dire una sola parola.
In un attimo capisco che la mia vita è un disastro e il mio cuore appartiene ad una persona che da qui a sei mesi non ci sarà più.
Le sue lacrime scorrono veloci, incontrollabili, io alzo lo sguardo per guardarla.
Lei è fragile, indifesa, debole come non pensavo potesse arrivare ad essere in vita sua.
Ma è bella.
Bella nonostante le lacrime.
Bella nonostante il dolore.
Bella nonostante la consapevolezza di stare per morire.
Mi avvicino a lei, le prendo il viso tra le mani e la costringo a guardarmi negli occhi.
<<Io ti amo, giuro che amo solo te e che non può esserci un'altra donna, non può esserci un altro odore che non sia il tuo, non può esserci un altro sguardo che mi emozioni come quando mi guardi tu.
Io non so che cazzo faremo, che cazzo saremo, non so assolutamente come sistemeremo le cose, ma credimi, credimi se ti dico che per me esisti tu e basta>> le spiego tutto d'un fiato, mentre lei poggia la testa contro la mia fronte.
<<Ci stiamo facendo la guerra per niente>> continuo.
Lei sorride, poi mi bacia, unisce le nostre labbra in un lungo bacio, mentre mi sbatte contro lo sportello di un auto.
<<Mi è sembrato morire un po' prima senza baciarti, bionda>> mi sussurra, mentre si stacca da me e mi guarda con degli occhi meravigliosi.
Il mio cuore sorride, sorride nonostante il dolore, nonostante la paura di perderla, nonostante le mille cose che potrebbero separarci da un momento all'altro.
Mi prende una mano e camminiamo insieme lungo il ponte che porta al suo yatch.
<<Te la sei passata bene senza di me, però>> ironizzo, mentre lei sale e mi porge una mano per farmi salire.
L'afferro e lei mi tira a se', stringendo i miei glutei e baciandomi con passione, su questo yatch, nel bel mezzo della notte, del lago e del nostro amore smisurato.
Mi invita ad entrare, tra un bacio e l'altro cadiamo sul letto , immerse nel buio, nel nostro desiderio di averci, nei nostri odori che tornano finalmente a confondersi.
Ci spogliamo, restiamo nude entrambe, mentre le nostre mani non smettono di toccarsi, di stuzzicarsi, di cercarsi, si intrecciarsi.
<<Dio quanto sei bella>> mormoro, afferrando la sua nuca e baciandole il collo.
Lei sorride compiaciuta, mentre le sue mani viaggiano lungo la mia schiena nuda.
Continuo il mio percorso di baci lungo il suo seno, il suo ventre, fino ad arrivare in mezzo alle sue gambe.
La vedo perdere il controllo non appena le mie labbra sfiorano la sua intimità, dove lascio dei teneri baci e mi godo il suo inebriante odore.
L'odore di donna.
L'odore che appartiene solo a lei.
Con la mia lingua assaporo ogni parte di lei, facendola contorcere dal piacere, gemere ripetutamente, vedendola impazzire per me.
La sento venire mentre sussurra il mio nome, cosa che mi fa eccitare da morire.
Risalgo sul suo corpo a cavalcioni e incontro i suoi occhi rilassati, meravigliosi, indescrivibili.
Mi avvicino al suo volto e la bacio, più e più volte.
Con forza mi spinge sotto di lei e inizia a muovere il suo bacino contro la mia intimità, mentre i suoi baci lungo il mio collo e il mio seno mi mandano in completo ectasy.
Rimaniamo incollate così, corpo contro corpo, fino a quando non veniamo insieme, facendo esplodere il nostro piacere.
Sfinita cade su di me, con la sua testa tra il mio collo e il mio mento.
Sento il suo cuore battere all'impazzata contro il mio petto, mentre le lascio dei grattini lungo il fondoschiena nudo sopra di me.
Le sue braccia mi avvolgono i fianchi, mi stringono forte come se avesse paura di perdermi.
Rimaniamo così, nude l'una sull'altra, perse l'una dentro l'altra in un letto che ci vede protagoniste di una notte passata a fare la pace, a mettere i nostri problemi da parte, in uno yatch perso nel bel mezzo di un lago.
Mentre continuo a toccare il suo corpo, la sua pelle bianca e liscia sotto le mie mani, Zulema alza lo sguardo verso di me e mi morde il mento.
<<Bionda, stai tremando>> mormora, scollandosi dal mio corpo e stendendosi accanto a me.
Poi alza un lenzuolo rosso su di noi e ritorna ad abbracciarmi e a baciarmi le labbra.
Si sta così bene nelle sue braccia, in questo letto, con i nostri corpi nudi uniti e l'odore di noi che si fa sempre più forte.
<<Questa settimana senza te mi ha fatto capire una cosa>> mormora , guardandomi seria.
La guardo stranita,  aspettandomi il peggio, ma il suo sorriso dolce mi rassicura.
<<Penso di amarti>> mormora.
Le sue parole quasi mi mozzano il fiato, così come i suoi occhi dolci e le sue mani che mi accarezzano il ventre sotto il lenzuolo.
Non essendo capace di replicare qualcosa, mi stendo su di lei e prendo il suo viso tra le mani, lasciandole numerosi baci a stampo sulle labbra.
<<Non voglio perderti>> le sussurro, consapevole del fatto che nei suoi occhi, nel suo letto, tra le sue braccia, mi ci sto perdendo io .

Quando mi sveglio subito cerco le mani di Zulema, ma lei non c'è.
Sento la testa scoppiarmi e il sonno prendere il sopravvento su di me.
Ripenso alla notte appena trascorsa e istintivamente sorrido.
Sorrido perché abbiamo fatto l'amore tutta la notte come non ho mai fatto in vita mia.
Sorrido perché é stato dolce, passionale, eccitante, decisamente la volta migliore di tutte.
La notte più bella della mia vita.
Mi avvolgo nel lenzuolo rosso di seta e butto un occhio alla piccola finestra che affaccia sul lato anteriore dello yatch e sorrido quando vedo Zulema seduta su un pouf mentre fuma una sigaretta, in intimo.
La raggiungo e non appena mi vede mi sorride, con quei suoi bellissimi occhi illuminati dai primi raggi di sole che stanno spuntando.
Mi siedo sulle sue gambe e le stampo un dolce bacio sulle labbra che sanno di marlboro e di caffè.
<<Buongiorno>> mormora, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<<Ti troverò mai accanto a me al risveglio?>> le chiedo ironica, mentre fisso l'acqua del lago piacevolmente piatta stamattina.

<<In realtà sono stata mezz'ora a guardarti dormire> ammette, massaggiandomi una coscia.

<<Non dirmi che sei quel tipo di donna..>> affermo roteando gli occhi e sbuffando.
Lei sorride, poi prende una mia gamba e la avvolge intorno al suo bacino.

<<Io ho tante donne rinchiuse dentro di me.
Ti va di scoprirne qualcuna?>> mi chiede.
Le sorrido annuendo, mentre lei mi guarda con aria maliziosa.

<<Ok, allora tieniti pronta>> afferma, mentre mi libera dal lenzuolo che avevo intorno al corpo, lasciandomi completamente nuda tra le sue braccia, nel bel mezzo del lago.

<<Cazzo, Zulema, tu sei completamente impazzita!>> esclamo imbarazzata, mentre cerco di coprire il mio corpo nudo rifugiandomi tra le sue braccia.

<<Tranquilla, in questo stretto non c'è mai nessuno>> mormora, mentre mi lascia dei baci bagnati sul collo, scendendo sempre più giù, lungo i miei seni.

<<Questa é la donna perversa>> sussurra, mentre infila due dita dentro di me e mi guarda con uno sguardo trionfante ed eccitato.
Mi aggrappo alle sue spalle per godermi il contatto delle sue dita dentro di me, mentre lei mi spinge con l'altra mano contro il suo bacino.

<<Questa quella romantica>> sussurra, reprimendo i miei numerosi gemiti con un bacio.

<<Questa quella un po' selvaggia>> mormora, aumentando i movimenti delle sue dita.
Poco dopo vengo, arrivando all'apice del piacere.
Appoggio la mia testa sulla sua spalla e avvolgo i suoi fianchi con le mie braccia, mentre sento il cuore esplodermi per l'orgasmo appena avuto.

<<E la parte dolce?>> le chiedo, alzando la testa e guardandola negli occhi.

<<Non voglio morire, non voglio solo sei mesi di te>> sussurra, mentre alza il lenzuolo che era caduto a terra e me lo avvolge intorno al corpo.
Prendo il suo viso tra le mani e punto i miei occhi dentro ai suoi incredibilmente tristi in questo momento.
Non so che dire, quali siano le parole giuste in questo momento, ma so solo che stare con lei su questo yatch, nel bel mezzo di un lago, nuda sopra di lei dopo aver fatto l'amore, dopo che mi ha detto di amarmi, dopo aver trascorso la notte più bella della mia vita e sapere che tutto ciò potrebbe finire, che la malattia possa portarmela via, mi destabilizza, mi sconvolge, mi ammazza lentamente e mi fa sentire persa, completamente.
Persa nel mondo, nel mio,  che smette di girare se lei che é il sole non mi fapiù luce.

Buon pomeriggio, cari!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto abbastanza da farvi riprendere da quello precedente.
Voglio annunciarvi che la fine della storia sta per avvicinarsi (max altri 3 capitoli) e poi inizierò quella su Maggie e Najwa come vi ho spiegato ieri.
Intanto ringrazio tutti per le stelline e i commenti, mi fa davvero tanto piacere sapere che c'è qualcuno che apprezza le cose che scrivo e si lascia trasportare dalle emozioni che cerco di trasmettere.
Che dire? Grazie a tutti❤️!

Next part is coming: ORA SEI CON ME

I hate you, I love youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora