Capitolo 3

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Sono sotto il getto d'acqua calda, mi è mancata questa sensazione,l'acqua che mi scorre in tutto il corpo, la sensazione di sentirmi pulita, il profilo dello shampoo. Chiudo gli occhi e mi perdo tra i miei pensieri, potrei restare il eterno sotto questo getto d'acqua ma la mia mente vaga ed io mi perdo in quel rompicapo che è la mia testa... ripenso a quella casa, la casa della bambina, era un bella casa mi piaceva ma era... fredda o almeno ora che ho visto la casa di Sara e Giovanni mi lascia questa sensazione, quella casa era più grande più bella ma mancava qualcosa che invece qui c'è, mancava l'amore di una madre, mancava una vera famiglia che gli desse vita chissà se ora ha trovato quella famiglia che meritava oppure ci vive ancora lei? Le domando mi assillano e diventano per me un fardello troppo pesante alzo il fiso sotto il getto diretto dell'acqua calda lasciando che porti con se le poche lacrime che mi sono scese al ricordo di quell'unico giorno, la vocina diventata ormai una presenza costante mi sussurra una melodia poi la sento sussurrare parole di conforto "va tutto bene" dice "tu sei puoi forte" mi incoraggia "tu puoi fare tutto ciò che desideri" afferma, mi sta consolando o almeno ci sta provando ed io mi rilasso, allento la tensione dei muscoli  ed inizio a canticchiare la melodia con lei... poi però d'un tratto il getto d'acqua si interrompe, con gli occhi ancora chiusi provo a farlo ripartire ma niente... non appena pero riapro gli occhi vecchio investita da una bossa d'acqua, prima che pero mi faccia qualche domanda per capere che succede sento bussare e la voce di Sara mi arriva attutita dalla porta.
<clarissa tutto ok? E da un po' che sei li dentro ti ho portato dei vestiti che dovrebbero starti bene>
Guardo ancora un po' perplessa il getto d'acqua poi mi arrendo, la chiudo ed esco per aprire la porta a Sara
<oh eccoti, pensavo fossi svenuta> mi sorride mentre entra posa i vestiti sonora un mobiletto e con un panno pulisce lo specchi appannato a causa del vapore < voi una mano per i capelli > li guardo attraverso lo specchio sono lunghi ed in più si sono trasformati in una matassa di nodi <mi salveresti la vita> rispondo sorridendo lei ricambia e mi fa sedere in uno sgabello che ha prodemente entrato nella stanza, si arma di spazzola e con aria un po' disorientata si mette all'opera.
< ho sempre voluto una figlia> guardo il suo riflesso dallo specchio <fare cose come scambiarci i vestita pettinarci i capelli a vicenda... se ci provo con Giovanni mi ringhia come una cane rabbioso> lei sbuffa e io rido
Si è creata una bella atmosfera e Sara mi piace su serio qualcosa mi dice che di lei mi posso fidare parliamo di più e del meno quando mi vede che mi rilasso pero si fa un po' più seria < sei una brava ragazza Clary e una pessima bugiarda ti va di dirmi cosa ti sta succedendo per davvero?>guardo il suo riflesso un altro sorriso timido, abbasso lo sguardo...
<Giovanni è fortunato ad averti come madre> anche lei fa un sorriso timido
< non so se lui è dello stesso avviso> voglio fidarmi di lei, le lacrime minacciano di scendere ed allora io fisso un pondo rischiando di ricadere in quello stato di apatia
<io non ricordo> il suo sguardo si fa confuso
<non ricordi come sei arrivata qua?>
<no, io non ricordo niente di tutta la mia vita fino a qualche giorno fa > il suo viso muta in uno sguardo grave le le mani si fermano stoppando quel movimento tanto rilassante
<dobbiamo chiamare qualcuno... i tuoi genitori ti staranno cercando come dei disperati e...>
<non credo chi mi stiano cercando> la interrompo <credo mi abbia abbandonata, mia madre intendo> lei mi guarda più confusa di prima con uno sguardo traste < ti va di raccontarmi quello che ricordi? >
Gli racconto tutto e lei ascolta attentamente con uno sguardo che si avvicina sempre di più al pianto isterico, finita la storia in silenzio accende il fono e asciuga i miei capelli guardando un punto dello specchio con sguardo assente ripensando alle mie parole, mi indica con la testa i vestiti e mi consigli con voce inclinata di dargli un occhiata io ubbidisco rispettando l'accordo di muto silenzio, è primavera anche se fa abbastanza caldo perciò mi ha dato un vestitino a pantaloncini un po' corto succinto un vita con un nastro, è di un rosa cipria che mi piace da impazzire e le cuciture sono celesti, credo proprio sia il mio colore preferito perché quando noto le scarpe aperte dello stesso celeste delle cuciture sorrido come una stupida noto che sono un pò vecchiotti devono essere di quando aveva la mia età sto per indossarli quando mi ferma corre in un'altra stanza e torna con un pigiama
< non so in che guaio ti sei cacciata, ma si è fatto tardi e sono sicura che non ci faresti mai del male... dormi qui sta notte> il tono che usa quando pronuncia la frase mi fa intuire che non ammette repliche, mi sorride ed io ricambio <non abbiamo una stanza degli ospiti perciò se non ti secca dormirai nel letto con me>
<grazie > dopo e lei corre ad abbracciami
<nessuna madre potrebbe non amare io proprio figlio, se cosi non fosse non meriterebbe di essere chiamati madre> mi stringe più ed io ricambio la stretta < ora vado a preparare la cena o Giovanni mi ripudierà> rido ancora, Sara è unica, è capace di farmi sorridere come nessun altro forse non ricorderò il mio passato ma questa la vedo come una certezza.
Mangiamo pizza e a cena Giovanni fa diverse domande sulla mia permanenza con loro e la madre mi salva rispondendo al mio posto ed io ne sono grata, dopo cena andiamo ditti a letto Sara mi precede pre sistemare il caos che era la sua stanza, parole sue non mie, una volta sdraiata nel letto lei si accomoda vicino a me e mi cinge con e sue braccia, io mi avvicino e mi accocco su di lei...
<non posso credere che una ragazza piccola ed indifesa come te abbia messi fuori gioco tutte quelle guardie> io scoppio a ridere
<di tutta la mia storia è quella la parte che non riesci a credere?> rido ancora
<non è che hai ingigantito un po' la storia?> mi fa un sorriso furbo ma io nego scuotendo la testa le risate mi impediscono di parlare
<potresti restare...> smetto di ridere di colpo e sposto lo sguardo per guardarla meglio <infondo ho sempre voluto una figlia no?> sorride con esitazione, sto per rispondergli quando un flash mi abbaglia ed io vedo una foto, no una scena... la vocina nella mia testa mi dice che è il futuro... vedo Giovanni qualche annetto più grande che gioca a palla con un uomo, non so come ma so che è un militare e so che e tornato per sempre, poi il mio sguardo viene catturato dal portico della casa bianche dove spiccano i mille colori di una sedia a dondolo, dalla porta esce Sara stringe al suo petto qualcosa ma non capisco cosa perciò mi avvicino a lei ma solo quando si scende nel dondolo mi accorgo che al petto stringile un piccolo neonato, lei gli accarezza il volto e poi gli sussurra per non rischiare di svegliarla <la mia piccola Desiree> sorride e gli da na bacio sulla fronte, io sorrido con lei quando un altro flash mi riporta alla realtà. <ehi non dici niente > mi alzo e sorrido lei ricambia
<andrà tutto bene Sara> lei mi guarda perplessa <io non posso restare non finché non saprò chi ero> lei annuisce trattenendo le lacrime ed io continuo <ho visto il futuro sai?> rido e lei mi guarda come se fossi pazza <lui sta per tornare gli confesso> e il suo guardo muta in stupore <tornerà e sarete felici e avrete la bambina che tanto desideri la chiamerete Desiree> lei scoppia a piangere ora un po' più convinte delle mie parole tra un singhiozzo e l'altro dice "tornerà, sta per tornare" ed io sorrido mentre la consolo < vorrei che potessi vedere quello che ho visto io> la vocina nella mia testa mi sussurra "puoi farlo". Sara mi guarda con speranza ma io esito <forse... ti terrorizzerò> dico con un sorriso triste, lei si siede e mi abbraccia ancora <io non sono normale > mi esce come un singhiozzo <sono un mostro, faccio del male> la sua stretta si intensifica poi mi costringe a guardarla negli occhi
<non sei un mostro, non fai solo del male... sei solo speciale, diversa> le lacrime ormai scendono a fiumi non riesco più affermarle, l'ho appena conosciuta eppure ha già tanta influenza su di me, con lei mi sento al sicuro, amata, protetta, mi sento come se avessi una madre... <essere diversi non è poi così male, almeno nessuno ti dira mai che sei noiosa> rido e lei mi segue a ruota, mi scosto dall'abbraccio, mi asciugo le guance e con un timido sorriso chiedo...
<vuoi vedere?> lei sorride a sua volta, sembra un po' timorosa ma vuole vedere con i suoi occhi se tutto ciò che ho detto ciò che ho detto sia vero o no
<speravo me lo chiedesti> la faccio stendere con la testa nel mio grembo gli metto le mano alle tempie e segue le istruzioni che la voce mi sussurra faccio un bel respiro ed in un attimo le nostre menti si collegano ed il ricordo di ciò che ho visto la raggiunge. In un primo momento la sento sussultare ma quando sto per interrompere il contatto con le lacrime che gli scendono copiosamente dagli occhi mi ferma "ancora un attimo" sussurra ed io ubbidisco.
Non appena il contato si stacca lei si siede e mi abbraccia <grazie> dice
<per cosa?> domando confusa
<avevo perso le speranze... e da un mese che non ci scrive più > si rattrista poi mi guarda ancora <grazie > stavolta annuisco senza obbiettare.
Si era fatto tardi, perciò ci sdraiamo e non appena il mo viso tocca il morbido cuscino cado tra le braccia di Morfeo.

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Ok questo è il terzo capitolo, che ne pensate?
Sara è proprio fantastica, magari esistesse una persona del genere nella vita vera e non solo nella mia fantasia
Spero vi sia piaciuto, come per i capitoli precedenti vi invito a lasciare un commento con il vostro pensiero e magari anche per segnalarmi qualche errore che mi è sfuggito 😅 mettete una stellina se volete e al prossimo capitolo
Spoiler ritroveremo un altro pezzo dei suoi ricordi 😉
saluti Marty558

Spezzata, potente, diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora